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Fiabe per tutti

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Indirizzo del canale: @fiabe
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Fiabe per tutte le età Contattaci per ogni info @Deejay_k Sezioni #Grimm #Esopo #Fedro #Andersen #Perrault #wilde #Capuana #Aforisma #regionali #ascoltare #moderne #classica #internazionali #Natale #biografia

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2022-02-14 12:08:56 Alcune sezioni disponibili per una rapida ricerca #Grimm #Esopo #Fedro #Andersen #Perrault #wilde #Aforisma #regionali #ascoltare #moderne #classica #internazionali #Natale #biografia. Vi ricordo che è anche possibile usare il tasto cerca all'interno del canale o visionare nel menù del canale i fìle ed i link postati in passato.

https://t.me/fiabe
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2022-02-07 21:30:00 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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2022-02-07 21:29:57 Il principe granchio
di Italo Calvino

n.69 Tot.

C'era una volta un pescatore che non riusciva mai a pescare abbastanza da comprare la polenta per la sua famiglia.
Un giorno, tirando le reti, sentì un peso da non poterlo sollevare: tira e tira, era un granchio così grosso che non bastavano due occhi per vederlo tutto.
Il pescatore tornò a casa col granchio in spalla, e disse alla moglie di mettere la pentola al fuoco che lui sarebbe tornato con la polenta.
E andò a portare il granchio al palazzo del re per venderlo.
Il re gli disse: Ma cosa vuoi che me ne faccia di un granchio?
Vai a venderlo a qualcun altro.
Il quel momento entrò la figlia del re che pregò il padre di comprarle quel granchio, per metterlo nella peschiera insieme con i cefali e le orate.
Il re la accontentò. Il pescatore mise il granchio nella peschiera e ricevette una borsa di monete d'oro che bastava a dar polenta per un mese ai suoi figlioli.
La principessa non si stancava mai di guardare quel granchio e non s'allontanava mai dalla peschiera. Aveva imparato tutto di lui, delle sue abitudini, e sapeva anche che da mezzogiorno alle tre spariva, ma non sapeva dove andasse.
Un giorno bussò al palazzo un povero vagabondo e la figlia del re gli buttò dalla finestra una borsa di monete d'oro, ma il vagabondo non fu lesto a prenderla e la borsa cadde in un fosso.
Il vagabondo scese nel fosso per cercarla, si cacciò sott'acqua e si mise a nuotare.
Il fosso comunicava con la peschiera del re attraverso un canale, sotterraneo che finiva chissà dove. Continuando a nuotare il vagabondo si trovò in una bella vasca, in mezzo a, una gran sala tappezzata di tendaggi e con una tavola imbandita.
L'uomo si nascose dietro i tendaggi.
A mezzogiorno in punto, spuntò fuori dall'acqua una fata seduta sulla schiena di un granchio.
La fata toccò il granchio con la sua bacchetta e, dalla scorza dell'anima
le, uscì fuori un bel giovane. Il giovane si sedette a tavola, la fata batté la bacchetta e nei piatti comparvero le vi- vande. Quando il giovane ebbe mangiato e bevuto, tornò nella scorza del granchio. La fata lo toccò con la bacchetta magica e il granchio la riprese in groppa e scomparvero sott'acqua. Il vagabondo tornò dalla principessa e le raccontò tutto quello che aveva visto.
Adesso so dove va il granchio da mezzogiorno alle tre! - disse la figlia del re.
Domani a mezzogiorno andremo a vedere insieme.
Ed ecco che l'indomani, a mezzogiorno, spuntò fuori la fata in groppa al granchio; la fata batté la bacchetta e il bel giovane uscì per andare a mangiare.
Alla principessa il giovane uscito dal granchio piacque moltissimo e subito se ne innamorò.
Così si infilò dentro la scorza vuota del granchio, senza farsi vedere da nessuno.
Quando il giovane rientrò nella scorza trovò quella bella ragazza e le chiese che cosa ci faceva.
Io voglio liberarti dall'incantesimo, insegnami cosa devo fare disse la figlia del re.
Devi andare su uno scoglio in riva al mare e metterti a suonare e cantare; la fata va matta per la musica e uscirà dal mare per ascoltarti e ti chiederà di suonare ancora.
Tu allora le dovrai chiedere che ti dia quel fiore che lei ha in testa: quando avrai quel fiore in mano, io sarò libero perché quel fiore è la mia vita rispose il giovane.
Il giorno seguente la ragazza si recò in riva al mare e, seduta su uno scoglio, cominciò a suonare il violino.
Dalle onde venne su la fata che chiese alla principessa di suonare ancora.
La giovane disse che in cambio voleva, il fiore; la fata rispose: - Eccolo! - e lo buttò in mare più lontano che poteva.
La principessa si tuffò in acqua e riuscì ad afferrare il, fiore.
In quel momento sentì una voce che diceva: - M'hai ridato la vita e sarai la mia sposa.
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2022-02-07 21:21:07 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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2022-02-07 21:21:01 #biografia #wilde
https://telegra.ph/Biografia-Oscar-Wilde-02-07
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2022-02-07 20:53:17 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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2022-02-07 20:53:13 L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, poi ti spiega la lezione.

Oscar #wilde #Aforisma
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2022-02-07 20:43:30 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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2022-02-07 20:43:16 Tutti andarono al funerale del piccolo Hans, poiché era molto popolare, e il Mugnaio era naturalmente in prima fila e ogni tanto asciugava gli occhi con un grosso fazzoletto da tasca.
“Il piccolo Hans è certo una gran perdita per tutti”, disse il Fabbro quando il funerale fu terminato.
“Una gran perdita almeno per me”, rispose il Mugnaio. “Pensare che gli avevo praticamente dato la mia carriola, e adesso non so veramente che farmene. A casa e l’ho sempre fra i piedi, e poi è in condizioni così cattive che a venderla non mi darebbero niente. Certo d’ora in avanti ci penserò due volte prima di regalare qualcosa. A essere generosi ci si rimette sempre.”
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2022-02-07 20:43:16 Era una giornata molto calda. Tuttavia Hans proseguì con coraggio, e alla fine arrivò al mercato. Dopo aver atteso un po’, vendette il sacco di farina per un buon prezzo, e tornò subito verso casa, perché aveva paura, se si fosse fermato sino a tarda ora, di poter incontrare per strada i ladroni.
La mattina dopo di buon’ora il Mugnaio venne a ritirare il denaro del suo sacco di farina, ma il piccolo Hans dalla stanchezza era ancora a letto.
“Parola mia”, disse il Mugnaio, “sei proprio pigro. L’ozio è un peccato grave, e certamente non mi fa piacere l’idea che uno dei miei amici sia pigro. Non te ne avere a male se ti parlo chiaro e tondo. Naturalmente non mi sognerei di farlo se non fossi tuo amico. Ma a che serve l’amicizia, se non si può dire esattamente quello che si vuole?”
“Mi dispiace molto”, disse il piccolo Hans, stropicciandosi gli occhi, “ma ero così stanco che ho pensato di restare a letto ancora un po’.”
“Be’”, disse il Mugnaio, assestando una pacca sulla schiena del piccolo Hans, “voglio che tu venga al mulino non appena ti sarai vestito, ad aggiustarmi il tetto del fienile.”
Il povero piccolo Hans aveva molta fretta di andare a lavorare nel suo giardino, perché erano due giorni che non innaffiava i fiori, ma non voleva dire di no al Mugnaio, che era tanto un buon amico. Così andò al fienile del Mugnaio. Ci lavorò tutto il giorno, fino al tramonto, e al tramonto, il Mugnaio venne a veder come procedeva il lavoro.
“Adesso è a posto”, disse il piccolo Hans, scendendo giù per la scala.
“Ah!”, disse il Mugnaio. “Non c’è lavoro piacevole come il lavoro che si fa per gli altri, davvero.”
Così il piccolo Hans continuò a lavorare per il Mugnaio, e il Mugnaio disse tutta una serie di cose che Hans si appuntava in un taccuino e che si rileggeva la notte, perché era un ottimo scolaro.
Ora accadde che una sera il piccolo Hans era seduto accanto al fuoco quando sentì bussare forte alla porta. Era una notte molto inquieta, con il vento che soffiava e ruggiva intorno alla casa.
Sulla soglia trovò il Mugnaio, che teneva una lanterna in mano, e un grosso bastone nell’altra.
“Caro piccolo Hans”, esclamò il Mugnaio, “mi trovo in un gran guaio. Il mio figlioletto è caduto dalla scala e si è fatto male, e sto andando dal Dottore. Però quello abita così lontano, e la notte è così brutta, che mi è appena venuto in mente che sarebbe molto meglio se ci andassi tu al posto mio. Come sai, sto per darti la mia carriola, ragion per cui è solo giusto che tu faccia qualcosa per me in cambio.”
“Certo”, esclamò il piccolo Hans, “considero un complimento il fatto che tu sia venuto da me, e mi avvierò subito. Però bisogna che mi presti la tua lanterna, perché la notte è così scura che ho paura di cadere nel fossato.”
“Mi dispiace molto”, rispose il Mugnaio, “ma è la lanterna nuova, e sarebbe una gran perdita per me se le succedesse qualcosa.”
“Be’, non importa, ne farò a meno”, esclamò il piccolo Hans, e si avviò.
Che terribile tempesta era quella! La notte era così scura che il piccolo Hans riusciva appena a vederci, e il vento era così forte che si teneva in piedi a fatica. Tuttavia era molto coraggioso e, dopo aver camminato per circa tre ore, arrivò alla casa del Dottore, e bussò alla porta.
“Chi è?”, gridò il Dottore, sporgendo il capo dalla finestra della camera da letto.
“Il piccolo Hans, Dottore. Il figlio del Mugnaio è caduto da una scala e si è fatto male, e il Mugnaio vuole che vada subito da lui.”
“Va bene!”, disse il Dottore; e ordinò il cavallo, e i suoi stivaloni, scese dabbasso, e si avviò nella direzione della casa del Mugnaio con il piccolo Hans che gli arrancava dietro.
Ma la tempesta continuò a peggiorare, e la pioggia cadeva a torrenti, e il piccolo Hans non vedeva più dove andava, né riuscì a stare dietro al cavallo. Alla fine si smarrì, vagò per la brughiera, che era un luogo molto pericoloso, pieno di profonde buche colme di acqua.
E in una di quelle buche il povero Hans cadde e annegò.
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