2022-02-25 19:59:09
SPECIALE RUSSIA-UCRAINA: SANZIONI MAI VISTE?
A SWIFT reaction?
Le truppe russe hanno
ormai raggiunto Kiev e Putin avrebbe chiesto all’Ucraina di “arrendersi”. Ma le
sanzioni presentate in queste ore sul fronte occidentale non sembrano quelle "massicce" e “devastanti" promesse da mesi.
Mancano infatti
misure significative contro il settore energetico russo: Gazprombank, la principale banca russa che gestisce i pagamenti esteri per petrolio e gas non è finora stata oggetto di alcuna sanzione. E soprattutto
non si è trovato un accordo per l’esclusione della Russia dal sistema internazionale dei pagamenti SWIFT, richiesto a gran voce da Zelensky e considerato un'arma nucleare finanziaria. Queste sanzioni avrebbero causato forti danni economici alla Russia.
Ma anche a molti paesi europei, Germania e Italia in primis, che si sono quindi opposti a un accordo in tal senso.
Divieto d’accesso
Nonostante l’assenza di alcune misure importanti,
mai nella storia recente c’era stato un tale dispiegamento di sanzioni contro un paese con le dimensioni economiche della Russia e la sua integrazione nei mercati globali.
Le nuove sanzioni occidentali
congelano le transazioni in dollari, euro e sterline fino al 70% del settore bancario russo. Bloccano le esportazioni verso la Russia di
mezzi e software necessari per l’industria petrolifera e dell’aviazione. Così come quelle di tecnologie critiche per scopi militari compresi i
semiconduttori, con TSMC (il più grande produttore di chip del mondo) che ha già dichiarato che si conformerà alle nuove restrizioni.
Lasciati soli
Nel corso di questi mesi,
la minaccia delle sanzioni è stata usata dall’Occidente come deterrente per scoraggiare la Russia da qualsiasi azione militare in Ucraina. Anche dopo l’entrata dei soldati nel Donbass,
USA e Ue hanno evitato di imporre fin da subito le sanzioni più pesanti per scoraggiare un’invasione su larga scala.
Ora che
si combatte nelle strade di Kiev il fallimento di questa strategia è diventato palese. Lo stesso Biden ha ieri dichiarato che “nessuno si aspettava che le sanzioni impedissero che accadesse qualcosa”. Così
le sanzioni da deterrente sono diventate un mezzo punitivo. Un mezzo che, che secondo von der Leyen, “aumenterà i costi di prestito della Russia, la sua inflazione e l’erosione della sua base industriale”.
Possibile, ma occorrerà tempo. Quel tempo che l’Ucraina, invece, non ha.
Degli ultimi sviluppi della crisi parleremo oggi alle 18.00 nella tavola rotonda ISPI “Ucraina: se Kiev cade”. Seguila qui in diretta: https://www.ispionline.it/it/eventi/evento/ucraina-se-kiev-cade
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