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Trenta minuti di schermi neri

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Indirizzo del canale: @trentaminutidischermineri
Categorie: Letteratura
Lingua: Italiano
Abbonati: 49
Descrizione dal canale

Un racconto pubblicato a puntate su Telegram dall'1 al 14 febbraio 2021. Un documentario di fantasia dai toni comici.

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Gli ultimi messaggi

2021-02-19 17:02:52 Eccoci giunti alla fine del racconto.
Attraverso il messaggio fissato è possibile andare comodamente a leggere l'inizio dell'avventura.
Ringrazio i primi fedelissimi lettori, in particolare Fili, Pirri e Flo per la costante confidenza.
Ringrazio e consiglio i canali Telegram @iLPassaparoladeiLibri2 e @scriverebene che hanno da subito creduto nel progetto.
Ringrazio ProgressTelegram, al quale è dedicato il prossimo messaggio, per l'aiuto nella promozione.
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2021-02-19 17:02:34 Trenta minuti di schermi neri pinned «Dove non diversamente indicato, le affermazioni e le citazioni sono tutte tratte da interviste rilasciate all’autore. L’identità dell’intervistato viene sempre espressa e delle altre citazioni viene sempre indicata la fonte.»
14:02
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2021-02-14 19:52:57 Claudia Parrini

“Non voglio rubarti altro tempo ma hai letto il libro “Trenta minuti di schermi neri, la storia e le idee” di Leonardo e Costanzo? Non ho mai capito perché abbiano scelto di usare quel linguaggio difficilissimo. Forse colpa mia che ho curato la pubblicazione senza lamentarmi abbastanza. Ti leggo alcune pagine incredibili. A pagina 7 c'è questo passaggio che recita “Talvolta ci è sorto il dubbio che i responsabili del furto dei bagagli null’altro fossero che i veri artisti di questo spettacolo e noi altro non fossimo che banali epigoni capaci solo di trarre spunto da quanto già accaduto e riproporne una grottesca parodia”. Questo libro mi fa troppo ridere. A pagina 33 scrivono “l’eco del teatro vuoto quasi mai risuona al suo esterno delle proprie mura se non facendolo all’interno del petto dello spettatore che ha avuto il coraggio di incatenarsi alla caverna per poi riemergere coraggioso”. In anni che leggo questo libro ci sono questi passaggi che mi fanno lacrimare dal ridere. Sembra quasi una presa in giro di chi lo legge. Infine, ti segnalo la parte dei ringraziamenti “Un pensiero particolarissimo va a Claudia, il nostro Demiurgo capace di afferrare a più mani dalla materia delle nostre astratte idee per dare vita e forma a concreti spettacoli”. Li odio i fratelli Neri, ti giuro che li odio, vorrei essere un Demiurgo capace di afferrare a più mani i loro colli e strangolarli con gusto”.
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2021-02-13 20:44:45 Costanzo Neri

“Il processo all’arte non è mai avvenuto. Se ne parlava in città e sono usciti alcuni articoli esagerati nei giornali, ma non è mai stata formulata un'accusa nei nostri confronti. Capisco che sia estremamente interessante provare ad immaginare una responsabilità dell'organizzatore per quello che è avvenuto e chiedersi se in nome di una performance artistica tutto sia concesso. L’arte, quella concreta e reale che ti sporca le mani e che ti fa andare a letto tardi la notte, è la forma che viene data ad un’idea. Un tentativo di rendere concreto un pensiero, attraverso luci, colori ed oggetti. Ma il mezzo è parte stesso dell’arte ed un mezzo che non contempli i limiti non sarà mai in grado di incanalare concretamente un'idea verso qualcosa di concreto.
Comprendo che sia un fenomeno soggettivo e di costume capire quali limiti ci poniamo e quali mezzi siano leciti per sconvolgere lo spettatore. Ma io volevo solo proiettare uno schermo nero e nel farlo ho realizzato uno spettacolo rispettoso di ogni regola richiesta per il teatro. La Polizia non ci ha mai contestato un’assenza di sicurezza, nemmeno quella del Laos”.
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2021-02-13 20:44:00 Tratto dalle colonne del quotidiano Le Voci, edizione locale, giovedì 25 febbraio 2016 a firma di Bruno Barba.

“Processo all’Arte
Nella giornata di ieri sono stati sentiti dalla Polizia tutti i membri dello staff organizzativo ed amministrativo del Piccolo Teatro Indipendente di Piazza delle Arcate. Tra questi anche i fratelli Neri ai quali è stata fatta la più importante delle domande: si può giustificare tutto in nome dell'Arte?
Un vero e proprio processo all’Arte per tentare di comprendere i limiti della messa in scena artistica, specialmente quando i protagonisti non sono attori esperti ma l'ignaro pubblico. Tra gli elementi contestati all’amministrazione del teatro la mancanza di organizzazione di strumenti di prevenzione e vigilanza, adatti ad evitare tempestivamente una tragedia”.
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2021-02-13 20:42:08 Piero Antonelliana

“L’immagine che più mi è rimasta impressa di quel giovedì è la polizia nel teatro. Gli spazi nei quali solitamente lavoro, vivo, dormo, mangio e mi emoziono erano divenuti delle immagini da servizio giornalistico. Gli agenti di Polizia si muovevano veloci nel teatro, facevano fotografie agli oggetti sporchi di sangue, facevano domande, chiedevano documenti. Per giorni ho anche avuto una terribile sensazione di essere stato io il colpevole, di aver sottovalutato l’organizzazione dell'evento, di aver permesso la nascita di un ambiente violento. Ci siamo impegnati molto, come sempre, nel predisporre tutto nel modo migliore e sicuro possibile. Oggi, ripensandoci, non credo potessimo fare qualcosa di più, non tutto può essere previsto e controllato”.
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2021-02-12 19:52:11 Tratto dalla rivista “Moda di dire”, numero 9 del 2016, pagina 37, a firma di Manuela Cucci.

“Siamo tornati ad avere un motivo per andare a teatro. Non più plachi bui e platee fredde ma spettacoli caldi e vibranti. Lo spettatore non viene più visto come un soggetto da far accomodare ed intrattenere, ma da far sentire scomodo e bisognoso di aiuto, in quanto parte dello spettacolo. Quanto accaduto al Piccolo Teatro Indipendente dei Fratelli Neri, già noto ai lettori della nostra rivista, ha acceso i riflettori su nuovi modi di fare intrattenimento, lasciandosi dietro i polverosi portici monumentali dei teatri e avvicinando lo spettatore allo spettacolo, fino farlo entrare fisicamente dentro. Per fare un paragone si potrebbe immaginare un museo nel quale le opere d’arte non siano i quadri, ma i visitatori”.
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2021-02-12 19:51:02 Tratto dal libro “Trenta minuti di schermi neri, la storia e le idee” di C. Neri e L. Neri, edito da Piccolo Teatro Indipendente, pagina 42

“Ogni giorno, pur vivendo vite vivaci e variegate, siamo all’ombra di quello schermo nero. La metafora dapprincipio voleva invitare ad una noia costruttiva, voleva essere una distrazione che facesse concentrare. Ma l’arte è una Chimera e noi per primi siamo stati sorpresi. Di fronte all’entità onnipresente dello schermo buio che agisce da specchio, lo spettatore non ha solo visto sé stesso ma anche tutti gli altri e le dinamiche della platea non sono state individuali ma collettive. Uno stato di natura accomodato tra sedili ricoperti di stoffa rossa. I risultati sono stati puri e veri quanto scioccanti. L’umanità si è stretta in un convivio giocondo di dialogo divertito, ma si è anche scontrata in aspra schermaglia. Nella libertà di agire si è scelto di essere comunità, ma si è anche scelto di risolvere una tensione con metodi incapaci di portare ad una soluzione”.
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2021-02-12 19:50:19 Claudia Parrini

“Devo essere sincera, non avrei dato un soldo al nostro spettacolo e invece per affluenza e per soddisfazione di pubblico è stato un piccolo successo. Io amo di più il teatro con costumi e scenografie, con giorni di prove, con il pubblico a naso in su e bocca aperta. Lo schermo nero è stata più una performance artistica. Abbiamo avuto anche la fortuna di essere lodati su quotidiani e riviste che solitamente non trattano di teatro ed è stata un’ottima pubblicità. Anche queste tue interviste, ad esempio, sono dettate da una curiosità che non avresti altrimenti avuto per uno spettacolo normale.
I fratelli Neri hanno anche colto l’occasione per pubblicare un libro, un breve saggio sui risultati della messa in scena. Non chiedermi il perché ma lo hanno scritto con un inutile linguaggio ricercato e complesso che ancora non riesco a comprendere fino in fondo. Ovviamente non ero d’accordo nemmeno con il libro, perché il pubblico non è una cavia da esperimenti artistici, ma anche da quel saggio abbiamo guadagnato buone recensioni. Sono molto contenta che alla fine ciò che è successo quel giovedì sia passato in secondo piano, non perché dimenticato, ma perché ben contestualizzato con l’ampio insieme degli eventi”.
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2021-02-11 20:03:49 Piero Antonelliana

“Ero seduto vicino all’uscita di emergenza. Come sempre mi divertivo a spiare i poveri spettatori lasciati in sala al buio. Quella sera, dopo la consueta risata iniziale e i primi scambi di opinioni, due ragazzi hanno alzato la voce per una questione iniziata fuori del teatro prima di entrare. Nel giro di pochissimi scambi di parole hanno iniziato a spingersi e colpirsi. Alcune persone del pubblico sono intervenute ma senza riuscire a fermare la violenza. Altre persone pacifiche sono state invece schiacciate nei loro sedili dai corrissanti. Questo ha generato un grande panico. Per fortuna ero vicino alla uscita d’emergenza. Ho aperto la porta e tutti si sono riversati in piazza. I fratelli Neri si sono precipitati in platea per tenere sotto controllo la situazione. Per fortuna dopo poco era tutto finito. Ho tirato il primo respiro di sollievo solo quando ho visto tutti in piedi sulle loro gambe, anche se scossi”.
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