2022-12-09 14:49:03
Nel suo ultimo libro lo storico Alberto Mario Banti ci offre una riflessione sul neoliberismo e la cultura di massa, su come la mentalità dell’efficienza e della competizione individualistica abbia permeato molti aspetti del nostro quotidiano. Come siamo arrivati qui?
Da questa domanda iniziale si dipana il percorso disegnato dallo studioso. Il culto indiscriminato della produttività e del successo, la svalutazione nel discorso pubblico dei saperi scientifici e della competenza specialistica. Subito emerge come fondamentale un anno: 1979, l’ascesa al potere di Margaret Thatcher. Da quel momento in poi il neoliberismo è divenuto il pensiero unico che ha dominato le politiche economiche dei Paesi occidentali.
Accanto a questo processo, Banti ne ricostruisce un altro: la recente emersione dei nuovi nazionalismi in quasi ogni Paese del mondo occidentale. A ciò si aggiungono, in conformità coi tempi, uno sfrontato razzismo, coerente d’altronde con i principi del nazionalismo, e la polemica permanente contro le istituzioni o le associazioni sovranazionali.
In questo libro Banti lancia un penetrante grido di allarme rispetto alla crescente perdita di capacità di reazione collettiva. Non offre soluzioni ma prova a illuminarne le ragioni, attraverso un’esplorazione del recente passato a tratti provocatoria, ma convincente e improntata ad una larga e salutare interdisciplinarità. Un invito a un pensiero critico denso, problematico, necessariamente lungo, alla ricerca di un nuovo immaginario
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