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Fiabe per tutti

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Descrizione dal canale

Fiabe per tutte le età Contattaci per ogni info @Deejay_k Sezioni #Grimm #Esopo #Fedro #Andersen #Perrault #wilde #Capuana #Aforisma #regionali #ascoltare #moderne #classica #internazionali #Natale #biografia

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Gli ultimi messaggi 12

2020-12-28 16:13:40 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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Aprire / Come
2020-12-28 16:13:37 https://t.me/favole
Ogni giorno una favola da leggere ai tuoi bimbi.
La vita di ogni uomo è una favola scritta da Dio.
I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita, ma se leggevi loro le favole.
1.6K views13:13
Aprire / Come
2020-12-25 11:42:35
Buon Natale a tutti
1.5K views08:42
Aprire / Come
2020-12-22 19:57:30 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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Aprire / Come
2020-12-22 19:57:26 acciono a Babbo Natale”. Rudolph sollevò lo sguardo, con gli zoccoli si asciugò le lacrime dagli occhi e vide una bellissima Elfa, le cui orecchie si muovevano qua e là al ritmo di un battito di ali. “Il mio nome è Herbie” – disse timidamente. E mentre si guardavano negli occhi, l’uno con un naso rosso scintillante, l’altra con le orecchie tremolanti che si muovevano a ritmo, scoppiarono a ridere all’improvviso e risero fintanto che non fece male loro la pancia. In quei giorni fecero amicizia, chiacchierarono fino a notte tornando a casa solo all’alba. Con passi da gigante si avvicinava il tempo del Natale. In quei giorni Herbie e Rudolph si incontravano molte volte nel bosco.
Tutti erano cosi occupati con i preparativi per le feste natalizie, che nessuno faceva caso che il tempo, giorno dopo giorno, andava peggiorando. Due giorni prima di Natale la Fata del Tempo consegnò a Babbo Natale il bollettino meteorologico. Questi, con il viso preoccupato alzò lo sguardo al cileo e sospirò rassegnato: “Quando domani attaccherò le renne, seduto sulla cassetta non riuscirò a vederle. Come potrò trovare la strada per arrivare alle case dei bambini?”. Quella notte non riuscì a dormire. Continuava a lambiccarsi il cervello per trovare una via d’uscita. Infine indosso il mantello, gli stivali ed il cappello, attaccò Donner alla slitta e si incamminò verso la Terra. “Forse troverò là una soluzione” pensò.
Mentre iniziava a volare, nevicava con fitti fiocchi. Così fitti che Babbo Natale riusciva appena a vedere. C’era solo una luce rossa che illuminava così chiaramente come se davanti a lui ci fosse un’enorme quantità di gelato alla fragola. Babbo Natale amava il gelato alla fragola. “Salve” – disse – “che naso bellissimo ed eccezionale che hai! Se proprio quello di cui ho bisogno. Che cosa ne pensi di correre davanti alla mia slitta e di mostrarmi così la strada per raggiungere i bambini?”. Appena Rudolph ascoltò le parole di Babbo Natale, per l’emozione gli cadde per terra l’albero di Natale che stava trasportando. Poi lentamente riprese il controllo di sé stesso. “Naturalmente, lo farò volentieri. Mi fa un enorme piacere.” Ma all’improvviso diventò molto triste. “Ma come faccio a trovare poi la strada per tornare indietro al paese di Natale, se nevica cosi fitto?”: Nello stesso momento in cui pronunciava quelle parole gli venne un’idea. “Torno subito” – disse – mentre già correva ad un veloce galoppo verso la strada del bosco, lasciando indietro uno stupito Babbo Natale. Pochi minuti dopo, tornavano indietro una renna con il naso rosso ed una piccola Elfa con le orecchie tremolanti. “Lei può condurci indietro, Babbo Natale” – disse Rudolph, pieno di orgoglio, indicando Herbie – “lei conosce la strada”. “Questa è una magnifica idea!” – tuonò Babbo Natale – “ Ma adesso devo tornare indietro. A più tardi.”
E così successe che, per Natale, Babbo Natale fosse accompagnato da una renna con il naso rosso e da un’elfa con le orecchie tremolanti. Rudolph il giorno successivo, per le sua bellissima azione, venne festeggiato da tutte le renne entusiaste. Il giorno successivo ballarono e cantarono nella piazza principale dicendo:” Rudolph dal naso rosso sei entrato nella storia!”. E deve essere stato così, che qualcuno ha visto Babbo Natale ed i suoi aiutanti, altrimenti nessuno avrebbe raccontato questa storia.
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2020-12-22 19:57:26 Rudolph, la renna dal naso rosso

Una fiaba di #Natale

n. 59 Tot.

Lassù nel nord, dove le notti sono più scure e più lunghe e la neve è molto più bianca che alla nostra latitudine, là abitano le renne. Ogni anno Babbo Natale si reca in quel luogo per cercare gli animali più forti e più veloci per trasportare nell’aria la sua enorme slitta. Da quelle parti viveva una famiglia con cinque piccoli. Il più giovane rispondeva al nome di Rudolph ed era un piccolo particolarmente vivace e curioso, infilava il suo naso dappertutto.
Ed era un naso veramente particolare. Sempre, quando il suo piccolo cuore di renna batteva un po’ più forte per l’agitazione, diventando così rosso come il sole incandescente poco prima del tramonto. Ugualmente, se era allegro o arrabbiato, il naso di Rudolph si illuminava in tutto il suo splendore.I suoi genitori ed i suoi fratelli si divertivano con il suo naso rosso, ma già all’asilo delle renne era diventato lo zimbello di quei birbanti a quattro zampe. “Questo è Rudolph con il naso rosso” cosi lo chiamavano e ballavano tutto intorno a lui, mentre lo indicavano con i loro piccoli zoccoli.
Nella scuola elementare le piccole renne lo prendevano in giro come potevano. Rudolph cercava con tutti i mezzi di nascondere il suo naso, a volte lo dipingeva con del colore nero, allora andava a giocare a nascondino con gli altri ed era contento che per stavolta non lo avevano scoperto. Ma nello stesso momento in cui si rallegrava del suo successo il suo naso cominciava ad illuminarsi cosi tanto che il colore si sfaldava! Un’altra volta si infilò nel naso un cappuccio nero di gomma, ma riusciva a respirare solo con la bocca e non appena iniziava a parlare sembrava che avesse una molletta attaccata al naso! I suoi compagni si tenevano la pancia dal ridere, ma Rudolph correva a casa e piangeva amaramente. “Non giocherò mai più con questi stupidi” – diceva piangendo e le parole dei suoi genitori e dei suoi fratelli riuscivano a consolarlo solo un poco.
I giorni diventano più corti e come ogni anno si annunciava la visita di Babbo Natale. In tutte le famiglia di renne i ragazzi giovani e forti si facevano belli. Le loro pellicce venivano a lungo strigliate e spazzolate fino a che non rilucevano del colore del rame, le corna venivano pulite con la neve finché non risplendevano alla fioca luce degli inverni del nord. E poi finalmente era arrivato il momento. In un piazzale gigantesco dozzine di renne, impazienti e nervose, raspavano con i loro zoccoli ed emettevano richiami belli ed allo stesso tempo terrificanti per impressionare i concorrenti. Tra di loro c’era anche Rudolph, la cui forza ed il cui vigore era superiore a quello degli altri partecipanti. Puntualmente, al momento stabilito, Babbo Natale atterrò dal vicino paese di Natale, dove era la sua casa, con la sua slitta trainata solo da Donner, il suo fedele caporenna. Una neve leggera era iniziata a cadere e l’ondeggiante mantello rosso era coperto da punti bianchi. Babbo Natale si mise subito al lavoro ed esaminò ogni animale. Sempre borbottava poche parole nella sua lunga barba bianca. A Rudolph sembrò un’eternità. Quando la fila arrivò a lui, il suo naso diventò incandescente per l’agitazione, quasi luminoso come il sole. Babbo Natale arrivò verso di lui, sorrise amichevole e scosse la testa. “Sei grande e robusto. E sei un bellissimo giovanotto – disse – ma purtroppo non posso sceglierti. I bambini si spaventerebbero a vederti”.
La tristezza ed il dolore di Rudolph non avevano limiti. Più veloce che poteva corse attraverso il bosco e scalpitò ruggendo nella neve alta. I rumori e la luce rossa visibile da lontano attirarono una piccola Elfa. Prudentemente gli si avvicinò, gli posò una mano sulla spalla e chiese: ”Cosa ti è successo?”. “Guarda come brilla il mio naso. Nessuno ha bisogno di una renna con il naso rosso” rispose Rudolph. “Conosco bene questa sensazione” – disse la piccola Elfa -“ io vorrei lavorare nel paese di Natale con tutti gli altri Elfi. Ma sempre, quando sono agitata, le mie orecchie iniziano a tremare. E le orecchie tremolanti non pi
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Aprire / Come
2020-12-22 19:55:05 le stelle respinse il suo generoso invito.
Così, tante e tante stelle si unirono fino a formare la Stella di Natale più bella e luminosa che mai fu vista prima, nonostante la minuscola stellina non fosse per niente distinguibile tra tanta lucentezza.
E incantato dall'ottimo compito svolto, Dio premiò la stellina per la sua umiltà e generosità, trasformandola in una preziosa stella cadente, con il potere di realizzare i desideri di chi, ogni volta, l’avesse vista brillare nel suo percorso luminoso.
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Aprire / Come
2020-12-22 19:55:05 Il racconto della stella di Natale

Una fiaba di #Natale

n. 58 Tot.

Di tutte le stelle che brillavano nel cielo, quella era senz'altro la più bella di tutte. Ogni pianeta e astro del cielo, la guardava con ammirazione, e si chiedeva quale sarebbe stata l’importante missione che doveva compiere. E la stessa cosa si domandava la scintillante stella, consapevole della sua incomparabile bellezza.
I suoi dubbi svanirono quando alcuni Angeli andarono a trovarla:
– Vai! Il tuo tempo è giunto, il Signore ti chiama per affidarti un importante compito.
Ed ella corse più rapidamente che poté per conoscere il luogo in cui sarebbe accaduto l’evento più importante della storia. La stella si riempì di orgoglio, si vestì con i suoi migliori fulgori e si dispose dietro gli Angeli che gli avrebbero indicato la strada.
Brillava con una tale forza e bellezza che la potettero osservare in ogni luogo della terra e anche un gruppetto di Re decise di seguirla, sapendo che stava indicando qualcosa di universalmente importante.
Per giorni la stella seguì gli Angeli, che gli mostravano il percorso, desiderosa di scoprire quale fosse il posto che avrebbe dovuto illuminare.
Ma quando gli Angeli si fermarono e con grande gioia dissero “Ci siamo, è qui il posto” la stella non riuscì a crederci.
Non c’erano palazzi, castelli o dimore, non brillavano ne ori ne gioielli. Solo una piccola casupola abbandonata, sporca e maleodorante.
– Oh, no! Ma cosa succede! Non posso sprecare il mio splendore e la mia bellezza in un luogo simile! Sono nata per illuminare qualcosa di più grande e maestoso!, disse la stella.
Nonostante gli Angeli tentassero, con ogni mezzo, di calmarla, la furia della stella crebbe a dismisura e si riempì di così tanto orgoglio che cominciò a bruciare, fino a consumarsi del tutto, e a scomparire nel nulla.
Che problema! Mancavano solo un paio di giorni al grande momento, e gli Angeli erano rimasti senza la luce più splendente. In preda al panico, raggiunsero Dio per raccontargli ciò che era accaduto.
Egli, dopo aver pensato per un attimo, disse:
– Cercate e trovate la più piccola, umile e gioiosa stella tra le stelle.
Sorpresi dal mandato, ma senza indugio alcuno, perché il Signore era solito chiedere certe cose, gli Angeli volarono per i cieli alla ricerca della più minuta e felice stella fra le stelle.
Ne trovarono una piccolissima, così minuscola che pareva un granello di sabbia.
Di essa non ne avevano mai sentito parlare, però capirono che non dava alcuna importanza alla sua luminosità e trascorse tutto il tempo, mentre la osservavano, a ridere e chiacchierare con gli astri amici, molto più grandi di lei.
Quando fu presentata a Dio, egli disse:
– La stella più perfetta della creazione, la più bella e brillante, ha fallito a causa del suo infinito orgoglio. Ho pensato, allora, che tu, la più umile e gioiosa di tutte le stelle, avresti di diritto preso il suo posto e dato luce all’evento più importante di tutta la storia: la nascita del Bambino Gesù a Betlemme.
Di tanta emozione si riempì la stellina a quelle parole e provò moltissima gioia quando giunse a Betlemme, però, si rese conto che la sua lucentezza era poco più di quella di una lucciola, nonostante avesse provato a brillare molto di più.
“Chiaro”, si disse fra se e se “Quando mai avrei pensato di ricevere un simile incarico, dal momento che sono l’astro più piccolo del cielo … ! E’ assolutamente impossibile per me comportarmi come una grande stella splendente … Che peccato! Ho perso l’occasione di essere invidiata da tutti gli astri del cielo … “.
Poi pensò ancora una volta “a tutte le stelle del cielo.”
“Certo che sarebbero rimaste incantate da una simile cosa!”
E senza esitazione, pattugliando i cieli lanciò un messaggio a tutti i suoi amici:
“Il 25 dicembre, a mezzanotte, voglio condividere con voi la più grande gioia che mai più potrà avere una stella, di qualsiasi dimensione … : illuminare la nascita di Gesù Bambino, figlio di Dio!! Vi attendo tutti nel paesello di Betlemme, vicino a una piccola casupola, anzi meglio chiamarla stalla. A presto!”
E in effetti, nessuna del
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2020-06-15 18:58:10 """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
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Aprire / Come
2020-06-15 18:58:07 fiammeggia e l’erba che verdeggia.”

“Spicciati a scendere”, urlava Barbablù, “o se no salgo io.”

“Eccomi” rispondeva sua moglie; e daccapo a gridare: “Anna, Anna, sorella mia, non vedi tu apparir nessuno?”.

“Vedo” rispose la sorella Anna, “vedo un gran polverone che viene verso questa parte…”

“Sono forse i miei fratelli? ”

“Ohimè no, sorella mia: è un branco di montoni.”

“Insomma vuoi scendere, sì o no?”, urlava Barbablù.

“Un’altro momentino” rispondeva la moglie, e tornava a gridare: “Anna, Anna, sorella mia, non vedi tu apparir nessuno?”.

“Vedo” ella rispose “due cavalieri che vengono in qua: ma sono ancora molto lontani.”

“Sia ringraziato Iddio”, aggiunse un minuto dopo, “sono proprio i nostri fratelli: io faccio loro tutti i segni che posso, perché si spiccino e arrivino presto.”

Intanto Barbablù si messe a gridare così forte, che fece tremare tutta la casa.

La povera donna ebbe a scendere, e tutta scapigliata e piangente andò a gettarsi ai suoi piedi: “Sono inutili i piagnistei”, disse Barbablù, “bisogna morire”.

Quindi pigliandola con una mano per i capelli, e coll'altra alzando il coltellaccio per aria, era lì lì per tagliarle la testa.

La povera donna, voltandosi verso di lui e guardandolo cogli occhi morenti, gli chiese un ultimo istante per potersi raccogliere.

“No, no!”, gridò l’altro, “raccomandati subito a Dio!”, e alzando il braccio…

In quel punto fu bussato così forte alla porta di casa, che Barbablu si arrestò tutt’a un tratto; e appena aperto, si videro entrare due cavalieri i quali, sfoderata la spada, si gettarono su Barbablu.

Esso li riconobbe subito per i fratelli di sua moglie, uno dragone e l’altro moschettiere, e per mettersi in salvo, si dette a fuggire.

Ma i due fratelli lo inseguirono tanto a ridosso, che lo raggiunsero prima che potesse arrivare sul portico di casa.

E costì colla spada lo passarono da parte a parte e lo lasciarono morto.

La povera donna era quasi più morta di suo marito, e non aveva fiato di rizzarsi per andare ad abbracciare i suoi fratelli.

E perché Barbablu non aveva eredi, la moglie sua rimase padrona di tutti i suoi beni: dei quali, ne dette una parte in dote alla sua sorella Anna, per maritarla con un gentiluomo, col quale da tanto tempo faceva all’amore: di un’altra se ne servì per comprare il grado di capitano ai suoi fratelli: e il resto lo tenne per sé, per maritarsi con un fior di galantuomo, che le fece dimenticare tutti i crepacuori che aveva sofferto con Barbablù.

Così per tutti gli sposi.
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