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Giovani di Parola

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Il nuovo Canale ufficiale di Animatori Salesiani: ogni giorno il Vangelo del giorno seguente sul tuo telefono e altri contenuti utili per il tuo cammino spirituale! #GiovaniDiParola

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Gli ultimi messaggi 53

2021-10-26 22:00:06 Mercoledì 27 ottobre 2021
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,22-30)
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Parola del Signore

La domanda "Signore sono pochi quelli che si salvano?", a una prima lettura trasmette timore e sincera preoccupazione. Di fronte a questi sentimenti ci si aspetterebbe di trovare un Gesù comprensivo e rassicurante. E invece, incredibilmente, le sue parole sono dure. Descrivono uno scenario di giudizio in cui le possibilità di salvarsi non sono molte e si rischia di trovarsi davanti a una porta inesorabilmente chiusa per volere Dio. Un Dio che con quella stessa durezza dirà: "Non so di dove siete". Gesù quasi non sembra più il maestro buono che indica sempre e comunque la strada da seguire. È l'ultimo passaggio del Vangelo, però, a riportarci nella giusta prospettiva per interpretare le parole di Gesù. In quel "Gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi", Gesù ci sta dicendo che quella domanda iniziale è stata mal posta perché contiene un sottinteso pericoloso: se si è concentrati esclusivamente su chi può meritare meno o più di noi il Regno dei cieli, si rischia di non dare abbastanza attenzione a ciò che serve per entrarci davvero. Ed è quello l'errore più grande che rischia di renderci irriconoscibili agli occhi di Dio.
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2021-10-25 22:00:06
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2021-10-25 22:00:06 Martedì 26 ottobre 2021
Sal Vangelo secondo Luca (Lc 13,18-21)
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Parola del Signore

Il granello crebbe e divenne un albero. Il poco lievito che fa lievitare una massa. Da poco a molto, potremmo usare questo come titolo a questo Vangelo. Si il poco, è ció che siamo, siamo piccoli, spesso ci sentiamo incapaci di poter fare tanto. Le frasi che spesso ci diciamo: “tanto io da solo che posso fare?”, “tocca ai politici”, “tocca ai preti e alle suore” sono frasi che vanno contro al Vangelo di oggi! Certo il seme ha bisogno di marcire, donarsi completamente al terreno; il lievito deve mischiarsi completamente con la farina...alla fine nell’albero e nella massa non si distinguono nè il seme nè il lievito ma sono un tutt’uno! Si esatto noi così piccoli possiamo fare davvero tanto. Il Signore ci sta dicendo metti tutto ciño che hai al resto ci penso Io!
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2021-10-24 22:00:06
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2021-10-24 22:00:06 LUNEDÌ 25 OTTOBRE 2021

Dal Vangelo secondo Luca (13,10-17)

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.
Parola del Signore

Si può essere schiavi del mondo in molte cose: schiavi della moda, del conformismo, non soltanto nel modo di vestire, ma nel modo di vivere. Noi cristiani siamo chiamati a inventare un modo nuovo di vivere, a non essere schiavi di quello che si fa o non si fa, a trovare le vie e i mezzi anche inediti per fare il bene. Un cristiano deve essere libero non soltanto rispetto alle consuetudini del mondo, ma nel modo di vivere da figlio di Dio. Ogni vocazione è irripetibile, non ci sono due vocazioni identiche. Ogni santo ha la propria vocazione e le loro vite ci possono ispirare cose eccellenti, ma dobbiamo piuttosto trovare la nostra via, secondo quanto lo Spirito dice in noi: è questo il pluralismo cristiano. Che si sdegni chi vuole, se ció che compiamo lo facciamo con animo puro, porterá sempre frutto abbondante!
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2021-10-23 22:00:06
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2021-10-23 22:00:06 Domenica 24 ottobre 2021
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,46-52)
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Parola del Signore

Come il cieco di Gerico, anche noi dobbiamo gridare a Gesù la nostra fede facendoci largo tra le tante persone che non sanno o non vogliono più rivolgersi al Signore. Noi non dobbiamo essere ostacolo ma bensì aiutare a fare eco alle grida dei poveri, degli ammalati, di coloro che sono in difficoltà. Il cieco una volta chiamato da Gesù lascia tutto quello che ha (un mantello) per corrergli incontro. E`così che ci vuole Gesù: liberi da ció che ci impedisce di avanzare, che spesso sono oggetti, che ci rubano tempo e chiedere invece la vista per poter avanzare! Spesso non si è ciechi nel senso fisico ma non si vedono le necessitá di chi ci sta intorno! Solo così saremo davvero in grado di seguire Gesù lungo la strada.
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2021-10-22 22:00:07
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2021-10-22 22:00:06 SABATO 23 OTTOBRE 2021

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13, 1-9)

In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Parola del Signore

Il padrone della vigna raffigura Dio Padre e il vignaiolo è immagine di Gesù, l'albero di fichi che non porta frutti siamo noi! Dio è padre e madre paziente con noi, perché siamo suoi figli amati, i prediletti, fatti a sua immagine.

Il mantello lacerato (Dagli Apoftegmi dei Padri del deserto)
Un guerriero dal passato piuttosto torbido chiese ad un anacoreta se pensava che Dio avrebbe mai potuto accogliere il suo pentimento.
E l'eremita, esortato che l'ebbe con molti discorsi, gli domandò: «Dimmi, ti prego, se la tua camicia è lacerata, la butti via?...»
«No», rispose l'altro: «la ricucio e torno ad indossarla.»
«Dunque», soggiunge il monaco, «se tu hai riguardo al tuo vestito di panno, vuoi che Dio non abbia misericordia per la sua immagine?»
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2021-10-21 22:00:06
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