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IL MESE DI MARIA VENTIQUATTRO MAGGIO Riflessione sul peccato | Preghiera di Liberazione

IL MESE DI MARIA

VENTIQUATTRO MAGGIO

Riflessione sul peccato veniale

1. Si dice che il peccato veniale sia un piccolo male; ma un'offesa al nostro Salvatore non è mai cosa da poco. Un cristiano si dimostra sempre insolente e ingrato offendendo un Padre tanto buono, uno Sposo tanto fedele, un Redentore così misericordioso. Certamente vi è una differenza grande tra il peccato mortale e quello veniale; ma un vero figlio di Dio può davvero fare queste distinzioni, e decidere tranquillamente di ricambiare l'amore con un dispetto?
2. Una disubbidienza fatta impulsivamente può essere ancora comprensibile. Ma sapere che una bugia, un dispetto, una parola, è un peccato veniale e commetterlo ugualmente è come dire: preferisco prendermi questa piccola soddisfazione piuttosto che rinunciare a offendere Dio. In più, offenderlo abitualmente, in ogni occasione, senza farci caso, senza correggersi, vuol dire essere un dolore continuo per il nostro Padre celeste. Allora, se non esistesse l'inferno, faremmo le peggiori malvagità con la stessa facilità, perché non ci importa niente di Dio?
3. Se continuiamo così, presto o tardi cadremo nelle colpe gravi. Non ci rendiamo conto che le nostre forze s'indeboliscono giorno per giorno, che il giudizio non ci interessa più e che Dio s'allontana da noi. Non si può pensare che il Signore voglia stare in un'anima che l'offende continuamente. Spesso siamo al limite del peccato mortale, e non sappiamo neppure noi se l'abbiamo passato. È difficile pensare di salvarsi la vita camminando sempre sull'orlo del precipizio.

L'anima di Maria non è mai stata macchiata da alcuna colpa. È stata l'unica creatura ad avere il privilegio di essere esente da ogni male. Eppure Maria, anche se confermata nella grazia, ha sempre custodito attentamente il suo cuore. Noi invece, naturalmente fragili, non sappiamo o non vogliamo frenare i sensi, mortificare il corpo, dominare le passioni. Non c'è quindi da meravigliarsi se commettiamo tanti peccati veniali. È vero che il peccato veniale non ci fa perdere la grazia, ma è altrettanto vero che ci espone a ogni pericolo, specialmente se commesso volontariamente. Chi è infedele nel poco diventerà infedele nel molto. Dalle mancanze veniali abituali nascono la tiepidezza, la debolezza spirituale, e poi le gravi cadute.
Dobbiamo perciò porre tutta la nostra attenzione e volontà nell'eliminare anche le più piccole mancanze. Ci deve essere di esempio la delicatezza e la vigilanza di Maria. Saremo fortunati se troveremo la capacità di rivolgere costantemente il nostro sguardo alla Madonna, perché a poco a poco ci purificheremo, acquisteremo forza e coraggio, e non vivremo più la vita fiacca delle anime tiepide.