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Prof. Vincenzo Giordano

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Gli ultimi messaggi 5

2023-05-04 20:17:17
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Aprire / Come
2023-05-04 20:17:17 Nel 1856 un'alleanza tra Francia, Regno Unito, Regno di Sardegna e Ottomani inflisse una pesante sconfitta alla Russia, dopo l'assedio di Sebastopoli.
Questa umiliazione che pose fine alla guerra di Crimea scoppiata tre anni prima, scatenò un forte malcontento pubblico in Russia. Molti nobili che possedevano vaste tenute in campagna e che vi soggiornavano solo sporadicamente (preferendo i piaceri mondani e l'attività politica di San Pietroburgo), dinanzi alla ribellione di contadini e liberali, si videro costretti a cambiare abitudini e a trascorrere più tempo in campagna, dando più ascolto alle lamentele di coloro che lavoravano alle loro dipendenze.
Per tale ragione, nel 1858, il generale dell'artiglieria dell'esercito imperiale russo, Vasilij Korvin-Krukovskij, proveniente da una famiglia di alto rango della nobiltà russa, mosso da comprensibile prudenza, si trasferì con la sua famiglia presso la sua tenuta di campagna a Palibino, vicino a San Pietroburgo.
Fece ristrutturare tutta la casa, ma la carta da parati si rivelò insufficiente per tappezzare la cameretta della sua bambina.
Dal momento che nell'immensa e arretrata Russia zarista la carta tardava mesi ad arrivare dopo l'ordine, il generale pensò di utilizzare come sostituto le pagine di un vecchio libro di testo, le lezioni di calcolo differenziale e integrale di Mikhail Ostrogradskij. Animata da un ardente desiderio di comprendere qualsiasi cosa la incuriosisse, quella bambina di 11 anni trascorreva ore e ore a fissare quei simboli misteriosi e quelle formule arcane impresse sulle pareti della sua cameretta, nel tentativo (vano) di afferrarne il senso.
Limiti, derivate, integrali...
"Naturalmente, non potevo ancora capire il significato di questi concetti, che però agivano sulla mia immaginazione, instillando in me una venerazione per la matematica, come una scienza nobile e misteriosa che apriva ai suoi iniziati un nuovo mondo di meraviglie, inaccessibili ai comuni mortali".
Così avrebbe scritto anni dopo nella sua autobiografia "Memorie d'infanzia".
Quella bambina non solo sarebbe arrivata a padroneggiare il calcolo infinitesimale, ma si sarebbe spinta fino alle frontiere della ricerca matematica.
Occupandosi di equazioni differenziali alle derivate parziali, di meccanica (rotazione di un corpo rigido attorno ad un punto fisso) e della diffrazione della luce da parte dei cristalli, quella bambina avrebbe stupito con le sue scoperte e la sua eccezionale abilità i più importanti matematici del suo tempo. Quella bambina sarebbe diventata "la prima grande signora della matematica" (secondo le parole del matematico americano Mark Kac), la terza donna nella storia a diventare docente universitario in Europa (dopo Laura Bassi e Maria Agnesi), nonché la prima ad essere titolare di una cattedra di matematica.
Quella bambina si chiamava Sofia Kovalevskaja.
https://www.facebook.com/346774217614406/posts/548741857417640
114 views17:17
Aprire / Come
2023-05-04 19:17:16 Ho votato per la prima volta alle elezioni amministrative che si tennero il 6 e 7 maggio 1990.
Ricordo che, in quell'occasione, fresco dei miei 18 anni compiuti da poco, decisi di leggere attentamente i programmi di (quasi) tutti i partiti e di seguire anche qualche comizio.
Fu proprio durante uno di questi che si verificò un curioso incidente.
Il politico di turno si era preparato un discorso articolato, pieno di affermazioni e promesse solenni, fitto di orpelli, artifici e svolazzi retorici atti ad incantare il pubblico, talmente lungo da riempire ben 5 fogli che aveva davanti a sé.
Confesso che la visione di quelle 5 cartelle mi spaventò e sperai in cuor mio che qualcosa lo inducesse ad avere pietà dell'uditorio e a dimostrare la sua arte oratoria, evitando inutili ridondanze e puntando all'essenziale e alla sintesi.
In effetti qualcosa accadde.
Proprio mentre l'oratore si apprestava ad iniziare il suo discorso, una finestra si spalancò ed un colpo di vento scagliò in aria i fogli, sparpagliandoli per terra.
Il poveretto si precipitò affannosamente a raccogliere le cartelle una dopo l'altra e alla rinfusa.
Qual era la probabilità che l'ordine fosse quello corretto?
Me lo chiesi immediatamente e, in effetti, la matematica gli era decisamente contro.
Il tizio avrebbe dovuto prendere la prima pagina giusta (con probabilità 1/5), pescare la seconda giusta (con probabilità condizionata pari a 1/4, perché a terra ne sarebbero rimaste 4), scegliere la terza esatta (con probabilità condizionata 1/3), la seconda ancora giusta (con probabilità condizionata 1/2) e la quinta esatta (con probabilità condizionata 1, cioè con assoluta certezza).
In altre parole, la probabilità che riuscisse nella sua impresa era uguale a 1/5 per 1/4 per 1/3 per 1/2 per 1 cioè 1/120: lo 0,83%. Sono convinto che quel politico avesse imparato a memoria il suo discorso perché, a dispetto di tutto, sfidando le leggi della matematica, purtroppo, quell'inconveniente non ebbe alcuna conseguenza sulla durata del comizio.
https://www.facebook.com/346774217614406/posts/548718117420014
129 views16:17
Aprire / Come
2023-05-02 16:37:03
150 views13:37
Aprire / Come
2023-05-02 16:37:02 Un conte organizza una grande festa.
Puntuali, arrivano gli n invitati.
All'ingresso, ciascuno consegna il proprio cappello al maggiordomo.
Ma i cappelli sono difficilmente distinguibili e, alla fine della festa, il maggiordomo sbadato li restituisce in modo del tutto casuale.
Qual è la probabilità che nessuno degli invitati riabbia il proprio cappello?
Questo è il classico problema dei cappelli scambiati che ha numerose varianti.
Una segretaria distratta mette n lettere a caso in n buste già indirizzate.
Qual è la probabilità che a nessuno dei destinatari sia inviata la lettera che aspetta?
Tutti gli n marinai di una nave vanno in libera uscita, tornano ubriachi e si coricano ognuno in una cuccetta scelta a caso.
Qual è la probabilità che nessun marinaio dorma nella propria cuccetta?
La cosa straordinaria e stupefacente di questo problema è che oltre sei o sette cappelli, il numero n dei medesimi non ha quasi più nessun effetto sulla risposta.
Come mostra la tabella in figura, la probabilità che nessuno recuperi il suo cappello tende con notevole rapidità al valore 0,367879.
A prescindere se alla festa vi siano 10 o 10.000.000 di invitati, quella probabilità vale sempre 0,367879.
Non solo.
Se n tende a infinito, la probabilità che nessuno degli invitati riprenda il suo cappello è esattamente 1/e, dove e è il numero di Eulero (o Nepero), base dei logaritmi naturali.
https://www.facebook.com/346774217614406/posts/547557507536075
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Aprire / Come
2023-04-30 11:56:48
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Aprire / Come
2023-04-29 11:56:41
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Aprire / Come
2023-04-29 11:56:40 Una notte del 1946, Stanislaw M. Ulam, matematico e fisico polacco naturalizzato statunitense, si svegliò improvvisamente, sopraffatto da un terribile mal di testa.
Dalla camera d'albergo, provò a telefonare a sua moglie Françoise, tuttavia il suo discorso era confuso, a stento formulava parole.
Tentò di utilizzare sinonimi per le parole che non riusciva ad esprimere, ma quello che ne veniva fuori era un farfugliare privo di senso.
Subito dopo ebbe inizio un grave attacco cerebrale.
Ricoverato immediatamente, per svariati giorni Ulam fu sottoposto a numerose analisi cliniche - encefalogrammi, prelievo spinale, ed altre simili.
L'encefalogramma risultò anomalo.
Alla fine, il chirurgo, il dottor Rainey, decise di operarlo senza indugio.
Cosa che probabilmente gli salvò la vita dal momento che l'operazione d'urgenza alleggerì il suo cervello della forte pressione che era la causa di tutti i suoi disturbi.
Ulam rimase in coma post-operatorio per molti giorni.
Quando finalmente si svegliò, i medici lo dichiararono fuori pericolo ma chiesero a Françoise di tenere suo marito sotto osservazione nel caso che si manifestasse un qualche segno di cambiamento di personalità o il ripetersi dei disturbi.
Ulam venne sottoposto ad altri test ed esami, e la malattia fu diagnosticata come una probabile affezione virale dovuta al virus dell'encefalite.
Sebbene avesse riacquistato completamente la parola, Ulam temette a lungo che le sue facoltà mentali fossero state compromesse.
Una mattina il chirurgo gli domandò quanto facesse 13 più 8.
Il fatto che gli ponesse una simile domanda, lo mise talmente in imbarazzo che riuscì a malapena a scuotere la testa.
Allora il dottor Rainey lo incalzò chiedendogli quale fosse la radice quadrata di 20.
Al che Ulam rispose:
"Circa 4,4".
Il chirurgo rimase in silenzio, fino a quando Ulam chiese:
"Non è vero?".
A questo punto Rainey scoppiò a ridere, visibilmente sollevato e rincuorato, e disse:
"Io non lo so".
Un'altra volta, poiché Ulam si stava toccando la pesante benda attorno alla testa, il dottore lo rimproverò dicendogli che i batteri avrebbero potuto infettare la ferita.
Da buon matematico e fisico, Ulam ricordava la nozione di libero cammino medio fra i neutroni e domandò al dottore se conoscesse un libero cammino medio fra i batteri.
Invece di fornirgli una risposta, il dottore gli raccontò un'irripetibile barzelletta concernente un uomo seduto su un gabinetto di campagna e sul come i batteri balzassero fuori dall'acqua dello sciacquone.
https://www.facebook.com/346774217614406/posts/545792137712612
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Aprire / Come
2023-04-27 19:36:30
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Aprire / Come
2023-04-27 19:36:29 [2/2] reschezza gli apporti alla faccia quella continua mutazion d'aria? e se pur l'ha sentito, vorrà egli creder più le cose di dumila anni fa, succedute in Babilonia e riferite da altri, che le presenti e ch'egli in se stesso prova?".
In altre parole, quello che Galileo dice a Sarsi (o meglio Grassi) è: Non senti il fresco sulle guance quando ti affretti? Sei mai riuscito con le tue mani a prepararti un uovo sodo ruotandolo fortemente dentro una fionda sopra la tua testa? Oppure hai visto qualcun altro farlo? No? Allora o per bollire le uova con la fionda bisogna essere Babilonesi o (cosa assai più probabile) i testi a cui ti aggrappi raccontano colossali fandonie.
Grassi aveva ragione riguardo la natura delle comete, ma per un motivo sbagliato.
Galileo a volte era un po' spaccone e sull'origine delle comete si sbagliava clamorosamente.
Ma il suo metodo, il metodo scientifico basato sull'osservazione e sulla sperimentazione, metodo che ancora oggi, a volte, viene attaccato dai complottisti, antivaccinisti e terrappiattisti di turno e senza il quale non si arriva lontano, è indubbiamente quello giusto.
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Aprire / Come