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Rivolta contro il mondo moderno

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Categorie: Letteratura
Lingua: Italiano
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Descrizione dal canale

Brani del famoso libro di Julius Evola ed argomenti affini.

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Gli ultimi messaggi 8

2021-12-08 20:32:01 «Non vi è forma di organizzazione tradizionale che, malgrado ogni caratteristica locale, ogni esclusivismo empirico, ogni "autoctonismo" di culti ed istituzioni che essa difenda gelosamente, non celi un principio più alto, il quale viene in atto quando l'organizzazione tradizionale si eleva fino al livello e all'idea dell'Impero».
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2021-12-07 20:52:01
Immagine di una scansione di un volume originale di Astronomia nova, scritto da Giovanni Cheplero nel 1609. Il testo recita «Videbit, esse quasdam materias, quae nulla ingenii felicitate ita tradi possint, ut cursoria lectione comprehendantur. Meditatione opus est, et creberrima ruminatione dictorum». Ci ricorda quanto leggere con calma e meditare sia indispensabile, almeno riguardo alcuni argomenti.
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2021-12-06 20:35:00 «La "grande guerra santa" è la lotta dell'uomo contro i nemici che egli porta in sé. Più esattamente, è la lotta del principio più alto dell'uomo contro tutto quel che in lui vi è di soltanto umano, contro la sua natura inferiore e ciò che è impulso disordinato e attaccamento materiale».
«Come brama e istinto animale, come molteplicità incomposta di impulsi, come limitazione trepida dell'Io fittizio, quindi anche come paura, debolezza e incertezza - il "nemico" che resiste, l'"infedele" in noi va abbattuto e ridotto in ceppi: questa essendo la condizione per raggiungere l'interna liberazione, la rinascita di una unità profonda con sé stessi, la "pace" nel senso esoterico e trionfale di cui si è già detto».
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2021-12-04 20:29:04 Come abbiamo già accennato, René Guénon mosse alcune critiche al testo. Ne "Le Voile d'Isis" ("settimanale di studi esoterici, psichici e divinatori") del maggio 1934 scrisse, tra l'altro: «Avremmo delle riserve da fare su alcuni punti: così, quando si tratta della fonte originale unica dei due poteri sacerdotale e regale, l'autore ha una tendenza molto marcata a mettere l'accento sull'aspetto regale a scapito dell'aspetto sacerdotale; quando distingue due tipi di tradizione che egli definisce rispettivamente al Nord e al Sud, il secondo di questi due termini ci appare come un poco improprio, anche se egli non lo intende in senso strettamente "geografico", dato che sembra riferirsi soprattutto ad Atlantide, che, in ogni modo, corrisponde all'Ovest e non al Sud. Temiamo anche che egli veda nel Buddhismo primitivo qualcosa di diverso da quello che esso fu in realtà, perché ne fa un elogio che, dal punto di vista tradizionale, non si comprende assolutamente; per contro, disprezza il Pitagorismo in modo poco giustificato; e potremmo ancora rilevare altre cose simili».
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2021-12-03 20:32:04 «Nel paragonare la sorte infelice di una Crociata a quella della virtù sventurata, la quale non è giudicata e ricompensata che in termini di un'altra vita - si veniva» «a porre qualcosa di superiore sia al vincere che al perdere, a concentrare ogni valore nell'aspetto rituale e "sacrificale" dell'azione in sé, compiuta indipendentemente dai risultati terrestri visibili, come una offerta per trarre dall'olocausto dell'elemento umano la "gloria assoluta" immortalante».
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2021-12-02 20:49:03 «Avvenuta la frattura, la casta sacerdotale si presenta come quella che ha la funzione di attrarre e trasmettere influenze spirituali, a cui essa però non saprebbe fare da centro dominatore nell'ordine temporale. Questo centro dominatore, invece, è virtualmente presente nella qualità di guerriero o aristocrate del re designato, al quale il rito della consacrazione va a comunicare dette influenze» «a che egli le assuma e le renda in atto in forma efficace. Così in un periodo più recente solo attraverso questa mediazione sacerdotale e la virtus deificans di un rito si ricompone la sintesi del regale e del sacrale, tenuta a costituire il supremo apice gerarchico di un ordine tradizionale. Solo per tal via il re torna ad esser qualcosa più che non soltanto un uomo».
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2021-12-01 20:29:02 «Che i moderni, i quali conoscono solamente quella vita, che è mista a non-vita e che nella sua agitazione ha l'irrazionalità di una vera "mania" - quando sentono parlare, con riferimento allo stato dello "Svegliato", di nirvâna, cioè di una estinzione della manìa, identica ad un "più che vivere", ad una supervita, non possano pensare che al "nulla", ciò è molto comprensibile: per un maniaco dire non-mania (nir-vana) non può significare che non vita, che nulla».
Il brano qui citato fa riferimento al buddismo.
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2021-11-30 20:44:04 «Come presupposto della nozione tradizionale di legge va indicato un realismo trascendente. Specie nelle formulazioni arie il concetto di legge ha un intimo rapporto con quello di verità, di realtà e della stabilità inerente "ciò che è"».
«Come naturale conseguenza, che si potesse parlare di leggi ed esigere l'osservanza ad esse quando fossero di origine puramente umana - individuale e collettiva - ciò era all'uomo tradizionale cosa affatto ignota, anzi assurda».
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2021-11-29 20:28:03 «L'unico mondo verso cui oggi si è in marcia» «è semplicemente quello che raccoglie e riassume in forma estrema ciò che ha agito nella fase della distruzione. Esso è tale che non può servir da base a nulla, che non può fornire una materia a che, seppure in forma diversa, in esso possano di nuovo manifestarsi valori tradizionali - perché di tali valori esso rappresenta solo la negazione organizzata e divenuta corpo. Per la civiltà moderna presa in massa non vi è un avvenire in senso positivo. Pura fisima è quella di coloro che pensano ad un fine e ad un avvenire che comunque giustifichino quanto l'uomo ha distrutto in sé e fuori di sé».
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2021-11-27 20:53:05 «Nel mondo della Tradizione» vi era «una costante qualità organica e funzionale degli oggetti prodotti, per via della quale il bello non appariva come qualcosa di separato o di ristretto ad una data categoria privilegiata di oggetti artistici, e il puro carattere utilitario e mercantile era inesistente. Ogni oggetto aveva una sua propria bellezza e un valore qualitativo, così come aveva una sua funzione come oggetto d'uso». «Potevano nascere e proliferare, in tutti i domini della vita, creazioni artigiane lontane sia dalla squallida plebea utilitarietà, sia dalla estrinseca, afunzionale bellezza "artistica" - scissione, questa, che riflette il carattere generale inorganico della civiltà moderna».
Il legame intimo tra la bellezza ed altre qualità è appena accennato da Evola in questo brano, ma in realtà è un tema molto spesso evidenziato da pensatori vicini al mondo della tradizione.
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