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Indirizzo del canale: @gaiapost
Categorie: Psicologia
Lingua: Italiano
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Descrizione dal canale

annamo a pijà er gelato all’edificio di colazione critica
la marginalità è un luogo radicale di possibilità
https://t.me/gaiapost/3
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@gaianet 🐞

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Gli ultimi messaggi 11

2022-04-26 10:57:06 AHAHAHAHAHAHAHA
9 views07:57
Aprire / Come
2022-04-26 10:56:07
9 views07:56
Aprire / Come
2022-04-26 10:55:06
8 views07:55
Aprire / Come
2022-04-21 08:36:21 L’aspetto patologico di tutto questo è che più deleghiamo le nostre esistenze più le affidiamo in carico a terzi che le mercificheranno facendo lievitare il peso strategico o del denaro o dei dati privati. Il costo della vita non può che aumentare necessitando la vita stessa di perenni scambi commerciali per poter soddisfare i bisogni di sussistenza e di socialità, riducendo il nostro tempo libero e aumentando quindi la nostra dipendenza dalle deleghe quanto dai doveri imposti. Il potere contrattuale del nostro datore di lavoro decolla dipendendo la nostra esistenza sempre più dallo scambio di denaro, sia per effetto della nostra mancanza di tempo che per l’autonomia persa dalla nostra critica mancanza di istruzione e di interesse per tutto ciò di estraneo al nostro iper-irregimentato collocamento lavorativo e professionale.

In bullshit jobs Graeber fa notare quanto in effetti i ritmi di lavoro disumani della nostra contemporaneità abbiano addirittura da invidiare alla fatica dei servi della plebe medievale i quali, nonostante vivessero meno per colpa dell’assenza di tecnologia, godevano di una quantità di tempo libero annuale molto maggiore di quella di un dipendente medio delle nostre miopi società occidentali borghesi.


La situazione è critica in quanto il capitalismo nel giro di pochi decenni rischia di decadere seriamente in una distopia alla Black Mirror. A derive tanto estreme non resta che rispondere in maniera altrettanto radicale rivalutando pesantemente le nostre aspettative imborghesite riprendendoci il controllo della conoscenza e pretendendo spazio per coltivare i nostri interessi e curiosità personali incoraggiando gli altri a fare altrettanto.

Non c’è valore più grande della cultura, dell’artigianato inteso come decentralizzazione del know-how, del federalismo inteso come decentramento delle attività e dei servizi, del collettivismo e della socialità, lottando per liberarsi dalla morsa distopica del capitale.

Riprendiamoci il nostro futuro partendo anche dalla difesa della nostra vita digitale. Coltiviamo la nostra curiosità bambinesca rivolgendola anche alle tecnologie che utilizziamo e scegliamone un utilizzo critico.

Non c’è futuro nel capitalismo


#capitalismotossico
#applemida
#facepoop #degoogle
#neofeudalesimo
#federalismo
#solutions | leggi
11 views05:36
Aprire / Come
2022-04-21 08:35:21 Uno dei punti fondamentali resta lo stesso.

Disimparare le tecnologie apprese, in senso lato, ci spinge nella condizione di dipendere, materialmente e non, dalle modalità di chi ci rifornisce. Comprare la vita ‘già pronta’ appaltando la totalità della nostra esistenza a realtà commerciali così gravemente centralizzate rischia seriamente di distruggerci.

Ed è la tendenza vissuta negli ultimi 100 anni. Le aziende operanti nei mercati più longevi, erose dalla spinta competitiva, vedono ridotti i loro profitti finendo o per perdere di interesse strategico oppure per acquisire una dimensione internazionale che compensi gli esigui margini di guadagno. Uno dei settori che sembra intoccato da tale regola è quello petrolifero, ma in quanto kernel dell’economia contemporanea vive comprensibilmente uno stato privilegiato alimentato dalla rendita prolifica di tutti gli altri settori, e in ogni caso oggigiorno è fortemente minacciato dalle fonti energetiche sostenibili. La curva discendente del potere che deriva dal controllo di una compagnia che per effetto della competizione al ribasso dispone di sempre meno profitto è semplicemente troppo poco attraente per il capitalista, che teme di apparire superfluo rispetto all’attività auto-organizzativa dei dipendenti.

Ed è per questo che il capitalismo deve vivere una ‘rivoluzione permanente’ per sopravvivere. Nuovi mercati devono essere continuamente invasi oppure creati a tavolino attraverso l’induzione di bisogni, nuovi stati devono essere colonizzati dalle multinazionali, nuove attività e servizi devono essere costantemente proposti e il loro utilizzo deve essere reso quanto più necessario possibile per il tramite di vincoli che fanno leva sui servizi già affermati. Senza l’eterna tensione espansionistica e mercificante del capitalismo tale bieco fenomeno si sarebbe già estinto. La verità è che senza resistenza e boicottaggio diretto il capitale sembra avere tutte le carte in tavola per inventare fuffa sempre fresca e trovare nuovi modi per renderla necessaria egemonizzando l’immaginazione collettiva del futuro.

Ed è così che si cucina sempre meno per affidarsi al cibo preconfezionato. I bar e le attività di ristoro chiudono per lasciare spazio alle macchinette. Ascoltare musica con gli amici facendosi consigliare da loro nuovi artisti è roba del passato soppiantata dalle AI dei servizi di streaming digitale. Il gioco d’azzardo tradizionale viene sostituito dagli NFT. Una serata da qualche parte può sostituirsi col cazzeggio su un gruppo #facepoop. Una giocata a carte, una lezione, una pausa caffè a lavoro si potrà traslocare nel metaverso e ovviamente la maggioranza entusiasta si trascinerà anche la minoranza più critica e disgustata. Un rapporto sessuale si può comprare con bambolotti gonfiabili, AI o attorə, un visore e un collegamento internet. La politica non si allena più nei collettivi piuttosto scade in demagogia nei talk show e l’atto del voto viene travalicato dai sondaggi privati. L’informazione diviene anch’essa industria e perde di varietà. Le agende di carta e le rubriche telefoniche si digitalizzano consegnandole a dei server a 20K Km da noi per dar da mangiare a delle AI private
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10 views05:35
Aprire / Come
2022-04-18 10:51:21
14 views07:51
Aprire / Come
2022-04-18 10:50:21 Come ha limpidamente spiegato Andrea Baranes di Banca Etica, vietare l’estrazione dell’80% delle fonti fossili dei giacimenti conosciuti declinerebbe un pesante crollo di borsa dovuto all’invalidamento degli stessi giacimenti, usati come assets per le azioni delle multinazionali petrolifere, estremamente influenti sul resto del mercato finanziario.

Il nostro destino è letteralmente appeso agli estremisti del gioco d’azzardo, e i politici seguono per tante altre ragioni. Non c’è molto altro da fare se non dare motivazioni concrete alla classe politica per agire.


“i ribelli sono stati arrestati tempestivamente, mentre i veri criminali continuano imperterriti ed impuniti nella distruzione del nostro pianeta.”

#activism #climatechange
| source
15 views07:50
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2022-04-18 02:44:12 No vabbè, applichiamo la proprietà dissociativa
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2022-04-14 18:40:06 Il mio nemico non ha divisa
Ama le armi ma non le usa
Nella fondina tiene le carte visa
E quando uccide non chiede scusa

#music | Silvestri
8 views15:40
Aprire / Come
2022-04-12 11:25:06 100MW di potenza è lo stesso ordine di grandezza dei progetti dei reattori nucleari di piccola taglia su cui cingolani and co sbavano ma che nessuno dice saranno pronti tra i 10 e i 20 anni, se si parla di IV generazione.

E se il geotermico, che ci renderebbe indipendenti dall’acquisto di uranio dall’estero (l’Italia ne ha solo 6700 tonnellate su 5 milioni circa estraibili nel mondo ad un costo sensato, e non sono per niente sufficienti) zittisse una volta per tutte questo discorso del problema dell’intermittenza energetica (comunque non del tutto convincente) della triade eolico/solare/idro, oltre che l’annoso problema di approvvigionamento delle terre rare?

Quanto ci metterebbero i sapienti “esperti oggettivi e razionali del nucleare” a smascherarsi come i veri esaltati che sono con tanto di “serie conferenze scientifiche imparziali” che guarda caso non parlano mai di costi e tempi di realizzazione, costi e complessità legali e di manutenzione, scorte di uranio nel mondo e loro durata?

Potrebbe anche essere installata potenza eccedente extra per alimentare degli impianti (seri, possibilmente, se ne esistono) di ricattura della CO2, usando l’enorme disponibilità del geotermico per riparare alle emissioni di tutta l’era industriale, nell’attesa di sviluppare tecnologie migliori di stoccaggio per un decentramento necessario della produzione energetica (che può essere solo sole e vento).


Perché a noi pare che tutto questo chiacchiericcio molesto sul nucleare, sul populino gnorante che non vuole capire che Chernobyl è colpa degli inaffidabili commugnistih e che il nucleare civile fa meno mortyh del petrolio, lungi dall’essere solo quella pretesa paternalistica di ecoelemosina, è una strategia politico-mediatica per provare a seminare consenso verso una tecnologia di medio-lungo termine (il breve è solo riduzione dei consumi + eolico + solare) inutilmente complicata e farraginosa (ben venga per l’ulteriore sottomissione delle nostre esistenze a vincoli di varia natura) che rischia seriamente di compromettere tempo e risorse da dedicare a soluzioni molto più lungimiranti e politicamente rinvigorenti per la democrazia.

Oltre che un argomento insidioso lanciato per tentare di indebolire la compattezza dei movimenti di giustizia ecoclimatica.

E, paradossalmente, troppe persone di scienza, che come si è già detto in altri contesti sembrano avere una forte propensione allo scientismo e all’esaltazione per l’innovazione tecnica acritica e incondizionata (e che hanno interessi diretti in quanto fisici e ingegneri nucleari), potrebbero facilmente abboccare (forse che l’ideologia cattoleggiante, per assurdo, possa scremare il colpo, seppur solo per effetto del retroterra culturale?)

Non finisce qui.


#solutions #disinformazione
#capitalismotossico
#climatechange
#nucleare | leggi
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