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Prof. Vincenzo Giordano

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Gli ultimi messaggi 7

2023-04-22 13:15:53 Willard Van Orman Quine (1908-2000), filosofo e logico statunitense, rimosse i simboli "1", "!" e "?" dai tasti della sua macchina da scrivere Remington del 1927 e li sostituì con simboli logici.
Qualcuno gli chiese come facesse a scrivere senza utilizzare il punto interrogativo.
Quine rispose:
"Be', vedi, io mi occupo di certezze".
https://www.facebook.com/346774217614406/posts/542220418069784
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Aprire / Come
2023-04-20 20:35:43
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Aprire / Come
2023-04-20 20:35:42 Con il suo articolo sul moto browniano, pubblicato nel 1905 sugli "Annalen der Physik", Einstein fornì la prima dimostrazione incontrovertibile dell'esistenza dell'atomo.
L'articolo, però, non riscosse grande attenzione e ben presto Einstein fu assorbito dal suo lavoro sulla relatività generale.
Così, a conquistarsi il titolo di primo vero eroe dell'era atomica (anche se altri prima di lui se ne erano già occupati), fu Ernest Rutherford.
Nato nel 1871 presso la città di Nelson nell'Isola Meridionale della Nuova Zelanda, da genitori emigrati dalla Scozia per far crescere poco lino (il padre era un uomo energico e ingegnoso che cambiò mestiere più volte: fu agricoltore, poi mise su una fabbrichetta e infine avviò, appunto, un'azienda produttrice di lino) e molti figli (Ernest aveva sei fratelli e cinque sorelle), diventato adulto nella parte più remota di un paese remoto, il giovane Rutherford era più che mai distante dalle correnti del pensiero scientifico.
Nel 1895, tuttavia, vinse una borsa di studio che lo portò al Cavendish Laboratory della Cambridge University, in quello che, cioè, stava per diventare il laboratorio di fisica più importante del mondo.
In realtà, Rutherford arrivò secondo nel concorso, ma poiché il primo rinunciò, lui ebbe la borsa che gli consentì di proseguire i suoi studi in Inghilterra.
Si racconta che, quando giunse la notizia della sua vittoria, Rutherford stesse cavando patate nei campi, cosa verosimile nell'ambiente in cui viveva, e che abbia detto:
"Questa è l'ultima patata che scaverò in vita mia".
Dovette farsi prestare il prezzo del biglietto per raggiungere la sua meta anelata, Cambridge.
È noto che i fisici disprezzano tutti gli altri scienziati.
Rutherford non faceva eccezione e una volta disse:
"Tutta la scienza o è fisica o è collezione di francobolli".
Si potrebbe facilmente intuire quello che provò quando sua moglie lo lasciò per mettersi con un chimico.
"Se si fosse presa un torero, avrei anche potuto capirla, ma un chimico...", confessò il fisico austriaco Wolfgang Pauli ad un suo amico.
Non solo.
Per ironia della sorte, quando nel 1908 gli venne assegnato il premio Nobel, non fu per la fisica, ma proprio per la chimica. Rutherford non era un uomo particolarmente brillante e, come molti altri grandi fisici sperimentali, non aveva una eccessiva simpatia per la matematica: spesso, mentre faceva lezione, si perdeva a tal punto tra le equazioni da vedersi costretto a lasciarle a metà, chiedendo agli studenti di risolverle da sé per esercizio.
Secondo James Chadwick (lo scopritore del neutrone), Rutherford non se la cavava benissimo neppure con gli esperimenti.
Era semplicemente un uomo tenace e di larghe vedute: posto dinanzi ad un problema difficile, era pronto a lavorare più intensamente e più a lungo di chiunque altro.
La sua più grande scoperta, la struttura e la natura dell'atomo, fu possibile perché fu disposto a trascorrere ore incredibilmente tediose seduto davanti a uno schermo a contare le scintillazioni delle particelle α.
Rutherford fu tra l'altro forse il primo in assoluto a comprendere che il potere insito nell'atomo avrebbe potuto fornire bombe tanto potenti da "mandare in fumo questo vecchio mondo".
Dal punto di vista fisico era un uomo grosso e poderoso, con una voce rimbombante.
C. P. Snow ricordava come una volta, in una sartoria di Cambridge, avesse udito Rutherford commentare:
"Ogni giorno aumento di circonferenza. E di intelligenza".
https://www.facebook.com/346774217614406/posts/541351381490021
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2023-04-19 21:02:54
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Aprire / Come
2023-04-19 21:02:53 Da qualche giorno è in programmazione al cinema una commedia romantica e centinaia di coppie sono in fila alla biglietteria, ma il numero di posti disponibili non è sufficiente a soddisfare tutte le richieste.
Ogni coppia (fortunata) che riesce ad accaparrarsi i biglietti, entra in sala e sceglie due posti adiacenti.
Supponiamo che tale scelta venga effettuata in maniera del tutto casuale: ai due interessa solo stare vicini e il fatto che i posti siano al centro di una fila o accanto al corridoio, in fondo o davanti allo schermo, non è rilevante.
Supponiamo altresì che, una volta sistematasi, nessuna coppia sia disposta a spostarsi per cedere il posto ad un'altra (non c'è possibilità di ripensamenti o concessione di gentilezze): proprio per questo, nel momento in cui scopre che sono rimasti solo posti singoli, il botteghino, per evitare litigi e discussioni, cessa di vendere biglietti.
Inizialmente, quando la sala è semivuota, ogni coppia trova facilmente due posti affiancati, ma man mano che si riempie, cresce il numero di posti singoli inutilizzabili da una coppia.
Nella realtà, spesso la gente crea intenzionalmente questi spazi "morti" solitari, per appoggiarci la giacca o la borsa o per evitare la condivisione del bracciolo con qualcuno che non si conosce (decisamente più probabile la seconda motivazione).
Ma nel modello che ci siamo costruiti, questi posti "cuscinetto" nascono solo casualmente.
Ora la domanda che ci si pone è questa: quando non resta più posto per una nuova coppia, quale frazione dei posti del cinema rimane vuota?
I calcoli sono abbastanza complicati (e non intendo riportarli) ma, nel caso di un cinema con molti posti in ogni fila, si dimostra che la risposta tende al valore che vedete in figura (il reciproco del quadrato del numero e di Nepero), cioè che circa il 13,5% dei posti va sprecato.
È davvero sorprendente notare che, al pari di π, il numero di Nepero (o Eulero) sia onnipresente!
Quel numero magico 1/e^2 è apparso per la prima volta in un articolo di chimica organica e recentemente lo si è ritrovato nel problema del parcheggio casuale (un classico enigma del calcolo delle probabilità e della meccanica statistica).
Un problema simile è stato affrontato dagli informatici nel loro studio degli algoritmi di "accoppiamento goloso casuale" per abbinare nodi adiacenti all'interno di una rete.
https://www.facebook.com/346774217614406/posts/540842941540865
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2023-04-18 19:02:46
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Aprire / Come
2023-04-18 19:02:46 Nel 1921 Paul Dirac si laureò in Ingegneria ma, a causa della depressione economica di quegli anni, non fu facile per lui trovare lavoro.
Tuttavia ottenne una borsa di studio in matematica che gli consentì di restare per altri due anni all'Università di Bristol, dove si distinse come uno degli studenti più brillanti del suo corso.
La svolta si verificò nel 1923 quando si spostò al St. John's College di Cambridge, per studiare sotto la guida di Ebenezer Cunningham, il massimo esperto locale della teoria della relatività generale.
Il caso volle che costui fosse troppo impegnato per prendere altri studenti, per cui a Dirac venne assegnato d'ufficio come supervisore Ralph Fowler, il maggior esponente a Cambridge della nascente fisica atomica.
Fu grazie a lui che per Dirac si schiusero le porte del mondo quantistico, un mondo così nuovo e pieno di sorprese e di sfide.
Nel corso di soli due anni di studio Dirac riuscì a padroneggiare quello strano e affascinante mondo, nei successivi dieci mutò per sempre la nostra visione del mondo.
Nel tentativo di rendere la meccanica quantistica compatibile con la teoria della relatività giunse alla scoperta dell'esistenza dell'antimateria, una delle più grandi scoperte di tutti i tempi.
Risulta decisamente curioso il fatto che, se da un lato, arrivando a Cambridge, fu il caso a farlo avvicinare alla meccanica quantistica, dall'altro i suoi studi, assieme a quelli di Bohr, Heisenberg, Schrödinger, Pauli e molti altri, dimostrarono manifestamente che proprio la matematica del caso, cioè la probabilità, era la vera e unica base concettuale su cui erigere il maestoso edificio della nuova fisica atomica.
https://www.facebook.com/346774217614406/posts/540277694930723
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Aprire / Come
2023-04-17 13:41:17
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2023-04-17 13:41:16 Siete a Firenze davanti al "David" di Michelangelo.
Se siete troppo vicini, per ammirarlo vi verrà il torcicollo e riuscirete ad osservarlo solo da un'angolazione piuttosto stretta.
Se siete distanti, sarete costretti a sforzare la vista e inutilmente, perché continuerete ad osservarlo da un'angolazione molto stretta.
In quale punto vi conviene sistemarvi per poter contemplare nel miglior modo possibile questo straordinario capolavoro?
Più in generale, se siete in piedi vicino ad una statua che poggia su un piedistallo, esiste una distanza di osservazione ottimale che vi consenta di godere la visuale migliore dell'opera d'arte?
Questo problema fu posto nel 1471 dal matematico e astronomo tedesco Johann Muller, noto col nome di Regiomontano, e rappresenta il primo problema di ottimizzazione apparso nella storia della matematica sin dai tempi dell'antichità.
https://www.facebook.com/346774217614406/posts/539650618326764
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Aprire / Come
2023-04-16 16:21:11
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