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Soffi d'amore, cuori infranti

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Indirizzo del canale: @soffidamorecuoriinfranti
Categorie: Intrattenimenti
Lingua: Italiano
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Descrizione dal canale

Telegram soap opera

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Gli ultimi messaggi 2

2020-11-22 14:53:12 ti. Durante la guerra, io e tuo padre rinvenimmo un dipinto che sembrava contenere delle informazioni riguardo questi segreti ed è ora conservato alla Pinacoteca di Butrecchio. Và e colpisci, Primiera Johnson, oggi comincia la tua opera di vendetta.-
La testa di Primiera si era fatta pesante: tutte quelle informazioni in appena 4 ore, oltretutto mentre lei stava ancora pensando a quel grandissimo tonno che avrebbe dovuto sfilettare. Svenne.
Si risvegliò qualche ora dopo.
-E’ ora che tu vada piccola puzzola schifosa inguardabile, così auguriamo in corea la buona sorte- le sussurrò in un orecchio il vecchio saggio.
Il maestro le aveva preparato uno zaino pieno di riso bollito e i primi 7 volumi del manga Dragombò.
-Ma maestro, io non ho imparato nulla-
-Vedrai che un giorno capirai il valore di ciò che ti ho insegnato, e ricorda: vivi la vita come una partita di Risiko. Annienta i più deboli, tradisci i più forti.-
Il cervello di Primiera non era ancora riuscito a comprendere cosa stesse succedendo, ma riuscì fortunosamente a far arrivare la giovane emiliana sull’uscio senza ulteriori svenimenti.
-Allora g… grazie di tutto- disse facendo per uscire.
-Aspetta piccola salamina stupida e inconsapevole, prendi questo e tienilo sempre sul cuore, per proteggerlo dai romantici attacchi dell’oscuro Yogotti-
Il signor Mr Cringe le consegnò una cover per iPhone 3Gs, ma nel momento in cui Prim l’afferrò cadde rovinosamente a terra.
-E’ pesante, vero? E’ fatta di Kevlar e cucita con un filo speciale in fibra de papel. Apparteneva a tuo padre e gli ha salvato quel suo sodo culetto a mandolino più di una volta-
Primiera avvolse faticosamente il suo telefono nella nuova cover misteriosa, chiuse le labbra in una conturbante duck-face e si scattò subito un selfie, posò il telefono nella tasca interna del suo puzzolente vestito e si avviò verso il suo destino.
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2020-11-22 14:53:12 -EPISODIO 3-

L’allenamento era molto duro: ogni mattina Primiera doveva svegliarsi e andare al mercato del pesce di Butrecchio, prendere il più grande tonno che riusciva ad aggiudicarsi e passare il resto della mattinata a sfilettarlo per preparare il sashimi per il pranzo del suo maestro.
Settimana dopo settimana il maestro le spiegava come curare il pescato del giorno, come trattare la lama del coltello e l’antica arte della paranza. 
-Maestro!- disse un giorno Primiera -a cosa serve tutto questo allenamento? Non so fare assolutamente niente, sono la dea dell’inutilità! Quando imparerò finalmente qualcosa?-
-Vedi Primiera, sicuramente non stai imparando molto su come sconfiggere il signor YoGotti e come vendicare tuo padre, ma sicuramente stai imparando a tenere in mano un pesce- le rispose il suo maestro, facendo un sorriso ammiccante per la perspicace battuta a doppio senso che aveva appena fatto.
-Ma… Ma certo maestro! Ho capito! - urlò la ragazza chiudendo gli occhi per un paio d’ore per meditare sulle parole del suo mentore.
Le giornate passavano, e con esse i neuroni della giovane ragazza lentamente appassivano come girasoli in agosto.
Come da consuetudine, mentre un lunedì mattina stava uscendo di casa prima dell’alba per incamminarsi verso il mercato, Primiera trovò una lettera infilata sotto l’ingresso del negozio. Sul retro, in una tinta color cremisi c’era scritto “Per Sua Ripugnanza Primiera Johnson”.
L’aprì. Scritto in comic sans, il biglietto recitava: 
“SO DV 6 & STO VENENDO (XD) A PRENDERTI OwO
YG”.
Prim era eccitata dall’idea finalmente che qualcuno la portasse a fare un giro a tal punto che rinfrescanti gocce di liquido cerebrale le presero a colare torrenzialmente dalle orecchie; quanto le mancavano le giornate all'Aquafan di Riccione a guardare gli altri bambini spassarsela dalla recinzione, mentre il padre le ricordava che il divertimento è per gli stupidi e che i veri ricchi spiano e godono, perchè “l’occhio è il genitale della nostra mente, fetida scorreggina”.
Le parole del padre le risuonavano ancora tra i bozzoli insanguinati deI suoi abnormi antri uditivi, quando il maestro, svegliatosi a cause dei suoi continui viaggi notturni al casottino in giardino che chiamavano “bagno”, la vide e cominciò a tremare: -D...Dove hai trovato quella lettera?-
-Penso sia la lettera di un ammiratore- rispose Prim.
-Ti sbagli sciocca! quella è l’epistola di YoGotti, chiunque la riceve è destinato a morire in sette giorni. Tra le tante vittime scelte dall’oscuro signore nessuno è mai sopravvissuto per raccontarlo. Ora muoviti e aiutami a scavare una fossa, ti seppelliremo qua fuori tra le mie adorate piante di tabacco.- 
Il vecchio mostrava in volto la stessa rassegnazione di chi ha lottato per una vita intera contro dei fantasmi, e le ingorde dosi di acidi in cui inzuppava tutte le mattine i suoi bastoncini di crusca integrale gli donavano un raccapricciante sorriso.
-Signor Cringione, la prego mi aiuti. Solo col suo aiuto potremo headshottare noscoop sua malvagità.-
L’anziano veterano si fermò, e appoggiandosi al badile si soffermò a guardarla negli occhi per qualche istante -Vieni- disse -forse non tutto è perduto. E’ giunto il momento che ti spieghi davvero il motivo del nostro incontro. La tua ultima speranza per sconfiggere il signor YoGotti è ottenere i 7 segreti della femminilità. Solo in questo modo riuscirai a conquistare il suo cuore nero, e proprio quando lo avrai in pugno, potrai distruggerlo.-
-I segreti della femminilità?- rispose Primiera sputando un grosso grumo di tabacco sul pavimento, proprio come le aveva insegnato suo padre.
-Nell’antica Roma, una segreta setta di donne creò il modo per riuscire ad ammaliare ogni uomo e, con questo potere, comandare il mondo. Ma il potere che avevano creato era troppo per essere posseduto da un’unica donna, così lo separarono in 7 parti, consegnate alle 7 dominatrici della congrega. Queste presero il nome di “Alpha Women” e tramandarono il loro potere di generazione in generazione, fino ad arrivare a noi. E tu, Primiera, dovrai riuscire a collezionarli tut
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2020-11-16 23:44:42 Con la grazia e la leggiadria di una ballerina di quadriglia, il misterioso signore chiuse a chiave la porta del locale, appese il cartello con la scritta “closed” e intonò un canto tanto dolce che sembrava provenire da un altro mondo, un mondo popolato da dolci sirene sinuose e aitanti tritoni muscolosi.
-Champagne… per brindare a un incontro…
Come ipnotizzata da quella melodia suadente, Primiera non si era accorta che sotto lo scaffale “COVER iPhone3” era comparsa una scala a chiocciola e che il sensuale cantore era già sceso al piano di sotto, invitandola a seguirlo. Arrivò al piano di sotto non senza difficoltà, inciampando più volte nel sacchetto per la spazzatura che le arrivava ai piedi.
-Ci sono delle cose che devi sapere, mia cara. Io e tuo padre incrociammo i nostri destini per la prima volta molto tempo fa.
Eravamo solo dei giovani soldati… senza esperienza… con dei grossi varicosi testicoli...
Era il 2019, e le unità di terra giappo-coreane stavano procedendo all’invasione della romagna polacca che arroccava gli ultimi schieramenti nel disperato tentativo di allestire un’ultima linea di difensiva. Io ero a capo del tecno-squadrone giapponese 12,99 detto anche “ALL U CAN EAT”.
Grazie ad un terribile bombardamento dei server di TikTok riuscimmo a occupare la cittadina di Pornasso, chiave di volta della difesa nemica. Metà dei romagnoli rimasti nel paesino venne giustiziata seduta stante, mentre torturammo l’altra metà per scoprire gli ancestrali segreti della loro terra. Io avevo il compito di carpire la ricetta della piadina crudo e squacquerone e mi venne affidato un prigioniero ormai esanime di nome Hank.
Il suo fottuto sguardo… fu la mia condanna. Inizialmente l’intento era di farlo confessare facendogli vedere i video degli inglesi che fanno la carbonara con la panna, però sul suo viso già si scorgeva una psiche malata… come se i piccoli ingranaggi della sua mente si fossero inceppati provocando un arresto forzato dell’intero cervello. Hank non rispondeva al minimo segno di tortura, e anzi, interagiva con me come se fossi la sua fidanzata del liceo, una certa Jessica Jasper… Dio mio… nonostante avessi capito che in lui si stava manifestando un’alienante sindrome di Stoccolma nei miei confronti, non riuscii a contraddirlo. Questa mia incertezza… questa mia dannata incertezza è stata l’inizio della fine. Un giorno, mentre gli stavo versando il brodino di pipistrello nella ciotola, riuscì non so come ad afferrarmi il braccio, e strattonandomi mi baciò di sfuggita… Mai avevo posato la mia bocca su delle labbra così dure e inospitali… E la sua lingua, viola e ruvida come quella dei bovini... Che estate pazzesca fu quella…
Gli anni passarono e la guerra finalmente finì. Tuo padre tornò da tua madre e mi trovò una sistemazione qui a Butrecchio come negoziante.
Primiera si risvegliò di soprassalto urlando. Il sacco della spazzatura non permetteva nessun tipo di traspirazione e il suo corpo stava lentamente perdendo il colorito tipico del tessuto vivo.
-S… S… Scusi ma perchè mi sta raccontando tutto questo- disse sbadigliando.
-Beh Primiera, è semplice: perchè se vuoi sconfiggere il Signor YoGotti, dovrai diventare la mia allieva.
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2020-11-16 23:44:42 -EPISODIO 2-

A Butrecchio era una giornata dal clima fiabesco: la luce del sole splendeva proprio come il bagliore di un mefisto nella curva sud del Chievo Verona, e i ragazzi giocavano per strada a Guardie e Ultras con sassi e spranghe metalliche.
L'immagine del padre agonizzante a terra era impressa nella memoria di Primiera, impedendo alla sua piccola mente di vedere ciò che realmente stava succedendo. Quali trame oscure stava tessendo il maestro della schedina, il tenebroso duca del quartiere a luci rosse, il terribile Signor YoGotti?
Via della crusca 69, quello era il suo prossimo obiettivo. Sarebbe stato un lungo viaggio per coprire quegli 800 metri con le sue scoordinate zampe. "Devo prepararmi delle provviste" disse ad alta voce la giovane come se qualcuno potesse sentirla. Avendo vissuto senza una madre e con un padre assente e silenzioso, era ormai solita iniziare dialoghi con sé stessa che spesso si trasformano in accorate discussioni e magniloquenti soliloqui.
Con la gavetta piena di salsa olandese e pasta di acciughe e un sacchetto di capperi sotto sale (le sue caramelle preferite) legato alla cintura, Primiera si avviò zoppicando distrattamente per le tortuose vie di quel quartiere dimenticato da Dio.
“Che fame” pensò alla vista di un piccione investito, e il suo stomaco iniziò a contrarsi facendole risalire succhi gastrici in bocca e suscitando rutti fragorosi e delicati. “Oddio ma sono le 18.30!!” si rese conto sorpresa, e si ficcò in bocca una manciata di capperi, mandandoli giù aiutata da qualche sorso di rinfrescante salsa olandese; il capperitivo era sempre stato il suo momento preferito della giornata: era di buon umore.
Per via della fretta non aveva avuto il tempo di pensare al suo outfit e l’unica cosa che indossava era un vecchio sacchetto della spazzatura con dei buchi per le braccia e per le gambe, e mezza noce di cocco mordicchiata come berretto per coprirsi da quel tiepido sole tipico dell’agosto emiliano. Suo padre le aveva insegnato ad arrangiarsi con quelle poche cose che si possono trovare a portata di mano, perchè “a riciclare si guadagna: è come vomitare e rimangiare tutto di nuovo”.
Il navigatore, ovvero il tatuaggio della piantina di Butrecchio che si era fatta fare sul dorso della mano, le indicava che era arrivata a destinazione: l’indirizzo coincideva con un piccolo negozio di cover cinesi dalle grandi vetrate opache. Sopra la porta ergeva l’enorme insegna “Mr Lobot”. Senza esitare, la giovane emiliana spalancò la porta e inserì lentamente lo scimmiesco grugno all’interno. Un signore anziano stava seduto su una sedia all’angolo del locale cantando a squarciagola la sigla di Naruto con una karaoke station.
-Buongiorno?
-Io credo in me, nel cuore mio, Naruuuto, Naruuuto...
-Ehm, salve?
Nessuna risposta da parte del vecchio commesso, nessun cenno di volerla ascoltare.
-Buongiorno, mi chiamo Primiera Johnson…
All’improvviso il piccolo uomo si voltò con un’espressione sospettosa e la interruppe con un cenno alzandosi dalla sedia.
-Lo so bene chi sei. Hai gli stessi denti storti di tuo padre e i biondi baffi di tua madre.
La ragazza era senza parole. Erano anni che non pensava alla sua genitrice e quest’uomo aveva appena risvegliato sentimenti assopiti e offuscati dal tempo, come quando ti ricordi di farti la doccia il primo lunedì del mese.
-Mio padre è morto. Questa mattina giaceva a terra con uno stiletto dorato nel petto, e prima di spegnersi mi ha lasciato questo recapito.
La ragazza si sentiva tremendamente confusa, sentiva il cuore battere come quando aveva preso 2 numeri al dieci e lotto la prima volta. Come poteva quell’uomo conoscere così bene i suoi genitori? E quali latenti verità celava dietro quell’ispido pizzetto da motociclista?
Il vecchio le lanciava delle occhiate cariche d’odio e rancore, come se di fronte a lui si trovasse Adolf Hitler in persona.
-Ci sono molte cose che non sai di me. Ci sono molte cose che non vuoi sapere. Seguimi.
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2020-11-11 21:41:51 ò che vide la lasciò impietrita.

Suo padre, il Colonnello Hank Johnson, capo clan decimo prestigio di Call of Duty Bassa Modenese, giaceva a terra con un pugnale d’oro e avorio conficcato nel petto.

-P… p… Papino!- urlò Primiera gettandosi su suo padre.

-Che cosa ti è successo?


Il Colonnello Johnson respirava a fatica, il coltello gli aveva trafitto lo sterno perpendicolarmente riuscendo a perforare entrambi i polmoni, si trattava della tecnica “Smoki Smoki” conosciuta solo dal maestro Skukkia-sama da Poggibonsi, che da anni viveva ormai senza entrambi i polmoni per aver svapato troppo in adolescenza.

Hank sputò un misto sangue e bronchioli in faccia alla figlia.

-C… c… come cazzo mi hai chiamato, disgraziata?

Prim si ricompose, si mise sull’attenti e disse: -Colonnello padre, tenga duro chiamo subito i soccorsi-. 

Hank le strattonò il braccio e la tirò a sè: -Piccolo schitto di papà, lascia perdere… è rimasto poco tempo e devi sapere alcune cose… cose segrete e oscure...- sussurrò sottovoce mentre una continua enuresi macchiava copiosamente la parte inferiore della sua uniforme.

-Ora ascoltami bene: il signor Yo Gotti sta tessendo un intricato tranello, e tu dovrai fermarlo o tutte le persone che ami finiranno in un baratro oscuro… 

siete tutte tessere del suo puzzle… 

ignare pedine sulla sua scacchiera...

siete delle futili caccole nel suo naso… 

e lui è la bocca che le degusterà… una ad una.


Un brivido partì dall inverecondo alluce di Primiera e salì fino a farle rizzare ogni singolo rasta che aveva in testa.

Nel mentre il padre si sbottonò rapidamente i calzoncini lasciando intravedere un logorato perizoma e sfilò un foglio incrostato da piccoli rimasugli fecali nascosto tra i suoi glutei, infilandolo fieramente in mano a Prim.

-In questa pagina, rimasta celata nel mio perineo per ben 21 anni sono contenuti gli indizi per svelare il mistero riguardante i sette segreti della femminilità. Ottenerli è l’unico modo per capire come minare dalle fondamenta il perverso gioco del signore oscuro.

Mentre gli occhi del padre diventavano vitrei, Primiera aprì il foglio e recitò ad alta voce dalla prima riga:


-Un etto di crudo

-Coco Pops Barchette

-Latte d’avena

-Salamini piccantissimi


Il Colonnello Johnson sbottò per l’ultima volta nella sua vita: -Giralo stronzetta.

Esalando l’ultima ingiuria verso la figlia, si spense.


Le lacrime di Primiera cominciarono a fluire come un torrente in piena, ma non riusciva a muoversi. Era ancora paralizzata sull’attenti. 


Girò il foglio passatole dal padre:

Via della Crusca, 69

G-R-E-S


Chiudendogli le palpebre con un delicato tocco delle sue unghie uncinate, con una flebile voce riuscì solamente a dire -Riposo, soldato.

Si accasciò scivolando tra le braccia del padre in un abbraccio dolce e freddo.

L’unico e ultimo abbraccio del Col. H. Johnson.

 
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2020-11-11 21:41:50 -EPISODIO 1-


Primiera aprì di colpo gli occhi. 


Probabilmente era caduta per l'ennesima volta in stato vegetativo per via del sonno polifasico. Il dottor Uberman l’aveva completamente privata del sonno notturno e le aveva prescritto 20 minuti di sonno ogni 4 ore di veglia, a cicli continui fino al termine dei lavori forzati che le erano stati affidati dall’ospedale psichiatrico di Butrecchio

Dopo essere stata dimessa dal reparto, la giovane emiliana fu costretta a scontare una pena che consisteva nel giocare 12 ore al giorno online a blackjack, su quattro tavoli contemporaneamente, e restare sempre con un saldo attivo. I soldi guadagnati sarebbero poi stati utilizzati come fondi per la celeberrima sagra del razzismo, orgoglio storico di Butrecchio di Sopra, ormai giunta alla sua terza edizione (definita dai ferventi appassionati “il terzo Reich”).

Prim doveva quindi alternare 4 ore di gioco a 20 minuti di sonno per 4 volte al giorno per portare a termine gli incarichi giornalieri, mentre passava il poco tempo libero ad immaginare come sarebbe potuta essere la sua vita nelle vesti di un dirigente di medio livello del partito nazionalsocialista, spesso però confondendo immaginazione e realtà, tanto da essersi trovata una grossa aquila tatuata sul deforme seno sinistro. 

La difficoltà nel mantenere un così complesso ritmo sonno-veglia spesso si manifestava in frequenti sbalzi d’umore simili ad una non sufficientemente trattata sindrome bipolare. Se questi rendevano Primiera un misero essere umano nella vita privata, al tavolo da gioco si traducevano in un grandissimo punto di forza, poiché la rendevano una giocatrice assolutamente imprevedibile.

A controllare che eseguisse il proprio lavoro in maniera sopraffina c’era un giovane ragazzo ispanico di nome Manuel. Portava dei foltissimi baffi a manubrio e dei lunghi capelli neri. Spesso era vestito con gli indumenti del suo retaggio culturale: una maglia da calciatore di Kakà ed un piccolo sombrero. Primiera lo osservava spesso camminare tra le postazioni di lavoro con sguardo truce, mentre faceva schioccare nell’aria una enorme frusta urlando “ANDALE, ANDALE” con un fortissimo accento modenese. Anche se era il suo capo Primiera si trovava spesso a fantasticare di scappare con lui verso il Messico. Sognava di sfrecciare con la sua vespa sulla A1, direzione l’Avana, con Manuel abbracciato a lei che le sussurra dolci parole all'orecchio nella sua esotica lingua.


Anche questa notte si era di svegliata sui fogli di giornale che teneva sul pavimento di fianco al letto, in caso di notte avesse dovuto fare i bisognini. Lo sguardo incrociò subito la sveglia: erano le 4:20 del 18 agosto. Prim si alzò e si vestì di fretta, sentiva un bisogno urgente di prendere una bella boccata fresca di toscanello prima di andare a lavoro.

Alla fine dell’ultimo ciclo di sonno-veglia Manuel le aveva offerto una fetta di torta che egli stesso aveva definito facendo l’occhiolino “spaziale”, ma che Primiera aveva trovato semplicemente buona. Ricorda solo che aveva iniziato a girarle vorticosamente la testa e che il giovane messicano l’aveva accompagnata a casa in MoBike. Che fortissima emozione aveva provato, una di quelle che ti scaldano il cuore come un dolce infartino.


Con un enorme sorriso, dopo aver sistemato il sigaro dietro l’orecchio, si diresse verso il corridoio e iniziò a percorrere le fredde scale in lamiera che scendevano verso l’ingresso. Quelle maledette scale a chiocciola! Il Colonnello Johnson la settimana precedente gliele aveva fatte lucidare una a una con lo sputo ed un piccolo pezzo di foglio A4 per ricordarle che una vera donna usa solamente i propri fluidi corporei per pulire e nient’altro. “Alle scale piace cambiare” amava  sempre ripetere suo padre.


Ma proprio quando mise il piede destro sull’ultimo gradino il cuore le si fermò per un istante: per terra giaceva una densa pozza di liquido vermiglio. 


-Papino?-


Nessuna risposta.


Senza rifletterci troppo Prim prese il coraggio di chi si gioca la pensione al 10 e lotto e seguì quel guazzetto dietro l’angolo, ma ci
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2020-11-06 22:45:15 non si morda la lingua- disse l’uomo seduto a quello che teneva l’iPod in mano -ci manca solo che muoia prima di aver sputato il rospo-; si avvicinò al prigioniero sul pavimento ancora in preda alle convulsioni ma, proprio quando lo aveva raggiunto, gli spasmi si fermarono. 
Gli alzarono le palpebre ma gli occhi erano girati verso l’interno, della schiuma prese a uscire copiosamente dalla bocca.
-Cazzo! Controlla che sia vivo! Se il capo scopre sto casino come minimo ci fustiga il bucio!-
La guardia si avvicinò in fretta al volto del prigioniero quando questo, in un raptus di lucida follia, spalancò le rancide fauci e con un'inarrestabile serie di rapidi strattoni e avvitamenti su sé stesso gli strappò un orecchio con i denti.
La guardia urlò cadendo in ginocchio mentre il sangue scorreva a fiotti dalla enorme ferita causata dal morso.
-Fermalo cazzo! È legato!- urlò alzandosi l’uomo al tavolo.
Il prigioniero, approfittando della confusione, con un movimento fulmineo si spezzò entrambi in pollici riuscendo a liberarsi dalle corde che lo tenevano legato alla sedia. Subito afferrò la pistola dalla fondina della guardia completamente insanguinata e impugnandola tra indici e mignoli la puntò alla testa: “BLAM”. Premette il grilletto senza pensarci due volte. La guardia smise di urlare e si rovesciò a terra come un sacco di cappelletti crudi.
Il prigioniero si alzò di scatto, puntando la pistola ai due uomini in nero completamente spiazzati dalla prontezza e paralizzati dalla paura.
-Guarda un po’ come si è capovolta la situazione. Come una tartaruga tra le onde- disse il prigioniero dopo aver pulito con la mano insanguinata la schiuma che ancora gli usciva dalla bocca. Il pollice penzolava inerme.
Gli uomini erano entrambi esterrefatti. Chi si trovavano davanti? Era questa l’incredibile forza del prigioniero 69?
L’uomo silenzioso con la sigaretta con un movimento improvviso estrasse uno dei coltelli da lancio che teneva legati alla cintura e lo scagliò in direzione del prigioniero.
BLAM
Il proiettile fu sparato con una precisione tale da fare cambiare direzione al coltello, che si conficcò nella fronte dell’uomo in nero ancora col braccio proteso, uccidendolo.
Un brivido freddo percorse la spina dorsale del terzo individuo, che con il cuore in gola cominciò a urlare: -M… MA TU… CHE COSA SEI?-
 
Il prigioniero fece un sorriso, enorme e maligno, come quello di chi ha appena prodotto un peto silente e mortifero senza farsi notare notare da nessuno.
Diglielo
-Bon Voyage, Fromage-
No stupida, digli chi sei
Il prigioniero si tolse il cappuccio, per rivelare la sua folta chioma cavallina. Prima di uscire dalla stanza volse il capo verso l’uomo.
-Di pure al tuo capo che sono tornata, e che non avrò pietà… Digli che è tornata Johnson, Primiera Falafel Johnson-
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2020-11-06 22:45:15 SOFFI DI RABBIA

- EPISODIO 0 -
 
Le luci al neon si accesero lampeggiando, facendo un leggero rumore metallico, come se dei piccoli folletti stessero sfregando tra di loro delle micro-pietre focaie per accendere un falò.
La stanza era completamente spoglia se non per delle sedie ed uno sbilenco tavolo nel mezzo. Le scure pareti ammuffite ospitavano la casa di una piccola famiglia di blatte dal carapace colorato: rosso come il sangue.
-Cosa ci faccio qui?- pensò il prigioniero.
Provò ad alzarsi ma subito si accorse di avere i piedi e le mani legati alla sedia sulla quale era seduto da chissà quanto tempo. Rossi e profondi solchi correvano sui suoi polsi dove le corde erano più strette. Indossava una tuta arancione con una scritta all’altezza del petto “Soggetto 69”, ed un cappuccio che gli copriva il capo.
-Da quanto tempo sono qui?-
Il tempo non è importante, l’importante è riuscire ad uscire
- Chi sei?- chiese il prigioniero con sorpresa e agitazione.
Chi sono non è importante, l’importante è riuscire ad uscire
 
Con un sordo suono una porta alle sue spalle si spalancò mentre tre uomini completamente vestiti di nero lo accerchiarono: due presero posto sulle sedie mentre uno restò alle sue spalle, in piedi come ad aspettare degli ordini.
Mentre uno dei due uomini in completo si accese una sigaretta, l’altro azionò un piccolo registratore analogico al cui interno le bobine di una piccola cassetta a nastro iniziarono a girare.
-Intervista numero 1 con il Soggetto 69- disse avvicinando poi un microfono da tavolo in direzione del prigioniero.
-Dove si trova la custodia della Nintendo Switch?-

-Non so di cosa stia parland...-
L’uomo alle sue spalle subito gli assestò un pugno in faccia.
Sentì il metallico sapore del sangue in bocca.
Quello seduto al tavolo spense il registratore e guardandolo negli occhi disse: -Caro Soggetto 69, qui le cose possono andare in due modi: o ci dici dove cazzo è la fottutissima custodia della Nintendo Switch con le buone, oppure ci dici dove stracazzo è la strafottutissima custodia della Nintendo Switch con le cattive.-
-F… Fottetevi- lo interruppe, sputando un dente nella direzione del suo interlocutore.
-Molto bene, proceda pure collega. Diamogli un piccolo assaggio di quello che lo aspetta.-
L’uomo che stava alla porta prese delle cuffiette e le mise al prigioniero per poi far partire una traccia dall’iPod che teneva in mano.
Il prigioniero pensò di svenire per un attimo: gli stavano facendo ascoltare delle cover a cappella degli Imaging Dragon.
-AAAAAAAAAAAAAAA BASTAAAAAAAAAAAA- cominciò a gridare a squarciagola.
Era insopportabile.
L’uomo con la sigaretta in mano lo guardò contorcersi sulla sedia per qualche interminabile attimo e poi fece un cenno al suo collega per dirgli di smettere.
-Stiamo facendo sul serio Soggetto 69, ti conviene collaborare.-
 
Assecondali per ora, ti dirò io il momento
Riaccese il registratore e chiese nuovamente: -Proviamo con una domanda diversa-.
Sorrise.
-Dove si trova il tenente colonnello Hank W. Johnson ?-
-Io… Io… Non ricordo… Non lo so.-
Ricordi lentamente riaffioravano nella memoria del prigioniero.
-Quella mattina... io… mi svegliai in ritardo… mi ricordo… sangue…-
-Di chi era quel sangue?-
-Io non ricordo… stavo scendendo le scale… c’era un cadavere.-
-Vada avanti.-
Era tuo padre
-Era mio padre.-
Senza accorgersi aveva iniziato a piangere e le lacrime salate stavano scendendo copiosamente sulla sua faccia, rendendola un inestimabile Picasso di muco, sangue e lacrime.
-Penso che tu stia uscendo un po’ dalla traccia numero 69. Devi semplicemente dirci dove è il colonnello H. W. Johnson. Ti sta aspettando vero? Non vuoi tradire la sua fiducia?-
-Io… non riesco a pensare…-
 
-Forse il nostro caro soggetto 69 ha bisogno di un altro po’ di musica- disse sogghignando l’interrogatore.
Dalle cuffiette gli Imaging Dragons ricominciarono a risuonare nella testa del prigioniero.
È il momento, fai fare a me
Il prigioniero cominciò a dimenarsi sulla sedia, come in preda ad una crisi epilettica. Cadde di schiena sul lurido pavimento della stanza.
-Ehi, controlla che
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2020-03-29 19:42:59 Channel photo updated
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2020-03-29 19:40:45 Cari lettori, stiamo lavorando all’attesissima seconda stagione di Soffi d’Amore, che verrà presto pubblicata su questo canale.
Siamo ora anche su Facebook, dove stiamo pubblicando un ripassino dei primi episodi, passate a metterci un like qui: https://www.facebook.com/soffidamore
A presto, il team di Soffi d’amore
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