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Era una giornata molto calda. Tuttavia Hans proseguì con corag | Fiabe per tutti

Era una giornata molto calda. Tuttavia Hans proseguì con coraggio, e alla fine arrivò al mercato. Dopo aver atteso un po’, vendette il sacco di farina per un buon prezzo, e tornò subito verso casa, perché aveva paura, se si fosse fermato sino a tarda ora, di poter incontrare per strada i ladroni.
La mattina dopo di buon’ora il Mugnaio venne a ritirare il denaro del suo sacco di farina, ma il piccolo Hans dalla stanchezza era ancora a letto.
“Parola mia”, disse il Mugnaio, “sei proprio pigro. L’ozio è un peccato grave, e certamente non mi fa piacere l’idea che uno dei miei amici sia pigro. Non te ne avere a male se ti parlo chiaro e tondo. Naturalmente non mi sognerei di farlo se non fossi tuo amico. Ma a che serve l’amicizia, se non si può dire esattamente quello che si vuole?”
“Mi dispiace molto”, disse il piccolo Hans, stropicciandosi gli occhi, “ma ero così stanco che ho pensato di restare a letto ancora un po’.”
“Be’”, disse il Mugnaio, assestando una pacca sulla schiena del piccolo Hans, “voglio che tu venga al mulino non appena ti sarai vestito, ad aggiustarmi il tetto del fienile.”
Il povero piccolo Hans aveva molta fretta di andare a lavorare nel suo giardino, perché erano due giorni che non innaffiava i fiori, ma non voleva dire di no al Mugnaio, che era tanto un buon amico. Così andò al fienile del Mugnaio. Ci lavorò tutto il giorno, fino al tramonto, e al tramonto, il Mugnaio venne a veder come procedeva il lavoro.
“Adesso è a posto”, disse il piccolo Hans, scendendo giù per la scala.
“Ah!”, disse il Mugnaio. “Non c’è lavoro piacevole come il lavoro che si fa per gli altri, davvero.”
Così il piccolo Hans continuò a lavorare per il Mugnaio, e il Mugnaio disse tutta una serie di cose che Hans si appuntava in un taccuino e che si rileggeva la notte, perché era un ottimo scolaro.
Ora accadde che una sera il piccolo Hans era seduto accanto al fuoco quando sentì bussare forte alla porta. Era una notte molto inquieta, con il vento che soffiava e ruggiva intorno alla casa.
Sulla soglia trovò il Mugnaio, che teneva una lanterna in mano, e un grosso bastone nell’altra.
“Caro piccolo Hans”, esclamò il Mugnaio, “mi trovo in un gran guaio. Il mio figlioletto è caduto dalla scala e si è fatto male, e sto andando dal Dottore. Però quello abita così lontano, e la notte è così brutta, che mi è appena venuto in mente che sarebbe molto meglio se ci andassi tu al posto mio. Come sai, sto per darti la mia carriola, ragion per cui è solo giusto che tu faccia qualcosa per me in cambio.”
“Certo”, esclamò il piccolo Hans, “considero un complimento il fatto che tu sia venuto da me, e mi avvierò subito. Però bisogna che mi presti la tua lanterna, perché la notte è così scura che ho paura di cadere nel fossato.”
“Mi dispiace molto”, rispose il Mugnaio, “ma è la lanterna nuova, e sarebbe una gran perdita per me se le succedesse qualcosa.”
“Be’, non importa, ne farò a meno”, esclamò il piccolo Hans, e si avviò.
Che terribile tempesta era quella! La notte era così scura che il piccolo Hans riusciva appena a vederci, e il vento era così forte che si teneva in piedi a fatica. Tuttavia era molto coraggioso e, dopo aver camminato per circa tre ore, arrivò alla casa del Dottore, e bussò alla porta.
“Chi è?”, gridò il Dottore, sporgendo il capo dalla finestra della camera da letto.
“Il piccolo Hans, Dottore. Il figlio del Mugnaio è caduto da una scala e si è fatto male, e il Mugnaio vuole che vada subito da lui.”
“Va bene!”, disse il Dottore; e ordinò il cavallo, e i suoi stivaloni, scese dabbasso, e si avviò nella direzione della casa del Mugnaio con il piccolo Hans che gli arrancava dietro.
Ma la tempesta continuò a peggiorare, e la pioggia cadeva a torrenti, e il piccolo Hans non vedeva più dove andava, né riuscì a stare dietro al cavallo. Alla fine si smarrì, vagò per la brughiera, che era un luogo molto pericoloso, pieno di profonde buche colme di acqua.
E in una di quelle buche il povero Hans cadde e annegò.