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Rivolta contro il mondo moderno

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Indirizzo del canale: @rivoltacontroilmondomoderno
Categorie: Letteratura
Lingua: Italiano
Abbonati: 6
Descrizione dal canale

Brani del famoso libro di Julius Evola ed argomenti affini.

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Gli ultimi messaggi 7

2021-12-18 20:26:01 Un giornalista chiese ad un uomo, che visse diversi anni nella foresta da solo, cosa ci fosse stato di buono nella sua esperienza in mezzo alla natura, questi rispose: «Nella mia vita tra gli alberi, ho trovato alcune delle soddisfazione che mi aspettavo di trovare, come la libertà personale, l'indipendenza, un certo senso di avventura ed uno stile di vita con un basso livello di tensione. Ho anche avuto alcune soddisfazioni in ciò che non avevo completamente compreso prima od immaginato, o che sono state totalmente una sorpresa per me. Più intimo è il tuo contatto con la natura, più ne apprezzi la sua bellezza. È una bellezza che non consiste solo nei suoni e nelle immagini, ma in un apprezzamento della stessa natura nella sua interezza. Non so come spiegarlo. Ciò che accade quando vivi tra gli alberi, a differenza di quel che accade quando invece fai solo un'esplorazione, è che la bellezza diventa parte di te e non è solo una cosa che guardi esternamente. In relazione a ciò, parte dell'intimità che acquisisci con la natura consiste nell'affinamento dei tuoi sensi. Non che che tu riesca a sentire od a vedere meglio, ma che noti di più le cose. Nella vita cittadina, tu tendi a chiuderti in te stesso, il tuo ambiente è affollato di suoni ed immagini inutili, che quindi tendi inconsciamente a bloccare. In un ambiente selvaggio la tua consapevolezza è rivolta all'esterno, cioè sei più conscio di ciò che accade attorno a te. Per esempio noti cose minuscole sul terreno, come piante commestibili o tracce di animali. Se un uomo è passato ed ha un lasciato anche solo una mezza traccia, probabilmente la noti. Sai quali suoni arrivano alle tue orecchie: questo è il canto di un uccello, questo è un insetto, questo è un alce che scappa via, questo è il rumore di una pigna che cade a terra dopo essere stata tagliata da uno scoiattolo. Se ascolti un suono che non riesci ad identificare, ne vieni immediatamente attratto, anche quando è appena udibile. Per me questa attenzione, questa capacità di avvertire coi sensi è uno dei più grandi lussi del vivere a stretto contatto con la natura. Non puoi comprenderla se non lo vivi» poi l'uomo spiegò che vivere una vita selvaggia t'impone la ricerca dell'autosufficienza alimentare e che «niente è più soddisfacente, appagante e dà un senso di sicurezza di sé di questo tipo di auto dipendenza. In relazione a ciò, si perde gran parte della paura di morire.
Nel vivere vicino alla natura, uno scopre che la felicità non consiste nel massimizzare il piacere, ma nella tranquillità. Quando hai goduto della tranquillità abbastanza a lungo, acquisisci un'avversione al pensiero di un piacere forte, un piacere forte distruggerebbe la tua tranquillità.
Infine, uno impara che la noia è un malattia della civilizzazione. Mi sembra che la noia, in massima parte, esista perché le persone devono trovare il modo per distrarsi o tenersi occupate, altrimenti alcune ansie, frustrazioni, scontezze eccetera, iniziano ad affiorare, facendoli star male. La noia è praticamente inesistente una volta che ti sei adattato alla vita nella foresta. Quando non hai nessun lavoro che è necessario fare, puoi stare seduto per ore a non far nulla, anche solo ad ascoltare gli uccelli od il vento oppure il silenzio, guardando le ombre muoversi mentre il sole si sposta in cielo, o puoi semplicemente guardare oggetti familiari. E non ti annoi, sei solo in pace».
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2021-12-17 20:46:04 Attorno al 500, un monaco egiziano chiamato Cosma scrisse:
«L'impero dei Romani partecipa così alla dignità del regno del Signore Cristo, giacché trascende, per quanto è possibile in questa esistenza, ogni altro potere». «E affermo con fiducia che, sebbene i barbari nemici si siano levati per un breve momento contro la potenza romana per punizione dei nostri peccati, tuttavia l'impero rimarrà invincibile grazie alla potenza di colui che ci governa, purché non restringa ma estenda anzi l'influsso del cristianesimo. È infatti il primo stato che ha creduto in Cristo e questo impero è il servitore delle regole stabilite da Cristo». Citazione di Maxime Rodinson, traduzione di Anna Minerbi.
Parole che si ricollegano alla tradizione: lo spirito che tiene unita la materia.
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2021-12-16 20:28:03 Trattando questo canale di tradizione, nominare il cattolicesimo appare quasi scontato. Potrebbe apparire comunque inaspettato a qualcuno trovare della tradizione in ciò che una mistica campana, Maria Valtorta, afferma le rivelò il Cristo stesso a metà degli anni '40: «Anime use alla meditazione, hanno una coscienza sensibilissima, affinata da una attenzione costante, da una introspezione acuta, che ha fatto del loro interno uno specchio su cui si riflettono le più piccole larve degli avvenimenti giornalieri. Ne hanno fatto una maestra, una voce che avverte e grida al più piccolo, non dico errore, ma sguardo all’errore, a ciò che è umano, al compiacimento di ciò che è io. Perciò, quando essi si pongono di fronte a questa maestra, a questo specchio severo e nitido, sanno che esso non mentirà» Maria Valtorta, "L'Evangelo come mi è stato rivelato", volume primo, capitolo 34.
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2021-12-15 20:31:03 «Livellate le classi, essendo rispettate soltanto le articolazioni imposte dalla tecnocrazia e dall'apparato totalitario, anche i sessi sono livellati, la parificazione completa della donna rispetto all'uomo viene legislativamente statuita in ogni dominio e l'ideale è che non esistano più donne di fronte ad uomini, ma "compagni" e "compagne". Così, anche la famiglia non solo secondo ciò che rappresentava nell'"èra del diritto eroico", ma anche nei residui proprî al periodo tradizionale borghese della costa coi suoi sentimentalismi e la sua convenzionalità, è mal vista».
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2021-12-14 20:46:02 «È a voi stesso che non dovete mentire, soprattutto. Chi mente a se stesso e ascolta le proprie menzogne, arriva al punto di non poter più distinguere la verità, né dentro di sé, né intorno a sé, e così comincia a non avere più stima né di se stesso, né degli altri. Poi, siccome non ha più stima di nessuno, cessa anche di amare, e allora, in mancanza dell'amore, per sentirsi occupato e per distrarsi si abbandona alle passioni e ai piaceri volgari, e per colpa dei suoi vizi diventa come una bestia; a tutto questo deriva dal continuo mentire, agli altri e a se stesso». Il monaco Zosìma ne "I fratelli Caramàzov" di Teodoro Dostoieschi (parte prima, libro secondo, traduzione di Pina Maiani).
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2021-12-13 20:39:02 «L'uomo, oggi come mai, ha perduto ogni possibilità di contatto con la realtà metafisica, con ciò che sta prima di lui e dietro di lui. Non si tratta di credenze, di filosofie, di atteggiamenti: tutto ciò non conta, tutto ciò non sarebbe nulla; a tale stregua, facile sarebbe, in fondo, l'impresa. Come si disse al principio, nell'uomo moderno vi è un materialismo che attraverso una eredità di secoli è ormai divenuto quasi una struttura, un dato costituzionale del suo essere. Esso, senza che la coscienza esterna se ne accorga, strozza ogni possibilità, devia ogni intenzione, paralizza ogni slancio, danna ogni sforzo anche giustamente orientato ad una sterile, inorganica "costruzione"».
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2021-12-10 20:42:03 Dal sito dell'Ordine provinciale dei medici ed odontoiatri di Vercelli.
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2021-12-10 20:41:03 "Giuramento" d’"Ippocrate" ("versione" "moderna")

Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:
• di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento;
• di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;
• di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario;
• di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona;
• di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico;
• di promuovere l'alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l'arte medica;
• di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;
• di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina;
• di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali;
• di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione;
• di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;
• di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico;
• di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'autorità competente;
• di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato;
• di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione.
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2021-12-10 20:40:03 Giuramento d’Ippocrate

Giuro per Apollo medico e per Asclepio e per Igea e per Panacea e per tutti gli Dei e le Dee, chiamandoli a testimoni che adempirò secondo le mie forze e il mio giudizio questo giuramento e questo patto scritto. Terrò chi mi ha insegnato questa arte in conto di genitore e dividerò con lui i miei beni, e se avrà bisogno lo metterò a parte dei miei averi in cambio del debito contratto con Lui, e considerò i suoi figli come fratelli, e insegnerò loro quest'arte se vorranno apprenderla, senza richiedere compensi né patti scritti.
Metterò a parte dei precetti e degli insegnamenti orali e di tutto ciò che ho appreso i miei figli del mio maestro e i discepoli che avranno sottoscritto il patto e prestato il giuramento medico e nessun altro. Sceglierò il regime per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, e mi asterrò dal recar danno e offesa.
Non somministrerò a nessuno, neppure se richiesto, alcun farmaco mortale, e non prenderò mai un' iniziativa del genere; e neppure fornirò mai a una donna un mezzo per procurare l'aborto. Conserverò pia e pura la mia vita e la mia arte.
Non opererò neppure chi soffre di mal della pietra, ma cederò il posto a chi è esperto di questa pratica. In tutte le case che visiterò entrerò per il bene dei malati, astenendomi ad ogni offesa e da ogni danno volontario, e soprattutto da atti sessuali sul corpo delle donne e degli uomini, sia liberi che schiavi.
Tutto ciò ch'io vedrò e ascolterò nell' esercizio della mia professione, o anche al di fuori della professione nei miei contatti con gli uomini, e che non dev'essere riferito ad altri, lo tacerò considerando la cosa segreta.
Se adempirò a questo giuramento e non lo tradirò, possa io godere dei frutti della vita e dell'arte, stimato in perpetuo da tutti gli uomini; se lo trasgredirò e spergiurerò, possa toccarmi tutto il contrario.
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2021-12-09 20:39:02 «Esistono occulti legami di simpatia e di analogia delle singole formazioni tradizionali con qualcosa di unico, d'indivisibile e di perenne, del quale esse si presentano, per così dire, come tante immagini: e, di tempo in tempo, questi circuiti di simpatia si chiudono, lampeggia ciò che in ciascuno di essi va di là da essi, e acquista una potenza misteriosa rivelatrice di un diritto sovrano, la quale travolge irresistibilmente ogni limite particolaristico e culmina in una unità di tipo superiore».
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