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La retorica degli opposti e delle categorie con le quali suddi | GaiaPost

La retorica degli opposti e delle categorie con le quali suddividere i comportamenti delle persone appare stantia e poco utile ai fini di una descrizione approfondita dell’essere umano

Piuttosto la comparsa di una contrapposizione nelle narrazioni che srotoliamo della realtà dovrebbe essere occasione di sorpresa dal momento in cui rivela l’esistenza di una nuova coordinata su un asse virtuale nel quale proiettare le infinitamente complesse interrelazioni umane

Detto altrimenti, la logica binaria che utilizziamo per suddividere opposti estremi in realtà puntella una direzione percorribile ambo i versi attraverso i molteplici punti intermedi che la compongono, direzione che individua una semplice scelta di prospettiva


Quale prospettiva dunque per l’imborghesimento? La contrapposizione tra bene pubblico e proprietà privata si rispecchia anche nella psicologia delle persone e nel loro approccio alle soggettive priorità di vita

L’imborghesimento può colpire chiunque, senza distinzione tra generi, classi e appartenenza politica, anche se appare ragionevole supporre vivide variazioni nelle densità di probabilità delle sue manifestazioni in correlazione al ceto sociale di riferimento

Il discrimine principale sintomatico di una mentalità imborghesita nasce proprio dal rapporto con la proprietà privata che si possiede. Per tanti il rapporto con il bene pubblico, le infrastrutture e i luoghi di socializzazione in generale risulta deludente tanto da giudicare inconcepibile un utilizzo differente del tempo dedicato alla socialità da quello attinente il proprio status sociale

Alcuni insomma sentono il peso di un giudizio sociale immaginario o meno o comunque nutrono immotivato timore per una variazione delle proprie abitudini di ritrovo e di socializzazione che sembra direttamente correlato alla fascia di reddito di appartenenza, timore spesso evoluto in semplice indifferenza

Tale timore, lungi dall’essere innato, è piuttosto indotto attraverso una catena classista di natura ereditaria, e si mostra più aggressivo in corrispondenza di minacce di rottura con esso per farsi più docile nelle occasioni maggiormente conformiste


Ed è qui che irrompe il peso della proprietà privata. A volte è evidente una forte correlazione tra opportunità economiche differenti e un restringimento degli orizzonti di compatibilità nella socializzazione, ovvero una riduzione nella varietà dei modi compatibili tramite i quali si socializza, non un restringimento della socializzazione in sé

Banalmente, chi ha meno occasioni di spendere in feste di gala, matrimoni, discoteche, viaggi intercontinentali e ristoranti ha poche scelte davanti a sé: quella conservatrice o quella progressista

La prima si fonda sul nutrimento di una costante invidia sociale condita con frustrazione che non fa che gonfiare ulteriormente il disprezzo classista verso chi si mostra intellettualmente autonomo dai bisogni indotti dal ceto sociale di propria ammirazione

La seconda è proprio abbracciare un’autonomia intellettuale dalle necessità materiali che il dogma dell’emancipazione capitalista telediffonde a tutte le frequenze

La realtà liberatoria della seconda scelta è evidente ma difficile da interpretare in tutta la sua profondità, per via della sua estrema lungimiranza nel condursi rettamente verso un progetto simil-utopico, e dunque anche ammirevolmente avvincente


In realtà è più un percorso che include un rigetto quanto più totale possibile dei giudizi di merito di natura ereditaria su opportunità di socializzazione altrimenti viste come non convenzionali o addirittura sconvenienti

Ciò include una messa in discussione anche dei rapporti con la tecnologia e con i social, col proprio corpo e con i sessi e i generi, delle relazioni personali intime e di amicizia, dei rapporti familiari, delle informazioni con cui scegliamo di farci stimolare, delle passioni che nutriamo e delle persone che frequentiamo
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