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Gli ultimi messaggi 55

2022-05-02 19:27:48
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2022-05-02 19:27:40 SPECIALE RUSSIA-UCRAINA: I LIMITI DELLA SOLIDARIETÀ

Tappare i buchi
24 miliardi di euro. Sarebbe questo il valore degli aiuti che i Paesi occidentali hanno fornito all’Ucraina nei primi due mesi di guerra. La stima arriva dal Kiel Institute, che ha tracciato gli aiuti di UE, USA e altri governi G7. Aiuti destinati ad aumentare ancora: “finché proseguiranno gli attacchi e le atrocità, forniremo aiuti”, ha dichiarato sabato il presidente americano Biden.
Ma c’è un problema. Mentre gran parte di questa assistenza si concentra sul versante militare, crescono i rischi finanziari per l’Ucraina, un Paese effettivamente messo in ginocchio dal conflitto. Che si trova ora a dover colmare immediati e ingenti buchi di bilancio.

Economie di guerra
Oltre 10 di quei 24 miliardi di euro impegnati arrivano da Washington. E sabato Biden ha chiesto al Congresso americano di autorizzare un altro “pacchetto” da 33 miliardi, 20 dei quali dovrebbero essere divisi tra aiuti per difesa e sicurezza, e fornitura diretta di armamenti attinti dall’arsenale Usa.
Intanto l’offensiva russa nel Donbass prosegue, ma lentamente. Nel weekend gli ucraini hanno colpito un quartier generale russo nei pressi di Kharkiv, uccidendo un generale (il decimo dall’inizio delle operazioni) e, forse, ferendo Valerij Gerasimov, capo di Stato Maggiore in visita.
“Gli ucraini possono vincere”, continuano a dire dalla Casa Bianca. Ma accanto a quella militare si fa sempre più pressante la questione della “resistenza” economica.

Fino alla vittoria?
La Banca mondiale stima i soli danni alle infrastrutture ucraine in 60 miliardi di dollari. Come dire che per la ricostruzione bisognerebbe impegnare quasi la metà dell’intero PIL del Paese pre-invasione. PIL che però a sua volta si ridurrà di un 35%-50% quest’anno: peggio del primo anno di guerra in Siria.
Per non fallire, all’Ucraina servirebbero altri 15 miliardi di dollari di sostegno finanziario entro luglio, più del doppio dei 7 miliardi ricevuti nei primi due mesi. L’Ue ancora non si è mossa. La Casa Bianca, invece, pensa di metterne 8,5, ma entro fine anno.
Con l’ultimo pacchetto di aiuti chiesto da Biden, l’assistenza Usa raggiungerebbe un valore dello 0,25% del PIL americano. Più dei 42 miliardi dati in aiuti allo sviluppo dagli Usa a tutti i Paesi del mondo nel 2021. Sarà possibile fare di più?

Tutti gli aggiornamenti sul conflitto nel nuovo numero del nostro Daily Focus Speciale Ucraina: “Via da Mariupol”. Leggilo qui: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/speciale-ucraina-da-mariupol-34848

Iscriviti alla prossima tavola rotonda ISPI su “Gas: Europa alla resa dei conti. In rubli?”. Ne parleremo giovedì 5 maggio alle 18.00. Registrati qui per partecipare: https://www.ispionline.it/it/eventi/evento/gas-leuropa-alla-resa-dei-conti-rubli
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2022-03-02 19:39:09
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2022-03-02 19:39:03 SPECIALE RUSSIA-UCRAINA: QUOTA CENTO(DIECI)

In riserva
Oggi il petrolio ha superato i 110 dollari al barile: mai così alto dal 2014. È successo malgrado ieri l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) per far fronte ai rialzi abbia annunciato il rilascio sul mercato di 60 milioni di barili di petrolio, il 4% delle proprie riserve strategiche. È solo la quarta volta che accade in mezzo secolo.
L’invasione russa dell’Ucraina ha sconvolto un mercato già in subbuglio a causa della ripresa post-Covid. Oggi a ciò si aggiunge l’effetto sanzioni. Così salgono i prezzi delle materie prime, ridando spinta a quella inflazione che già pesa su tante famiglie. La IEA tenta di gettare acqua sul fuoco. Basterà?

Fuggi fuggi
Per ora, non sembra. I 60 milioni di barili rilasciati dai suoi 31 membri (grandi paesi consumatori di petrolio) nel giro di un mese equivalgono a circa il 2% della domanda mondiale. Ma la crisi coinvolge la Russia, che di domanda mondiale da sola ne soddisfa il 12% (è il terzo produttore al mondo).
E conta molto la percezione dei mercati. Le sanzioni attuali su Mosca non includono gas e petrolio. Ma i trader mondiali stanno di fatto evitando di comprare petrolio russo, per paura che nuove strette rendano quel petrolio invendibile nelle prossime settimane. Una paura talmente alta che oggi si stima che, malgrado il prezzo del petrolio alle stelle, il 70% del greggio russo stia faticando a trovare acquirenti.

Tira e molla
E a esplodere non sono soltanto i prezzi del petrolio. Oggi il gas in Europa ha fatto segnare un nuovo record, superando i massimi di sempre raggiunti solo a dicembre. E sulle materie prime negli ultimi sei mesi si va dal +51% del grano (Russia e Ucraina producono il 13% del totale mondiale) fino al +600% del neon (quota russo-ucraina: 45%).
Tanto che oggi anche l’inflazione in Eurozona ha raggiunto un nuovo record: +5,8%. Così i governi occidentali si trovano già di fronte a un bivio: continuare con la strategia di “massima pressione” su Mosca, sperando che gli oligarchi si rivoltino contro Putin, o iniziare a ragionare di de-escalation.
Certo, in un conflitto che si fa di ora in ora più violento la seconda ipotesi è pura accademia. Ma per quanto ancora resteranno unite le cancellerie d’Europa?

Degli sviluppi della guerra in Ucraina parleremo anche oggi alle 19.00 nella tavola rotonda ISPI “Ucraina: dall’escalation militare all’emergenza profughi”. Iscriviti qui per partecipare: https://www.ispionline.it/it/eventi/evento/ucraina-dallescalation-militare-allemergenza-profughi
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2022-03-01 19:39:49
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2022-03-01 19:39:42 SPECIALE RUSSIA-UCRAINA: ACCOGLIENZA STRAORDINARIA

Esodo ucraino
660mila profughi ucraini in sei giorni. Questa è la portata del flusso migratorio in corso dall’Ucraina ai paesi vicini, di fronte al quale i numeri delle passate ondate verso l’Europa impallidiscono. Nel 2015, anno record per le migrazioni in Europa, ci vollero quattro mesi per superare il mezzo milione di arrivi. E alla fine dell’anno furono circa 1,3 milioni i profughi, in prevalenza siriani, ad entrare in Europa: un numero che nel caso degli ucraini potrebbe essere triplo.
La maggior parte di questi ultimi sono donne e bambini, visto che per gli uomini ucraini è in vigore la coscrizione obbligatoria. Le mete più “gettonate” Polonia e Ungheria, che al momento ospitano il 73% dei profughi. Non proprio due campioni di accoglienza in passato.

Rifugiati... e rifugiati
La Polonia si è detta pronta ad accogliere fino a un milione di ucraini ai quali, stando alle parole del ministro degli interni, fornirà rifugio e assistenza. E dire che solo lo scorso novembre, di fronte ai circa 10.000 richiedenti asilo mediorientali spinti dalla Bielorussia verso la Polonia, la reazione di Varsavia era stata ben diversa: soldati al confine e respingimenti.
Ma la stessa inversione a U si osserva in Ungheria, dove il "non lasceremo entrare nessuno" rivolto da Orban ai rifugiati africani è diventato un “stiamo facendo entrare tutti” gli ucraini. Insomma, non tutti i rifugiati sono uguali. Come d’altronde ha sottolineato questa settimana il primo ministro bulgaro Borisov, secondo cui “questi non sono i rifugiati a cui siamo abituati, sono europei, persone intelligenti e istruite”.

Aria di cambiamento?
Dalla crisi del 2015, l’Europa si è dotata di nuovi strumenti per far fronte a nuove possibili emergenze migratorie. Ma la soluzione ora scelta dagli Stati membri arriva del passato. Ci sarebbe ampio sostengo per l’attivazione della direttiva pensata (ma mai usata) per far fronte alle migrazioni legate alla guerra nell’ex Jugoslavia. Data di approvazione: 2001.
In questo modo, tutti i profughi ucraini potrebbero muoversi e lavorare all’interno dell’Europa per un massimo di tre anni senza dover far richiesta di asilo. Certo, la distribuzione tra paesi resta su base volontaria e si potrebbero così ripresentare contrasti già noti. Ma si eviterebbe così quell’ingolfamento dei sistemi di asilo europei che ha condannato molti siriani in un limbo legale senza possibilità di lavorare per anni.
Se Putin puntava a un’Europa più divisa e isolazionista, al momento sembra aver fatto male i conti.

Della crisi migratoria parleremo anche domani alle 19.00 nella tavola rotonda ISPI “Ucraina: dall’escalation militare all’emergenza profughi”. Iscriviti qui per partecipare: https://www.ispionline.it/it/eventi/evento/ucraina-dallescalation-militare-allemergenza-profughi

Ascolta la nuova puntata di Globally, il nostro podcast sulla geopolitica. Dopo i colloqui di ieri alla frontiera bielorussa, approfondiamo il ruolo della diplomazia nella guerra tra Russia e Ucraina. Qui: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/podcast-globally-la-diplomazia-nella-guerra-tra-russia-e-ucraina-33871
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2022-02-28 20:35:58
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2022-02-28 20:35:51 SPECIALE RUSSIA-UCRAINA: KIEV, TI A(R)MO

C’è sempre una prima volta

Ieri l’UE ha deciso di stanziare 500 milioni di euro in armamenti per l’esercito ucraino. È la prima volta di sempre che l’Europa fornisce materiale bellico a un paese. Mentre è la prima volta dalla Seconda guerra mondiale che Germania e Svezia inviano armi verso un paese in guerra.
Due “prime volte” che si sommano alla nuova ondata di sanzioni occidentali verso la Russia. Sanzioni persino più pesanti del previsto che, per la prima volta, attaccano direttamente una banca centrale delle dimensioni di quella russa (congelando parte dei suoi 630 miliardi di dollari di riserve), oltre ad estromettere (per la prima volta) alcune banche russe dal sistema SWIFT.

Qualcosa è cambiato
Insomma, nel giro di un fine settimana il mondo è cambiato profondamente. La NATO è sempre più attiva sul “fronte orientale”, con migliaia di nuovi soldati e mezzi. E i governi europei sono alle prese con la più grande revisione delle proprie posizioni sulla difesa da decenni: sono ormai 18 su 27 gli stati membri che invieranno armi a Kiev.
E Bruxelles? In teoria sarebbero proprio i Trattati a proibire l’uso del bilancio Ue per spese con “implicazioni nel settore militare o della difesa”. Ma neanche un anno fa si era trovata una scappatoia istituendo lo “Strumento europeo per la pace”: fondo che opera fuori bilancio, ma sempre con i contributi di tutti gli stati membri. Ecco come oggi l’Ue può inviare, per la prima volta nella storia, armi in un’area di crisi.
Misure straordinarie per tempi straordinari.

Piano inclinato
Assieme a Bruxelles, anche la Svezia ha deciso di rompere un tabù. Non è la prima volta che il governo svedese fornisce armi per contrastare le mire espansionistiche di Mosca: era accaduto nel 1939, contro l’Unione sovietica di Stalin che aveva dichiarato guerra alla Finlandia. Un contesto leggermente diverso.
E il blocco delle esportazioni di armi in paesi in conflitto in fondo una sua ratio ce l’aveva: oltre a tentare di favorire una risoluzione diplomatica rispetto a una violenta, inviare armi durante una guerra comporta grandi rischi. Il primo: non è semplice assicurarsi che le armi restino nelle mani degli attori “giusti”.
E in questo caso ce n’è un secondo: che un'escalation militare dia a Putin il pretesto per azioni più sanguinose.

Degli ultimi sviluppi della guerra parleremo questa sera alle 19.00 nella tavola rotonda ISPI”Ucraina: prove di resistenza”. Registrati qui per seguire: https://www.ispionline.it/it/eventi/evento/ucraina-prove-di-resistenza

Nell’ISPI Daily Focus di oggi tutti gli ultimi aggiornamenti sulla guerra “Speciale Ucraina: colloqui in corso”. Leggilo qui: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/speciale-ucraina-colloqui-corso-33748
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2022-02-28 20:05:31 SPECIALE UCRAINA: COLLOQUI IN CORSO

Proseguono in Bielorussia i colloqui tra le delegazioni ucraina e russa. Kiev chiede il cessate-il-fuoco, mentre Putin ieri ha messo in “allerta speciale” le forze di deterrenza nucleare. Intanto, l’UE adotta una decisione storica: “Forniremo armi a Kiev”.

Leggi il nostro Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/speciale-ucraina-colloqui-corso-33748
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2022-02-28 14:12:40 EVENTO OGGI ALLE 19.00: "UCRAINA: PROVE DI RESISTENZA"

Mentre al confine bielorusso ha inizio un primo tentativo di colloquio tra delegazioni russe e ucraine, nel paese invaso si combatte per le strade, dove le truppe di Mosca hanno incontrato un’inattesa e organizzata resistenza da parte di militari, riservisti e civili armati. Ma la resistenza è stimolata anche dalle mosse strategiche della leadership ucraina, e ora sostenuta dagli alleati europei con l'invio di armi e aiuti. Come sta evolvendo la situazione?

Ne parleremo stasera alle 19.00 nella tavola rotonda ISPI.
Per partecipare: https://www.ispionline.it/it/eventi/evento/ucraina-prove-di-resistenza#FORM
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