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Preghiera di Liberazione

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Gli ultimi messaggi 2

2023-06-03 00:03:13 Le preghiere di liberazione possono essere recitate da tutti i fedeli che credono in nostro Signore Gesù Cristo e nella Santa Chiesa Cattolica.
Chi recita una preghiera non sta facendo nessun esorcismo che è ben diverso dal recitare una preghiera di liberazione.
Noi tutti cristiani abbiamo il dovere di pregare per noi, per le altre persone e pregare per intercessione di nostro Signore Gesù Cristo, della Vergine Maria e di tutti i Santi e per questo che noi cristiani ci uniamo al corpo e sangue di nostro Signore Gesù Cristo. Cosa è meglio di un esorcismo, se non ricevere il Suo corpo, il Suo sangue e confessarsi? Quindi non dovremmo ricevere il corpo, il sangue di nostro Signore Gesù Cristo e non dovremmo confessarci? No, è obbligo per un cristiano ricevere il corpo, il sangue di nostro Signore Gesù Cristo, in grazia di Dio con la confessione e la preghiera.
Un conto è recitare una preghiera per tenere lontano il maligno e liberarci da pensare e opere e un conto è scacciare un demone o più da uno, nelle persone possedute e per cui un esorcismo che è un sacerdote e che è incaricato dal suo Vescovo e perché il sacerdote addetto è incaricato dalla Chiesa e sa come comportarsi davanti a dei demoni e sa che con degli esorcismi può cacciarli via e liberare un indemoniato, con gesti parole e preghiere.

La nomina a esorcista è riservata solo ai sacerdoti (su delega del Vescovo), è vero, ma liberare gli indemoniati dalle presenze/influenze diaboliche è un qualcosa che possiamo fare tutti: basta operare con vera Fede e farlo nel santo nome di Gesù.

le Preghiere di Liberazione sono una forma di preghiera privata: chiunque può pregare Dio perché gli ottenga la liberazione dai tormenti satanici. Anzi, qualora si fosse a conoscenza di una persona sofferente a causa del demonio e non si facesse nulla per poterla aiutare, si commetterebbe un grave peccato: non è così che Cristo ci ha insegnato ad amare il prossimo…
495 views21:03
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2023-06-02 09:15:07 PREGHIERA DI LIBERAZIONE PERSONALE CONTRO OGNI MALE

Spirito del Signore, Spirito di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, SS.Trinità, Vergine Immacolata, Angeli, Arcangeli e Santi del Paradiso, scendete su di me:

Fondimi, Signore, plasmami, riempimi di te, usami.

Caccia via da me le forze del male, annientale, distruggile, perché io possa stare bene e operare il bene.

Caccia via da me i malefici, le stregonerie, la Magia nera, le messe nere, le fatture, le legature, le maledizioni, il malocchio; l’infestazione diabolica, la possessione diabolica, l’ossessione diabolica; tutto ciò che è male, peccato, invidia, gelosia, perfidia; la malattia fisica, psichica, spirituale, diabolica.

Brucia tutti questi mali nell’Inferno, perché non abbiano mai più a toccare me e nessun’altra creatura al mondo.

Ordino e comando con la forza di Dio onnipotente, nel nome di Gesù Cristo Salvatore, per intercessione della Vergine Immacolata, a tutti gli spiriti immondi, a tutte le presenze che mi molestano, di lasciarmi immediatamente, di lasciarmi definitivamente, e di andare nell’Inferno eterno, incatenati da S.Michele arcangelo, da S.Gabriele, da S.Raffaele, dai nostri angeli custodi, schiacciati sotto il calcagno della Vergine Santissima.
Amen.
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2023-05-31 10:36:57 CONSACRIAMOCI ALLA SANTA VERGINE MARIA

ULTIMO GIORNO DEL MESE DI MAGGIO

Io Vi scelgo oggi, Maria, alla presenza di tutta la corte celeste, per mia Madre e Regina. Vi consacro il mio corpo e la mia anima, i miei beni interiori ed esteriori, e il valore stesso delle mie buone opere passate, presenti e future, lasciandoVi intero e pieno diritto di disporre di me e di quanto mi appartiene, senza eccezione, secondo il vostro volere, per la maggior gloria di Dio, nel tempo e nell'eternità. Amen.
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2023-05-31 08:35:07 IL MESE DI MARIA

TRENTUNO MAGGIO

L'amore a Gesù

1. Noi sentiamo dentro il nostro cuore un bisogno irresistibile: il bisogno di amare. Ci dovrebbe quindi risultare facile amare Gesù, il più meraviglioso degli uomini, l'unico uomo che è anche Dio. Noi amiamo volentieri un'automobile, un orologio, un quadro, perché sono belli. Che cosa sono tutte queste cose di fronte al Signore? Eppure lo amiamo tanto poco, o solo nei momenti di bisogno.
2. Noi non amiamo, o amiamo poco Gesù, ma lui sicuramente ci ama. Ci ama tanto, che fin dalla nascita ha pensato unicamente alla nostra salvezza. Per noi ha rinunciato a rimanere solo Dio, per noi si è fatto debole bambino, per noi ha svolto la sua missione di salvezza tra mille difficoltà e incomprensioni, per noi ha sopportato insulti e flagelli, per noi ha versato il suo sangue, per noi è morto. È difficile immaginare cosa un uomo possa fare di più per gli altri.
3. Eppure a lui tutto questo è sembrato poco. In più ci ha voluto lasciare il sacramento del suo corpo in cibo e del suo sangue in bevanda. Noi ci commuoviamo davanti a un bambino che ci sorride, perfino davanti a un cagnolino che ci scodinzola attorno. E non sappiamo corrispondere all'amore infinito di Dio. Non dobbiamo avere paura, o vergognarci di mostrargli il nostro affetto. Egli se l'aspetta, ce lo chiede. Egli è pronto ad accogliere il nostro amore, anche se in passato l'abbiamo offeso. Se abbiamo un po' di sensibilità, non possiamo rimanere indifferenti davanti alla tenerezza di Gesù.

Gesù è l'amore degno del nostro cuore, l'amore capace di appagare ogni nostra aspirazione e di darci la felicità. Gesù è la via da seguire, per non smarrire la strada della salvezza; solo Gesù è la verità; solo Gesù è la vita.
Amiamo Gesù. Ne ha diritto perché è nostro Dio, nostro Redentore, nostro amico fedele. Nessuno ci ha mai voluto bene quanto lui.
Amiamo Gesù con un amore vero, fuggendo il male, praticando i suoi insegnamenti, imitando i suoi esempi, senza vergognarci mai del suo Vangelo e della sua Chiesa.
Amiamo Gesù, e la nostra vita scorrerà serena, la nostra morte sarà dolce, la nostra eternità sarà felice.
Questo è anche l'invito della Madonna, in questo ultimo giorno del mese di maggio a lei dedicato. Durante questi giorni Maria ha parlato al nostro cuore, l'ha scosso con la meditazione delle verità eterne, perché ci diamo tutti al Signore. È proprio questo lo scopo della devozione mariana: di portarci a Gesù, di riposare sul suo cuore, per ottenere pace, forza e amore, così da vivere cristianamente, in attesa del paradiso.
Ascoltiamo gli inviti affettuosi della nostra Madre celeste, accontentiamo il desiderio del suo cuore materno: andiamo a Gesù, chiediamogli perdono dell'indifferenza passata e promettiamogli la nostra fedeltà.
Chiediamo a Maria che ci aiuti, ci incoraggi, ci assista, perché noi non ci allontaniamo mai più da Gesù e da lei. Dobbiamo essere capaci di chiudere il mese di maggio con questo proposito e con questa preghiera. Avremo la benedizione del Signore e di Maria, adesso, nell'ora della nostra morte e per sempre.
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2023-05-30 09:35:09 IL MESE DI MARIA

TRENTA MAGGIO

Meditazione su Maria addolorata

1. Sono tre i dolori che fanno soffrire maggiormente Maria. Il primo dolore è la perdita del Figlio innocente. Vedere il suo Gesù inchiodato in croce, fra due malviventi, fino a morire dissanguato e disprezzato da tutti. E pensare che, nonostante il grande sacrificio, noi cristiani vogliamo ugualmente perderci. A cosa è servito?
2. Il secondo dolore è vedere che il sangue di suo Figlio non solo è stato versato inutilmente per tanti uomini, ma sapere che quel sangue sarà la loro condanna. Sapere che quel sangue costituirà l'accusa e la punizione di tanti cristiani, anche loro suoi figli. Perdere Gesù e non salvare noi; anzi sapere che questo provocherà una condanna più dura. Maria è davvero una madre sconsolata.
3. Il terzo dolore è rendersi conto che noi cristiani, oltre a non capire e a non apprezzare il sacrificio di suo Figlio, ne abusiamo. Per assurdo, si potrebbe dire che se il Signore non fosse morto per noi, forse saremmo più controllati. Invece commettiamo il peccato con leggerezza proprio per la fiducia che abbiamo in quel sangue: continuiamo nel male fino alla morte, nella speranza che quel sangue alla fine ci salverà. E ci sono poi quei cristiani che vanno ancora oltre, e lo disprezzano, lo bestemmiano, lo maledicono. Maria è una madre proprio infelice, e noi siamo così insensibili da non provare compassione.

Contempliamo Maria sul Calvario. Tutta la sua vita è stata un martirio, per il pensiero delle sofferenze che si dovevano abbattere su suo Figlio; ma là, sul Calvario, il suo dolore passò ogni limite. La Chiesa la chiama Regina dei Martiri, perché ha sopportato tutti i dolori, nel corpo e nello spirito. Maria ha sofferto ed ha accettato di soffrire per il bene del genere umano, ed è stata associata alla passione di Gesù, diventando così nostra corredentrice. Com'è possibile non essere riconoscenti alla Madonna?
Impariamo da Maria addolorata a sopportare con coraggio il dolore e le avversità della vita. Ai piedi della croce, la Madonna ha sofferto con calma e coraggio: chiusa nel suo dolore ha adorato la volontà di Dio e ad essa si è sottomessa. Invochiamo l'Addolorata che ci aiuti a conquistare la virtù della pazienza. E quando incontriamo la sofferenza, guardiamo Maria ai piedi della croce per riceverne conforto e coraggio.
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2023-05-29 09:36:01 IL MESE DI MARIA

VENTINOVE MAGGIO

Meditazione su Gesù crocifisso

1. Guardiamo la bontà di Dio. Contempliamo la bontà del nostro Dio in Gesù crocifisso. Il Padre sacrifica suo Figlio, e il Figlio sacrifica se stesso per la nostra salvezza. Bastava una sola goccia di quel sangue divino per salvarci; la sua infinita bontà ha voluto che fosse versato tutto. In più, accetta di essere imprigionato, insultato, inchiodato alla croce. Ha amato più di tutti, e per questo è il più disprezzato di tutti.
2. Guardiamo la giustizia di Dio. Consideriamo la giustizia severa del nostro Dio in Gesù crocifisso. Il Figlio di Dio è condannato a morte, e a una morte ignominiosa, per i peccati del mondo. Lui è senza peccato, ma deve pagare perché ha voluto mettere su di sé tutti i peccati. Lui è innocente, ma deve essere crocifisso perché si è fatto volontariamente colpevole dei peccati degli altri. Lui è il Figlio di Dio, ma muore tra due ladri, abbandonato dal Padre, perché ha voluto presentarsi come il peccatore. Il peccato è davvero una cosa grave.
3. Guardiamo la giustizia, ma anche la bontà del nostro Dio. Impariamo due grandi verità. Bisogna dire allora che la nostra salvezza è molto importante, se per essa il Figlio di Dio arriva a morire in un modo così vergognoso. Facciamo quindi attenzione. Se Gesù è stato così duramente colpito dalla giustizia divina per i peccati degli uomini, come saremo noi per i nostri peccati? Chiediamo il perdono dei peccati e la salvezza, per il sangue di Gesù versato per noi.

Non dimentichiamo mai il Calvario. La nostra rovina si è consumata in un paradiso terrestre; il Calvario è il luogo dove si è compiuta la nostra redenzione. Il Crocifisso ha restaurato con la sua passione e morte ciò che Adamo ha rovinato con la sua disubbidienza. Nel paradiso terrestre Eva ha partecipato alla nostra condanna, sul Calvario Maria ha partecipato alla nostra riabilitazione. Nel paradiso terrestre abbiamo avuto una madre che ci ha traditi, dall'alto della croce Gesù ci ha affidati a Maria come madre.
Maria è dunque l'ultimo dono, dono grande e prezioso, del Salvatore agonizzante sulla croce. Apprezziamo tale dono e siamo figli devoti di Maria, conservando un cuore puro e sincero. Non addoloriamo il cuore di una Madre, offendendo suo Figlio e rendendo inutile la sua morte con la nostra vita di peccato. Imitiamo la santità della vita della Madonna, onoriamola nelle sue immagini, diffondiamo il suo culto e le sue devozioni. Se sapremo comportarci da figli, avremo al fianco una Mamma nell'ora della morte.
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2023-05-28 14:39:07 SEQUENZA

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
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2023-05-28 09:37:01 IL MESE DI MARIA

VENTOTTO MAGGIO

L'esempio di Gesù nel deserto

1. Gesù nel deserto ci insegna la necessità di avere dei momenti ed anche dei periodi sufficientemente lunghi di ritiro e di silenzio. Il Figlio di Dio non temeva le attrattive e il chiasso delle realtà terrene, le seduzioni degli uomini, le distrazioni delle chiacchiere inutili. Eppure se ne andò nella solitudine. Noi invece, così fragili nell'ambiente in cui viviamo ogni giorno, siamo spaventati al solo pensiero di poter rimanere soli con noi stessi e la nostra coscienza.
2. Gesù nel deserto ci insegna la necessità di mortificare i nostri sensi e il nostro corpo. Per quaranta giorni, Gesù ha digiunato e non ha preso cibo, e ha dormito sulla terra, anche se il suo corpo non poteva fare alcun male perché era perfettamente soggetto allo spirito. Noi invece, che siamo nati peccatori e siamo inclini al male, non osserviamo neppure più quei pochi giorni di digiuno e di astinenza che la Chiesa ci chiede di fare, e se lo facciamo cerchiamo di osservarli con il minor rigore possibile.
3. Gesù nel deserto ci insegna che dobbiamo pregare spesso, e che dobbiamo trovare anche dei periodi abbastanza lunghi di preghiera e di riflessione. Il Signore non aveva certo bisogno di chiedere la grazia che già aveva e non poteva perdere, non aveva bisogno di chiedere la virtù che possedeva in tutta la pienezza, non aveva bisogno di chiedere la conoscenza perché è la sapienza stessa di Dio. Noi invece, che abbiamo necessità della grazia, della virtù e della conoscenza, preghiamo così poco, per obbligo, distrattamente.

Sono tante le lezioni che ci vengono dai quaranta giorni passati da Gesù nel deserto, nel digiuno e nella preghiera. Lui era davvero il santo: non poteva temere di essere vinto dalle tentazioni, non aveva passioni da controllare o vizi da estirpare. Gesù è andato nel deserto per darci un esempio, per continuare i suoi insegnamenti di vita pratica cristiana. Ha pregato e digiunato per insegnarci come possiamo vincere le insidie e le tentazioni del mondo, per mostrarci che non possiamo fare a meno della penitenza e della preghiera.
Solo così possiamo vincere il mondo; solo chi prega e controlla i sensi supera le suggestioni e le tentazioni del demonio, signore del mondo. La solitudine del cuore, la preghiera e la meditazione, la mortificazione sono i soli mezzi per non ricadere nel peccato. Se non li adoperiamo, dovremo piangere la disgrazia di essere vittime del male.
Maria, nostra cara madre, pur non andando nel deserto, ha sempre vissuto secondo l'esempio del deserto. L'intera sua vita è il modello di un'esistenza tutta impiegata nel lavoro, nella preghiera, in una continua mortificazione, nel raccoglimento e nella serenità della sua famiglia. Noi invece, fragili e deboli, esposti ad ogni sorta di tentazioni, rifiutiamo i mezzi che ci allontanano dalla perdizione eterna, e pratichiamo volentieri quelli che ci portano alla morte. Ricordiamoci che Gesù è il nostro vero maestro, e Maria è vera madre nostra.
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2023-05-27 09:38:01 IL MESE DI MARIA

VENTISETTE MAGGIO

Meditazione sulla vita di Gesù

1. Gesù, finché ha vissuto in famiglia, è stato sempre ubbidiente a Giuseppe e a Maria. Il Figlio di Dio si è volontariamente sottomesso a due creature, nelle più piccole occupazioni quotidiane. E lo ha fatto volentieri, subito, con umiltà e convinzione. Un Dio onnipotente si è fatto ubbidiente come la più semplice delle creature, mentre noi non accettiamo neppure l'idea di avere delle autorità, o dei superiori ai quali dover rendere conto delle nostre azioni.
2. Le giornate di Gesù in famiglia sono state sempre occupate nel lavoro e nella preghiera. Gesù non ha mai voluto rimanere in ozio, dandoci così l'esempio di come dobbiamo vivere le nostre giornate, di come dobbiamo comportarci per evitare di cadere nelle tentazioni. Sottrarsi volontariamente al proprio dovere quotidiano, significa fare della propria vita un'avventura inutile e senza scopo, aperta a tutte le tentazioni e le possibilità di male.
3. Con il passare degli anni, mentre cresceva, Gesù è apparso anche all'esterno sempre più fedele al disegno di Dio. Gesù si è mostrato santo non solo davanti a Dio, ma anche davanti agli uomini, per mostrare a noi come dobbiamo crescere nelle virtù pubblicamente per dar l'esempio al prossimo. Questa è la strada maestra da seguire per arrivare alla salvezza: fedeltà al Signore nel segreto della propria coscienza, e fedeltà ai propri doveri di cristiano davanti a tutti gli uomini, in qualsiasi momento e occasione, senza rispetto umano.

La casa di Nazareth continua la lezione della grotta di Betlemme, e l'intera vita di Gesù ci mostra sempre più come dobbiamo crescere nel cammino della vita cristiana. L'obbedienza, il lavoro santificato dalla preghiera, il continuo crescere nel bene sono state le caratteristiche di Gesù nei trenta anni di vita in famiglia. Il suo esempio ci dice che anche noi dobbiamo praticare l'obbedienza, che non dobbiamo abbandonarci all'ozio ma dedicarci con impegno al lavoro del nostro stato, santificandolo con la preghiera, che nella via della salvezza non dobbiamo accontentarci del poco necessario compiuto per obbligo ma tendere sempre più in alto con il passare degli anni.
Maria ha seguito il modello di suo Figlio. Ha obbedito sempre, sempre laboriosa, senza trascurare niente con il pretesto della pietà o delle devozioni; ha sempre fatto fruttare abbondantemente i doni della grazia. E noi? Facciamo un serio esame del nostro modo di essere cristiani; se necessario decidiamo di correggerci con l'aiuto e la protezione della Madonna.
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2023-05-26 09:38:01 IL MESE DI MARIA

VENTISEI MAGGIO

Meditazione su Gesù Bambino

1. Guardiamo la povertà estrema del bambino Gesù. Gli manca tutto: non ha casa, e trova l'unico rifugio in una stalla; non ha letto, e giace sulla paglia; non ha fuoco, e lo riscaldano due animali, un bue e un asino; avvolto dalla madre in misere fasce, è deposto in una mangiatoia. Gesù così povero, e noi così attaccati ai nostri beni, a tante cose che non sono neppure indispensabili per vivere dignitosamente?
2. Riflettiamo poi sulla sua mortificazione. Noi vediamo un piccolo bambino esposto a tutte le sofferenze e le umiliazioni di chi non ha nulla, neppure la casa. Eppure noi sappiamo che quella umana condizione è una libera e volontaria scelta di un Dio grande, potente, infinito, che tutto può. E noi, poveri uomini destinati a passare come niente e senza portar via niente, sempre alla ricerca di soddisfare comunque i nostri piaceri?
3. Non possiamo non vedere la sua umiliazione. Gesù viene sulla terra nel silenzio, nascosto, in un paesino sconosciuto del mondo di allora. A servire Dio in terra ci sono solo il falegname Giuseppe e la madre Maria. Di fronte alla gente non è altro che un poveretto. Nella notte in cui risuona il canto festoso degli angeli, vanno a trovarlo solo degli altri poveri, dei semplici pastori di pecore. E noi così ambiziosi? Saremo giudicati da quel bambino nella culla. E il criterio sarà quella stalla e quella paglia.

Il presepio è per noi la scuola sublime che ci insegna come dovrebbe essere la qualità della nostra vita.
Fin dal presepio, Gesù ci ha lasciato modelli di povertà, di mortificazione, di umiltà. Ha voluto essere povero per insegnarci a non attaccare il cuore ai beni della terra; ha voluto essere mortificato per insegnarci che dobbiamo controllare il nostro corpo; ha voluto essere umile per insegnarci a combattere la nostra presunzione.
Sono tre le passioni che dominano il cuore dell'uomo: l'amore della ricchezza, i piaceri, gli onori. E con suo Figlio, anche Maria ha amato la povertà, ha mortificato il corpo, è stata tanto umile quanto grande. Dovremmo guardare spesso il suo esempio anche noi, che per accontentare il corpo e la superbia o per avidità di ricchezze spesso ci esponiamo al pericolo di perderci per l'eternità.
Ricordiamoci che siamo cristiani, e seguiamo l'esempio dei poveri pastori: riconosciamo nel bambino del presepio il nostro Salvatore, e in Maria sua madre e la nostra stessa madre.
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