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Descrizione dal canale

annamo a pijà er gelato all’edificio di colazione critica
la marginalità è un luogo radicale di possibilità
https://t.me/gaiapost/3
.
@gaianet 🐞

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2022-06-23 17:17:41
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2022-06-23 17:17:00 Quello che succedere non appena la Meloni istituirà l’obbligo di lavorare con le AI as ufficio collocamento
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2022-06-23 10:55:06 People really think this guy gives a shit about free speech

https://www.theverge.com/2022/6/17/23172262/spacex-fires-employees-open-letter-elon-musk-complaints
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2022-06-22 18:42:06 La tecnologia è un’estensione della nostra politica e ai più audaci sostenitori del nucleare non importa nulla dell’ambiente, piuttosto si preoccupano di competere con l’aumento di domanda energetica che si augurano nel prossimo futuro, in funzione di un presente che vedono complessivamente roseo se non fosse per la mancanza di ulteriori gadget per i quali sbavano, o per la mancanza di ulteriori politiche neoliberiste che certifichino il dogma del lavoro come elemento fondante della vita di un individuo.

Evidentemente non deve importargli del prolungamento di qualche decennio che vorrebbero concedere alle questioni già note per effetto di 2 secoli di sviluppo basati su risorse non rinnovabili, adesso come allora, si accontentano di scaricare i problemi che matematicamente ne seguiranno - a partire dal fiorire di un’economia parassita impiantata sul debito di risorse fino ad un boom demografico incontrollato passando per l’accentuarsi dei gap economici di classe inaspriti dalla carenza (naturale o artificiale) di risorse - sulle future generazioni, solo perché, fino al raggiungimento del punto di rottura, tali problemi epocali semplicemente restano invisibili ai più.

Ebbene costoro, illudendosi di volere prolungare la scadenza del punto critico, lasciano che tali problemi continuino ad espandersi mentre le dinamiche climatiche che ci sostengono si sgretolano, continuando a foraggiare un’economia energivora e circumnavigando le questioni politiche di interesse in funzione di un atto di fede in qualche fantomatica tecnologia futuristica - fusione nucleare in primis, poi estrazione mineraria degli asteroidi, poi chissà - che possa ulteriormente posticipare il problema, in un loop infinito fondato sul trinomio boom di giocattoli tecnologici, asservimento delle masse e debito di risorse fisiche.

Si tratta a tutti gli effetti di un’ideologia, l’elemento fondante in base al quale chiunque su questa Terra partorisce valutazioni politiche. L’unica differenza è che, in quanto ideologia dominante, gode del privilegio di porsi in uno scalino superiore alle altre perdendo il proprio status di “ideologia” per apparire semplicemente “buon senso” e “pensiero comune”, mistificando la propria natura venduta come super partes rispetto a tutte le altre categorie di pensiero.


Il progetto del nucleare civile pretende di nascondere questioni complesse che meriterebbero un’intera famiglia di soluzioni radicali dietro una illusione salvifica, e distrae le attenzioni e le risorse da chi vuole porsi alternativa ad un sistema fallimentare che ha provocato e continua a provocare la riduzione delle nostre probabilità di sopravvivenza.

#nucleare #solutions
#disinformazione
#crisiecoclimatica
#capitalismotossico
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Aprire / Come
2022-06-22 18:41:41 In sostanza la crescita nella domanda energetica meriterebbe di essere appagata e foraggiata, anche se questo volesse dire appoggiarsi ad una fonte energetica che, allo stato attuale, ci concederebbe un’autonomia che secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica, con le 4,7M di tonnellate di uranio ancora estraibili nel mondo ad un costo economicamente sensato, sarebbe compresa tra gli 85 e i 100 anni; un sostanziale incremento temporale (di svariati secoli) si avrebbe solo con i “reattori veloci” di IV generazione, gli unici a “sicurezza intrinseca”, i quali però, come la fusione nucleare (che è ancora più lontana), non esistono ancora, oppure con tecniche minerarie inedite che abbattano i costi di estrazione dell’uranio, anch’esse esclusivamente ancora nel campo speculativo.

E a proposito di autonomia, l’Italia e l’Europa in generale non svettano sicuramente tra le classifiche dei paesi con le maggiori riserve uranifere, lascando il primato ad Australia, Kazakistan, Canada, Russia, Sud Africa, Namibia, Brasile, Niger e USA.

E per quanto riguarda l’abbattimento del tempo di dimezzamento delle scorie nucleari per trasmutazione? Anche qui, senza quarta generazione si rimarrebbe nel campo della fantascienza.


Insomma la confusione propagandata è massima, anche trascurando per un momento il vero problema della corsa consumistica che spinge il nucleare civile e i problemi dell’approvvigionamento dell’uranio e dell’irrisolto stoccaggio delle scorie, risulta difficile sintonizzarsi con la frequenza d’onda dei simpatizzanti del nucleare.

Lo stesso ipcc sottolinea gli alti costi del nucleare civile a fronte di un impatto altamente secondario sulla decarbonizzazione, così come il World Nuclear Report, ma non mancano nemmeno organizzazioni di scienziati a ridimensionarne l’efficacia nonostante gli pseudo ecologisti dell’ultima ora non parlino d’altro.

L’impressione è che si stanno cavalcando i benefici promessi da una ipotetica IV generazione disponibile verosimilmente tra 15 anni usandola come cavallo di Troia per promuovere una tecnologia contemporanea praticamente già obsoleta nei tempi di costruzione di una centrale giocando proprio sulla confusione tra le generazioni

e in 15 anni il geotermico di nuova generazione ha tutto il tempo di maturare, così come tecnologie radicali per l’ottimizzazione dei consumi energetici e dello storage di energia.

E in ogni caso, per chi mostra il maggior grado di impermeabilità al dubbio e la totale indifferenza per i problemi ancora irrisolti dalla terza generazione, come correttamente appuntato da FFF resta completamente scoperto il fattore tempo, influenzato dall’assenza di know-how nostrano, ed è proprio in relazione alla roadmap energetica dell’Italia per il 2030 che il progetto nucleare, ampiamente in secondo piano anche secondo l’ipcc rispetto alle rinnovabili, cade completamente a pezzi

soprattutto in un paese come il nostro nel quale è stato stimato un potenziale di produzione fotovoltaica sul territorio già cementificato (al 2003, dunque sottostimato) di 125 TWh di energia annui, e una produzione di sola energia eolica di 410 TWh annui, a fronte di una richiesta energetica di 334 TWh annui lordi di cui solo 41 TWh prodotti da impianti eolici e solari installati sul territorio.


Insomma sembrerebbe scontato e invece è sempre importante ribadirlo: il nucleare non è una panacea esattamente come qualunque promessa tecnologica da sola non affronta la radice dei problemi partoriti da nodi politici irrisolti che noi stessi, come specie, ci provochiamo.

Chiunque non veda lo spessore politico delle questioni nascondendosi dietro tecnicismi rischia costantemente di sprofondare nello scientismo e nel velo di ingenuità che lo circonda
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Aprire / Come
2022-06-22 18:40:46 Al netto di ordini di sviluppo più profondi, le provocazioni Nato hanno alimentato gli interessi bellici di Putin spingendolo ad una reazione estremamente costosa per la Russia sotto molti punti di vista, e mentre le forze populiste e nazionaliste dei paesi europei, le quali si prestano a forti contaminazioni politiche, eufemismo per finanziamenti diretti, da parte delle potenze dell’est del mondo, si sono trovate a dover fronteggiare una relativa crisi d’immagine, le forze liberali filo-atlantiste ne escono rinvigorite, soprattutto grazie ad un vigoroso consenso sui temi della difesa e dell’approvvigionamento energetico di breve periodo.

Nel frattempo viene chiuso un accordo politico deroga (al GDPR) che estende il trattamento dei dati personali dei cittadini europei anche in territorio USA (era storia vecchia), guarda caso proprio nel contesto della necessità di importazione di gas statunitense, e anche le argomentazioni pro-nucleare incassano una loro nuova fetta di apparente legittimità.

Con non molta sorpresa qualcuno ha trovato l’occasione per rispolverare una questione in cui, come sempre più tradizione italiana, i toni del discorso sono opportunamente calibrati per generare polarizzazione e vendere un’apparente quanto arrogante pretesa di oggettività da una parte come contrapposta ad argomentazioni avversarie descritte come del tutto inconcludenti e viscerali.


Facciamo un passo indietro. Nel mondo accademico, purtroppo, è presente davvero una forte corrente, anche maggioritaria, che prende molto sul serio lo stato di diritto (borghese) della libertà di impresa e di profitto.

Questo forte vincolo intellettuale che solo pochi mettono in discussione in profondità, ha ripercussioni in tantissimi settori di ricerca, anche scientifici, e in questo senso finisce per sposarsi assai bene con la fede scientista di molti ricercatori e tecnici sprezzanti delle dinamiche politiche di cui i loro stessi oggetti di ricerca sono imbevuti.

I diritti di tutti devono essere garantiti anche quando si tratta del privilegio di pochi di ingombrare spazi sociali e di occupare risorse economiche colossali. L’implicazione è immediata. Anziché prendere in considerazione scelte decisive quanto risolutive sul piano energetico, industriale e produttivo, si sceglie di proseguire per piccoli passi che, nel migliore dei casi, si adattino il più possibile all’apparenza di rinnovamento conservando al contempo il bisogno assolutamente autoreferenziale di preservazione dell’apparato economico esistente, nel peggiore dei casi, difendano integralmente lo status quo.


Ecco ciò che si nasconde dietro alle migliori intenzioni del greenwashing: una tensione esclusiva all’ottimizzazione dell’esistente con l’ingenua illusione di poterci trascinare integralmente tutto il carrozzone produttivo che pretende di saziare la nostra sete esistenziale.

Non che tale sete non possa sfogarsi attraverso rapporti umani basati sulle arti, sulla cultura, sulla sessualità e sulla ricerca pura piuttosto che attraverso l’ansia dell’accaparramento materiale, ma ciò licenzierebbe il bisogno egocentrico di alcuni di farsi leadership.

Questa linea di ricerca basata unicamente sull’ottimizzazione dell’esistente è, de facto, la linea di ricerca seguita da gran parte di un mondo accademico che ha scelto di prestarsi acriticamente alle urgenze competitive del nostro tempo.


Il sopraggiungere degli argomenti pro-nucleare è allora perfettamente ben accolto da una diffusa mentalità conservatrice che assai fatica a riconoscere la necessità di una rinuncia di tipo limitarista alla corsa frenetica consumistica
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Aprire / Come
2022-06-22 13:04:09
E tu cosa scegli? Pillola rossa (al sangue magari) o pillola blu ?
Scegli bene, perché di acqua ne rimane poca #siccità

#crisiclimatica
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2022-06-20 23:42:40
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2022-06-20 18:30:39
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2022-06-20 18:29:06 eterobasiche
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