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IL MESE DI MARIA VENTISEI MAGGIO Meditazione su Gesù Bambino | Preghiera di Liberazione

IL MESE DI MARIA

VENTISEI MAGGIO

Meditazione su Gesù Bambino

1. Guardiamo la povertà estrema del bambino Gesù. Gli manca tutto: non ha casa, e trova l'unico rifugio in una stalla; non ha letto, e giace sulla paglia; non ha fuoco, e lo riscaldano due animali, un bue e un asino; avvolto dalla madre in misere fasce, è deposto in una mangiatoia. Gesù così povero, e noi così attaccati ai nostri beni, a tante cose che non sono neppure indispensabili per vivere dignitosamente?
2. Riflettiamo poi sulla sua mortificazione. Noi vediamo un piccolo bambino esposto a tutte le sofferenze e le umiliazioni di chi non ha nulla, neppure la casa. Eppure noi sappiamo che quella umana condizione è una libera e volontaria scelta di un Dio grande, potente, infinito, che tutto può. E noi, poveri uomini destinati a passare come niente e senza portar via niente, sempre alla ricerca di soddisfare comunque i nostri piaceri?
3. Non possiamo non vedere la sua umiliazione. Gesù viene sulla terra nel silenzio, nascosto, in un paesino sconosciuto del mondo di allora. A servire Dio in terra ci sono solo il falegname Giuseppe e la madre Maria. Di fronte alla gente non è altro che un poveretto. Nella notte in cui risuona il canto festoso degli angeli, vanno a trovarlo solo degli altri poveri, dei semplici pastori di pecore. E noi così ambiziosi? Saremo giudicati da quel bambino nella culla. E il criterio sarà quella stalla e quella paglia.

Il presepio è per noi la scuola sublime che ci insegna come dovrebbe essere la qualità della nostra vita.
Fin dal presepio, Gesù ci ha lasciato modelli di povertà, di mortificazione, di umiltà. Ha voluto essere povero per insegnarci a non attaccare il cuore ai beni della terra; ha voluto essere mortificato per insegnarci che dobbiamo controllare il nostro corpo; ha voluto essere umile per insegnarci a combattere la nostra presunzione.
Sono tre le passioni che dominano il cuore dell'uomo: l'amore della ricchezza, i piaceri, gli onori. E con suo Figlio, anche Maria ha amato la povertà, ha mortificato il corpo, è stata tanto umile quanto grande. Dovremmo guardare spesso il suo esempio anche noi, che per accontentare il corpo e la superbia o per avidità di ricchezze spesso ci esponiamo al pericolo di perderci per l'eternità.
Ricordiamoci che siamo cristiani, e seguiamo l'esempio dei poveri pastori: riconosciamo nel bambino del presepio il nostro Salvatore, e in Maria sua madre e la nostra stessa madre.