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Preghiera di Liberazione

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Gli ultimi messaggi 3

2023-05-25 09:30:54 IL MESE DI MARIA

VENTICINQUE MAGGIO

Meditazione sul purgatorio

1. In purgatorio si è puniti dalla giustizia divina. In purgatorio si ama Dio e si è purificati dallo stesso Dio. Si soffre il tormento di non poter godere di Dio, una sofferenza ben maggiore di quelle che si hanno in questo mondo, ma per forza, senza merito e senza ricompensa. Il pensiero di poter finire in prigione ci riempie di paura, ma non ci preoccupiamo troppo di andare in purgatorio.
2. Si va in purgatorio a causa di piccole mancanze, come si legge nelle vite dei santi. Cosa sarà di noi, che tanto facilmente perdiamo la calma, disubbidiamo, siamo poco rispettosi in chiesa e fuori, trascuriamo i nostri doveri, ci occupiamo di tante cose inutili, siamo così poco attenti agli altri? Sarà il caso di correggerci finché siamo in tempo.
3. Non si sa quanto tempo si rimarrà in purgatorio, che cosa ci riserverà la giustizia offesa di Dio. È certo però che non si può entrare in paradiso, finché non si è perfettamente purificati. Non illudiamoci dunque che il tempo del purgatorio sia breve e piacevole. I suffragi continui della Chiesa, la dottrina dei padri e dei dottori, le rivelazioni dei santi ci parlano di pene dure che si prolungano per molto tempo. Potrebbe essere molto lungo il nostro purgatorio, per i tanti peccati veniali che commettiamo continuamente; e forse per qualche peccato mortale che ci è stato perdonato per la colpa ma di cui dobbiamo scontare la pena. Potremmo scontare facilmente queste pene nel corso della vita mediante la mortificazione e la carità, ma non ce ne preoccupiamo.

Se vogliamo evitare il purgatorio o almeno essere consolati in quei tormenti, ricordiamoci che la Madonna è una regina di misericordia. Maria non si limita ad essere pietosa verso chi vive sulla terra, ma è misericordiosa anche con le anime purganti. Per questo, la pietà dei fedeli la invoca come Nostra Signora del Suffragio.
Maria consola le anime del purgatorio pregando suo Figlio che abbrevi le loro pene, e invita tutti i buoni cristiani a fare opere di suffragio per quelle prigioniere d'amore. Da parte nostra dobbiamo ascoltare la Madonna e fare tante opere di suffragio per i nostri defunti, con l'offerta di sante Messe, con la mortificazione e con la carità cristiane. E per quanto ci riguarda personalmente, purifichiamo la nostra coscienza evitando ogni imperfezione volontaria.
Onoriamo sempre la Madonna ora che siamo pellegrini sulla terra, perché ci aiuti dopo la morte e ci faccia entrare presto nel possesso di Dio in paradiso.
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2023-05-24 09:31:01 IL MESE DI MARIA

VENTIQUATTRO MAGGIO

Riflessione sul peccato veniale

1. Si dice che il peccato veniale sia un piccolo male; ma un'offesa al nostro Salvatore non è mai cosa da poco. Un cristiano si dimostra sempre insolente e ingrato offendendo un Padre tanto buono, uno Sposo tanto fedele, un Redentore così misericordioso. Certamente vi è una differenza grande tra il peccato mortale e quello veniale; ma un vero figlio di Dio può davvero fare queste distinzioni, e decidere tranquillamente di ricambiare l'amore con un dispetto?
2. Una disubbidienza fatta impulsivamente può essere ancora comprensibile. Ma sapere che una bugia, un dispetto, una parola, è un peccato veniale e commetterlo ugualmente è come dire: preferisco prendermi questa piccola soddisfazione piuttosto che rinunciare a offendere Dio. In più, offenderlo abitualmente, in ogni occasione, senza farci caso, senza correggersi, vuol dire essere un dolore continuo per il nostro Padre celeste. Allora, se non esistesse l'inferno, faremmo le peggiori malvagità con la stessa facilità, perché non ci importa niente di Dio?
3. Se continuiamo così, presto o tardi cadremo nelle colpe gravi. Non ci rendiamo conto che le nostre forze s'indeboliscono giorno per giorno, che il giudizio non ci interessa più e che Dio s'allontana da noi. Non si può pensare che il Signore voglia stare in un'anima che l'offende continuamente. Spesso siamo al limite del peccato mortale, e non sappiamo neppure noi se l'abbiamo passato. È difficile pensare di salvarsi la vita camminando sempre sull'orlo del precipizio.

L'anima di Maria non è mai stata macchiata da alcuna colpa. È stata l'unica creatura ad avere il privilegio di essere esente da ogni male. Eppure Maria, anche se confermata nella grazia, ha sempre custodito attentamente il suo cuore. Noi invece, naturalmente fragili, non sappiamo o non vogliamo frenare i sensi, mortificare il corpo, dominare le passioni. Non c'è quindi da meravigliarsi se commettiamo tanti peccati veniali. È vero che il peccato veniale non ci fa perdere la grazia, ma è altrettanto vero che ci espone a ogni pericolo, specialmente se commesso volontariamente. Chi è infedele nel poco diventerà infedele nel molto. Dalle mancanze veniali abituali nascono la tiepidezza, la debolezza spirituale, e poi le gravi cadute.
Dobbiamo perciò porre tutta la nostra attenzione e volontà nell'eliminare anche le più piccole mancanze. Ci deve essere di esempio la delicatezza e la vigilanza di Maria. Saremo fortunati se troveremo la capacità di rivolgere costantemente il nostro sguardo alla Madonna, perché a poco a poco ci purificheremo, acquisteremo forza e coraggio, e non vivremo più la vita fiacca delle anime tiepide.
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2023-05-20 09:33:01 IL MESE DI MARIA

VENTI MAGGIO

Rimandare al domani

1. Forse desideriamo convertirci, metterci al servizio del Signore. Ma oggi no. Oggi è troppo difficile. Prima dobbiamo sempre fare qualcosa d'altro: risolvere un problema, vedere certa gente, fare un certo affare. E aspettiamo sempre che arrivi il momento buono. È da molto tempo che ci comportiamo così e non facciamo mai niente.
2. Noi aspettiamo e rimandiamo, ma non è detto che Dio sia sempre disposto ad aspettare. Non si può affrontare in questo modo il grande problema della nostra salvezza. È vero che Dio ha atteso fino ad oggi, ma non è detto che si accontenti dei nostri ritardi. È vero che il Signore è sempre stato buono con noi, ma non è detto che non cominci ad essere giudice giusto. E poi, se è certamente vero che il Signore è bontà infinita, questa non è una ragione valida per continuare ad offenderlo.
3. Quando un cristiano si perde, è quasi sempre a causa dei ritardi, del rimandare a un altro momento. Sono pochi quelli che decisamente si rifiutano di convertirsi; ma sono sempre pochi quelli che vogliono convertirsi subito. Poi s'avvicina la fine della vita, e si rimanda anche allora. Si spera sempre di migliorare, di guarire. E ciò che non siamo stati capaci di fare al momento opportuno, è difficile che lo riusciamo a fare in un tempo meno adatto, come è quello della morte. Pensiamoci bene: se non cambiamo vita subito, c'è il pericolo che non si riesca più a cambiarla.

Il Signore ci invita continuamente alla conversione e noi continuiamo a vivere pigramente, mettendo in pericolo la nostra stessa vita. È tempo di rispondere: "Eccoci, Signore, siamo pronti". Cambiamo vita finché siamo in tempo: Maria sarà al nostro fianco per aiutarci. È vero che dobbiamo superare molti ostacoli, molte difficoltà interne ed esterne. Ma non c'è nulla da temere: Maria è madre di Gesù che tutto può, Maria è madre nostra che desidera solo aiutarci.
Andiamo da lei, preghiamola con fiducia che ci ottenga il perdono e la grazia che spezza le catene che ci tengono legati al male, preghiamola che ci dia la forza e il coraggio per mettere fine ad ogni esitazione. Preghiamo la Madonna che ci assista nella lotta che dobbiamo sostenere con i nemici della nostra salvezza, e ci dia la forza per rimanere costanti nel praticare il Vangelo.
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2023-05-19 09:29:01 IL MESE DI MARIA

DICIANNOVE MAGGIO

Meditazione sui due padroni

1. Chiediamoci francamente se vogliamo servire Dio o il demonio. Pensiamoci bene, perché non è possibile trovare un compromesso e accontentarli tutti e due. Non è possibile essere buon cristiano per un giorno, e abbandonarci al male il giorno dopo. Partecipare alla Messa la domenica, recitare qualche preghiera, magari fare il mese di maggio, e poi... fare i nostri comodi. Questo vuol dire prendere in giro il Signore, e fare il gioco del suo nemico il diavolo.
2. Se ci mettiamo al servizio di Dio, forse patiremo delle sofferenze per qualche anno, ma la felicità durerà in eterno. Qualche decina d'anni di mortificazioni e un'eternità di gioia. E non dobbiamo dimenticare poi che il Signore nostro è un padrone buono, ci aiuterà, ci conforterà, e ci consolerà anche in questa vita. Se poi per servire Dio dobbiamo portare una croce, questa non sarà mai pesante e dolorosa come quella portata da Gesù.
3. Se invece ci mettiamo al servizio del demonio, il piacere sarà breve e le sofferenze dureranno in eterno. È poi vero che il demonio riesce ad accontentare i suoi seguaci in questo mondo? No, lo sappiamo per esperienza. Dobbiamo sapere che il diavolo è un signore che ci odia come i peggiori nemici. Non ci si può quindi aspettare niente di buono da lui.

È tempo di scegliere fra i due padroni, tra il Signore e il diavolo, tra il bene e il male. È tempo di seguire gli esempi della nostra Madre celeste. La Madonna è sempre stata tutta dalla parte di Dio, solo di Dio. Fin dall'inizio della sua vita, si è consacrata tutta al servizio del Signore, e non ha mai cambiato la sua decisa volontà. Tutta e sempre di Dio, nell'immacolata concezione e negli anni che ha trascorso con i suoi genitori; tutta e sempre di Dio, nel suo matrimonio con Giuseppe; tutta e sempre di Dio, nell'avventura della sua vita con Gesù.
Anche noi mettiamoci seriamente al servizio di Dio, senza riserve, osservando i comandamenti, praticando i precetti della Chiesa e nella pratica dei sacramenti. Rifiutiamo il male, mortifichiamo i nostri sensi, pratichiamo la purezza della mente, del cuore e del corpo. Solo così potremo godere la pace in vita, morire sereni, e poi essere felici con Gesù e Maria per tutta l'eternità.
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2023-05-18 09:32:01 IL MESE DI MARIA

DICIOTTO MAGGIO

La presenza di Dio

1. In questo momento, in qualsiasi momento, noi ci troviamo con Dio. Quando camminiamo, studiamo, lavoriamo, dormiamo; quando mangiamo, quando parliamo e anche quando commettiamo il male ci troviamo in presenza di Dio. Dio è di fronte a noi, intorno a noi, dentro di noi: vede ogni nostra azione, sente ogni nostra parola, conosce ogni nostro affetto e pensiero. Ci guarda di giorno e di notte, quando siamo soli e quando siamo in compagnia, in ogni tempo e in ogni luogo. Non possiamo dire di fare il male senza vergognarci, perché nessuno lo sa: ci vede Dio.
2. È certamente un atto di grande orgoglio e di disprezzo peccare proprio davanti a Dio. Davanti a un Dio così santo e potente. Peccare sotto lo sguardo del Padre, del Redentore, del Giudice onnipotente e giusto. Ci vergogniamo di compiere il male davanti agli uomini, lo facciamo di nascosto sperando che nessuno ci scopra, e non ci vergogniamo di commetterlo alla presenza del Signore.
3. Quando saremo giudicati da Dio, non sarà necessaria la presenza di accusatori e di testimoni per provare l'accusa e per convincerci. Il Signore sarà insieme il giudice e il testimone. Guardando quegli occhi amareggiati, ci sentiremo confusi nel ricordare che hanno assistito alle nostre malvagità. Si dimostra davvero incosciente il cristiano nel fare il male davanti al demonio che è sempre pronto ad accusarlo, davanti all'Angelo custode che non potrà più difenderlo, davanti a Dio che dovrà giudicarlo.

Dio è quindi sempre presente, in ogni tempo e in ogni luogo. Vede l'intimità del nostro cuore, come dice un Salmo, e guarda i giusti con occhio d'amore e di misericordia. Se vogliamo attirare su di noi lo sguardo compassionevole e benevolo di Dio, cerchiamo di attirare anche quello di Maria. I santi Padri della Chiesa ci insegnano che gli occhi di Maria si posano ugualmente sui buoni e sui peccatori: sui primi con compiacenza e amore, sui secondi con misericordia e pietà.
Maria è proprio come tutte le mamme, che guardano con tenerezza tutti i figli che a loro fanno onore, ma non smettono di seguire addolorate i figli disobbedienti; anzi, si può dire che si preoccupano più di questi, perché cambino vita. Ripetiamo allora con tutto il cuore la preghiera della Chiesa: "Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi". Allora scorgeremo la luce della verità, ci renderemo conto che Dio vede e giudica tutto. E il pensiero di un Dio sempre con noi, sarà non solo il richiamo a una possibile condanna, ma certezza di aiuto, di forza e di ogni bene.
Maria ha sempre vissuto alla presenza del suo Signore, e noi, animati da questo pensiero e dal desiderio di imitarla, ci avvieremo davvero verso la strada della felicità.
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2023-05-17 22:08:04
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2023-05-17 09:35:10 IL MESE DI MARIA

DICIASSETTE MAGGIO

La devozione alla Madonna

1. La devozione alla Madonna è utile e efficace non in se stessa, ma solo perché è rivolta alla Madre di Dio. È Dio che ha nelle sue mani tutti i tesori dell'onnipotenza, della grazia, della misericordia. Di tutto questo, cosa può negare Gesù a una madre che l'ha fatto nascere in questo mondo, che l'ha nutrito, allevato, educato; che l'ha seguito nella predicazione fino sul Calvario? Maria ha amato Gesù più di ogni altra persona; è naturale che Gesù ami Maria più di qualunque altro.
2. È una devozione dolcissima, perché è rivolta anche alla nostra madre. "La mia mamma" diceva san Giuseppe da Copertino "è la Madonna; quella terrena è solo la mia nutrice". È molto bello poter dire e sapere che la nostra madre è la madre di Gesù, e che la madre di Gesù è madre nostra: siamo figli della stessa mamma. Maria si occupa di noi con dolcezza materna: non si accontenta di ascoltarci, ma ci risponde con il linguaggio del cuore.
3. È una devozione fortissima, perché Maria è la madre di noi peccatori. Anche se abbiamo crocifisso suo Figlio, Maria ci vuol bene, se sappiamo pentirci. Il suo cuore è al colmo della felicità quando può riportare la pace tra questi due fratelli, tra questi due suoi figli: il peccatore e Gesù. Se siamo peccatori, possiamo riempirla di gioia rifacendo amicizia con il Signore, e ripetendo con convinzione: "Madre dei peccatori, prega per noi".

È molto bello amare e sapere di essere riamati dalla madre di Dio. La devozione alla potente regina del cielo e della terra ci dà pace e salvezza, dolcezza e virtù. Grazie ad essa, i santi trovano aiuto a progredire nel bene, i peccatori si convertono, il cielo si rallegra e l'inferno trema. Ma non pratica una vera devozione a Maria chi continua a seguire la via del peccato, chi non cerca di imitare la vita che lei ha condotto su questa terra.
È falsa la devozione alla Madonna di chi recita il rosario, tiene le sue immagini, ne ricorda le feste, ma poi non pratica i sacramenti e vive nel male. Non è devoto di Maria chi è lontano da Dio, nemico di Gesù, non si converte nel cuore, non vive concretamente la vita della Chiesa.
Pratichiamo dunque la devozione a Maria, ma quella che purifica l'anima e avvicina a Dio e ci rende obbedienti ai suoi comandamenti. Solo a questa condizione la devozione a Maria ci darà pace in vita, fiducia in morte e ci aprirà le porte del paradiso.
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2023-05-16 09:34:01 IL MESE DI MARIA

SEDICI MAGGIO

La strada del cielo

1. Ci sono due strade per arrivare in paradiso: quella dell'innocenza e quella della penitenza. All'innocenza abbiamo rinunciato quando forse non l'apprezzavamo ancora per quel che vale. L'abbiamo persa senza rimpianti, senza dolore, forse spingendo altri a perderla. E l'abbiamo persa senza rimedio.
2. Tuttavia, possiamo e dobbiamo fare almeno penitenza. Quando chiediamo perdono, quando in qualche modo ci confessiamo, speriamo e facciamo penitenze facili e brevi; insopportabile ci sembra una penitenza imposta. Penitenze spontanee non ne facciamo mai. Alla mortificazione dei sensi, al digiuno vero, alla preghiera intensa, preferiamo cose più comode e sbrigative, come l'espressione di vaghi sentimenti. Eppure ci si può salvare solo per due strade: per quella dell'innocenza o per quella della penitenza. Per quella dell'innocenza non possiamo, per quella della penitenza non vogliamo. In pratica, non ci preoccupiamo troppo del nostro futuro.
3. Allora decidiamoci: se in passato non abbiamo fatto penitenza, cominciamo ora. Mettiamoci sulla buona strada, finché c'è tempo. Può darsi che ce ne resti poco, ma con quel poco di vita e di penitenza, possiamo conquistarci la vita eterna. Perché non farlo?

La Chiesa chiama la Madonna "Porta del cielo" perché da lei ci è venuto Gesù, che con la sua vita, passione e morte ci ha ridato il paradiso perduto. La Madonna guida gli innocenti e li aiuta a difendere il loro tesoro. Aiuta i peccatori perché si convertano e ottengano il perdono e poi si tengano lontani dal male. Guida i penitenti, aiutandoli a vincere gli ostacoli e le difficoltà spirituali, e ottenendo loro la forza della perseveranza nel bene appena cominciato. Felice chi è guardato da Maria con occhi di misericordia e protetto dalla sua mano, dice san Bernardo, perché non si perderà. Affidiamoci ad una madre così premurosa, a una signora così potente presso suo Figlio, a una regina così misericordiosa.
Contiamo su di lei, e quando le tentazioni stanno per portarci fuori strada, ripetiamo: "Porta del cielo, prega per noi". La devozione alla Madonna, diceva san Germano, è una strada sicura per il paradiso.
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2023-05-15 09:33:01 IL MESE DI MARIA

QUINDICI MAGGIO

Meditazione sul paradiso

1. Il paradiso è il luogo della felicità vera e perfetta, della gioia completa e infinita. In paradiso l'anima raggiunge la libertà assoluta, la mente è illuminata perfettamente dalla verità, il cuore è inondato dalla gioia, il corpo diventa glorioso e immortale. È tale la felicità del paradiso che quando san Paolo poté contemplarlo ci disse che l'occhio umano mai vide, l'orecchio umano mai ascoltò, né cuore umano mai gustò ciò che Dio ha preparato per coloro che lo amano.
2. Il paradiso è il luogo dove si gode ogni bene, senza il timore di alcun male. Come dice l'evangelista san Giovanni, in paradiso "Dio asciugherà ogni lacrima, e non vi sarà più morte, né lutto, né grido, né pena esisterà più" (Ap 21,4) perché il tempo della prova è finito. Non ci sarà più pericolo di peccato, rischio di tentazioni, sofferenza del corpo e dello spirito. Non ci sarà più l'ignoranza, il dubbio, il fascino del male. Non ci saranno più la povertà, le sofferenze, le persecuzioni. Sarà veramente fortunato chi, alla fine della vita, sarà trovato degno di entrarvi.
3. In sostanza, il paradiso è il possesso e il godimento di Dio. Vedremo Dio faccia a faccia, sarà per sempre nostro e niente e nessuno ce lo potrà togliere. Dio sarà nostro e noi saremo suoi per sempre. E la gioia sarà completata dalla compagnia degli angeli, degli apostoli, dei martiri, dei nostri santi, di tutti gli eletti. Avremo la compagnia di Gesù e di Maria.

Il paradiso è la nostra patria che ci aspetta, dopo le miserie e le sofferenze dell'esilio di questa vita. C'è la Madonna, nostra madre, splendente di gloria, incoronata regina del cielo e della terra. Maria ci aspetta, dopo aver tanto fatto perché si aprissero le porte eterne che il peccato aveva chiuso agli uomini. Se ha accettato la morte di suo Figlio, è stato perché noi potessimo ereditare il cielo.
Come nostra madre, non può non aspettare a braccia aperte i suoi figli. Per questo prega per noi, difende la nostra causa davanti a Dio, ci ottiene luce e perdono, ci è sempre vicina. Diciamo di sì all'invito di Maria, e impegniamoci in una vita cristiana. Quando ne sentiamo la fatica, invochiamo il suo aiuto: lei ascolterà sempre le nostre suppliche, sarà al nostro fianco, ci difenderà, ci otterrà la grazia di vincere il male, di superare le tentazioni e chiederà al Signore per noi la pace.
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2023-05-14 09:30:30 IL MESE DI MARIA

QUATTORDICI MAGGIO

Il rispetto umano

1. Certamente noi desideriamo convertirci, ma non lo facciamo. Il motivo è spesso il rispetto umano. Se non andiamo più in quella casa, si dirà che qualcuno ce l'ha proibito e che non siamo liberi; se evitiamo quelle persone, si penserà che non siamo normali; se non guardiamo quegli spettacoli, rideranno perché siamo pieni di scrupoli; se non ci stiamo a pensarla come tutti gli altri, si dirà che non stiamo al passo con i tempi nuovi... E per tutte queste povere ragioni, per rispetto umano, corriamo il rischio di perdere il nostro vero bene.
2. Proviamo il desiderio di un'autentica e coerente vita cristiana, ma non ci decidiamo mai a comportarci di conseguenza. Se mostriamo pubblicamente le nostre convinzioni religiose, diranno che siamo retrogradi. Se ci vestiamo modestamente, diranno che siamo trascurati. Se andiamo in chiesa e ci accostiamo ai sacramenti, diranno che siamo degli ipocriti. Vogliamo essere come tutti gli altri, e avere la compiacenza degli uomini. E non ci rendiamo conto che queste sono preoccupazioni inutili.
3. Se noi ci vergogniamo del Crocifisso, il Signore si vergognerà di noi. L'ha detto lui stesso: "Chiunque si vergognerà di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui" (Lc 9,26). Nel giorno del giudizio avremo un bel dire che siamo cristiani! Gesù ci risponderà che non ci conosce, perché non abbiamo avuto il coraggio di inginocchiarci pubblicamente davanti all'Eucaristia, di fare il segno della croce, di proclamare il suo Vangelo, di comportarci come suoi seguaci, non solo nell'intimità dei nostri pensieri e desideri ma davanti a tutti e nelle scelte di tutti i giorni.

Sono i paurosi e i vigliacchi ad avere il rispetto umano. Non fare il bene che ci insegna la Chiesa, per paura dei commenti della gente, vuol dire vergognarsi di appartenere al Signore. E chi si vergogna di Gesù non può certo gloriarsi di Maria: chi offende il Figlio offende anche sua Madre. Non serve assolutamente a niente onorare e pregare in privato la Madre di Dio, anche con tutte le devozioni possibili e immaginabili, e poi nascondere pubblicamente la propria fede.
Maria ha accettato, per fede e davanti a tutti, di rimanere vergine e di diventare madre del Salvatore; non l'ha certo tenuto segreto per evitare il pregiudizio e il pubblico disprezzo del popolo davanti a un così grande e incomprensibile mistero.
Andiamo dunque a Maria, senza paura e davanti a tutti; avviciniamoci a lei, che è la donna forte, perché ci ottenga la forza di confessare il Vangelo senza vergogna e di vivere sempre, in casa e fuori casa, secondo le regole cristiane.
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