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Indirizzo del canale: @gaiapost
Categorie: Psicologia
Lingua: Italiano
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Descrizione dal canale

annamo a pijà er gelato all’edificio di colazione critica
la marginalità è un luogo radicale di possibilità
https://t.me/gaiapost/3
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@gaianet 🐞

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Gli ultimi messaggi 7

2022-05-16 19:51:06 #BullshitJobs #solutions
#unconditionalBasicIncome | guarda
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2022-05-16 19:50:09 POVERTY IS A LACK OF CASH
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2022-05-16 19:49:06 #repost
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2022-05-16 18:06:56
[Automatizzato Comunismo Memetico] -
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2022-05-16 10:31:11 La necessità è dunque occasione di cambiamento e di messa in discussione dei propri parametri culturali, e ci spinge a esplorare categorie ed esperienze a scapito di altre a cui non avremmo mai pensato di dover rinunciare

In ogni caso la necessità non è affatto condizione sufficiente per un cambiamento. Una forte presa di coscienza interiore del distacco tra gli auspici che nutriamo per noi e la realtà delle cose, nonché una consapevolezza politica di ciò che è necessario per noi e per la biosfera, sono condizioni strettamente necessarie ad indisporci nella nostra stasi nello status quo, e sono tra le motivazioni primarie del cambiamento

Rifuggire la scomodità della realtà politica esteriore e delle nostre pulsioni interiori è il primo comandamento del quieto vivere ma anche l’anticamera dell’indifferenza e della chiusura sociale, nonché la morte del progresso collettivo ed individuale


Il rigetto delle maschere che qualcun altro ci ha assegnato con la pretesa di convogliarci in un teatrino di performance sociale è compito nostro, e va di pari passo con la rimozione delle tensioni che spingono ad imborghesire il nostro stile di vita e le nostre relazioni personali

#riflessioni
12 viewsedited  07:31
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2022-05-16 10:30:43 La retorica degli opposti e delle categorie con le quali suddividere i comportamenti delle persone appare stantia e poco utile ai fini di una descrizione approfondita dell’essere umano

Piuttosto la comparsa di una contrapposizione nelle narrazioni che srotoliamo della realtà dovrebbe essere occasione di sorpresa dal momento in cui rivela l’esistenza di una nuova coordinata su un asse virtuale nel quale proiettare le infinitamente complesse interrelazioni umane

Detto altrimenti, la logica binaria che utilizziamo per suddividere opposti estremi in realtà puntella una direzione percorribile ambo i versi attraverso i molteplici punti intermedi che la compongono, direzione che individua una semplice scelta di prospettiva


Quale prospettiva dunque per l’imborghesimento? La contrapposizione tra bene pubblico e proprietà privata si rispecchia anche nella psicologia delle persone e nel loro approccio alle soggettive priorità di vita

L’imborghesimento può colpire chiunque, senza distinzione tra generi, classi e appartenenza politica, anche se appare ragionevole supporre vivide variazioni nelle densità di probabilità delle sue manifestazioni in correlazione al ceto sociale di riferimento

Il discrimine principale sintomatico di una mentalità imborghesita nasce proprio dal rapporto con la proprietà privata che si possiede. Per tanti il rapporto con il bene pubblico, le infrastrutture e i luoghi di socializzazione in generale risulta deludente tanto da giudicare inconcepibile un utilizzo differente del tempo dedicato alla socialità da quello attinente il proprio status sociale

Alcuni insomma sentono il peso di un giudizio sociale immaginario o meno o comunque nutrono immotivato timore per una variazione delle proprie abitudini di ritrovo e di socializzazione che sembra direttamente correlato alla fascia di reddito di appartenenza, timore spesso evoluto in semplice indifferenza

Tale timore, lungi dall’essere innato, è piuttosto indotto attraverso una catena classista di natura ereditaria, e si mostra più aggressivo in corrispondenza di minacce di rottura con esso per farsi più docile nelle occasioni maggiormente conformiste


Ed è qui che irrompe il peso della proprietà privata. A volte è evidente una forte correlazione tra opportunità economiche differenti e un restringimento degli orizzonti di compatibilità nella socializzazione, ovvero una riduzione nella varietà dei modi compatibili tramite i quali si socializza, non un restringimento della socializzazione in sé

Banalmente, chi ha meno occasioni di spendere in feste di gala, matrimoni, discoteche, viaggi intercontinentali e ristoranti ha poche scelte davanti a sé: quella conservatrice o quella progressista

La prima si fonda sul nutrimento di una costante invidia sociale condita con frustrazione che non fa che gonfiare ulteriormente il disprezzo classista verso chi si mostra intellettualmente autonomo dai bisogni indotti dal ceto sociale di propria ammirazione

La seconda è proprio abbracciare un’autonomia intellettuale dalle necessità materiali che il dogma dell’emancipazione capitalista telediffonde a tutte le frequenze

La realtà liberatoria della seconda scelta è evidente ma difficile da interpretare in tutta la sua profondità, per via della sua estrema lungimiranza nel condursi rettamente verso un progetto simil-utopico, e dunque anche ammirevolmente avvincente


In realtà è più un percorso che include un rigetto quanto più totale possibile dei giudizi di merito di natura ereditaria su opportunità di socializzazione altrimenti viste come non convenzionali o addirittura sconvenienti

Ciò include una messa in discussione anche dei rapporti con la tecnologia e con i social, col proprio corpo e con i sessi e i generi, delle relazioni personali intime e di amicizia, dei rapporti familiari, delle informazioni con cui scegliamo di farci stimolare, delle passioni che nutriamo e delle persone che frequentiamo
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2022-05-15 18:10:06 Cosa ci dice l’Overshoot Day?
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2022-05-15 18:10:06 Qualcuno fa notare quanto non abbia molto senso parlare di “difesa dell’ambiente”, in quanto noi stessi siamo una forma di vita dell’ambiente piuttosto che un sistema estraneo ed indipendente da esso

L’idea che l’ambiente sia qualcosa di differente da noi che merita la nostra difesa può lasciare aperta l’interpretazione che la causa della lotta contro l’alterazione ecosistemica sia in qualche modo fine a sé stessa ed è essa stessa mistificante in quanto non coglie la strutturale necessità di una cura che riguardi l’intera biosfera del sistema Terra nella sua interezza, noi compresi sia in quanto soggetti direttamente interessati che in quanto strettamente dipendenti dalla salute degli ecosistemi con cui ci relazioniamo

Sarebbe allora più corretto parlare di difesa della biosfera oppure di difesa della vita, a sottolineare la natura sistemica del problema ecoclimatico nella sua interezza, più esplicitamente comprendente anche la specie umana come vittima oltre che come unico carnefice


Anche l’espressione “climate change” può essere fuorviante in quanto pur avendo valenza auto evidente non cattura l’elevata negatività del cambiamento, così come “global warming” ignora la portata di tutti i complessi effetti riassunti esclusivamente dall’incremento della temperatura media globale

Molto meglio usare espressioni come “crisi [o] emergenza ecoclimatica” per gridare esplicitamente la natura catastrofica di un cambiamento che è senza dubbio negativo in quanto minaccia sfacciata alle nostre change di sopravvivenza sul pianeta nel breve e medio termine

#crisiecoclimatica
[#climatechange]
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2022-05-14 10:40:07 “I bambini si buttano. Se non sanno qualcosa, ci provano. Non hanno paura di sbagliare.

Non voglio dire che sbagliare è uguale ad essere creativi. Ciò che sappiamo e che se non sei preparato a sbagliare, non ti verrà mai in mente qualcosa di originale.

Se non sei preparato a sbagliare; e quando diventano adulti la maggior parte di loro ha perso quella capacità. Sono diventati terrorizzati di sbagliare.

[…]

E il risultato è che stiamo educando le persone escludendole dalla loro capacità creativa. […] non diventiamo creativi, ma disimpariamo ad esserlo. Ci insegnano a non esserlo.

[…]

Il sistema [scolastico] è stato inventato in tutto il mondo […] per venire incontro ai fabbisogni industriali.

Credo che la nostra unica speranza per il futuro sia di adottare una nuova concezione di ecologia umana, nella quale cominciare a ricostruire la nostra concezione della ricchezza delle capacità umane.

Il nostro sistema educativo ha sfruttato le nostre teste come noi abbiamo sfruttato la terra: per strapparle una particolare risorsa. E per il futuro non ci servirà.”

#omologazione
#scuola | guarda
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