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Descrizione dal canale

🎬 Il Cinema è verità ventiquattro volte al secondo” Jean-Luc Godard

Ratings & Reviews

3.67

3 reviews

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Gli ultimi messaggi

2022-08-02 21:24:14 Soundtrack


https://youtube.com/playlist?list=PLvucyDghQh0zB3DO_a47QnxcB-NAicrAf
12 views18:24
Aprire / Come
2022-08-02 21:02:04

50 views18:02
Aprire / Come
2022-08-02 21:01:52 #recensioni-house-of-gucci
#AMAZONPRIME
Il vecchio leone Ridley Scott mette in scena la saga di una famiglia avidamente attaccata a un impero della moda ormai atrofizzato e destinato a rifiorire nelle mani di Maurizio Gucci e su spinta dell’aspirante socialite Patrizia Reggiani, dirigendola come una farsa greve, lanciata a tempo di musica e battute scult verso il destino fatale della casata. Scott è grande nel condurre un film sulla vita e sulla morte, perché segue le tracce della disperazione umana del personaggio Patrizia Reggiani che regge le fila della trama che tutti sappiamo come andrà a finire, tant’è che proprio la fine si staglia chiaramente nella sequenza d’apertura. Forse l’unica sequenza all’aperto, mentre il film si muove di casa in casa, di villa in villa, di maison in maison tra oggetti di lusso e grandiosità maestose in cui i personaggi spesso si perdono nelle loro piccole figure. I buoni, i normali, i belli provocano comprensione anche per i manipolatori del bene, mentre i cattivi, i deboli, i dissoluti sono mestamente ripugnanti, piangenti e ambigui. Case sempre case che respirano insieme ai personaggi, ma che non hanno nulla di focolare domestico, sono le case dove si svolge la vicenda dominata da oggetti che per lo più sono posseduti, con i quali non c’è un rapporto d’affezione, denaro e freddezza, case costruite con molto denaro, piene di quegli oggetti che vengono acquistati perché sei uno ricco e nelle quali per buona parte del film Maurizio non si sente a suo agio, dove tutto è colore e movimento e lui si sente solo. Così l’unica casa riscaldata da un camino è quella di St. Moritz dove lui si rifugerà da solo per poi iniziare una nuova vita, forse prendendo consapevolezza durante quel soggiorno invernale, lì i sentimenti prenderanno corpo e la caduta del suo matrimonio prenderà forma. Nelle ‘House’ dei Gucci vedremo ombre dove non dovrebbero esserci, la luce apparirà sempre innaturale, mentre le inquadrature sempre distanti dai personaggi sono scelte in modo tale che quanto risulti strano nella storia passi solo sullo schermo, liberando la testa dello spettatore da quell’insana costante ansia di sapere che cosa è successo in realtà. Ad un certo punto infatti abbandoniamo la storia dietro la storia, quel ‘di che cosa si tratta’ per dedicarci al racconto simbolico che nulla ha a che fare con quella pigra sociologia da pettegolezzo. Ho aspettato prima di guardare questa meravigliosa opera d’arte cinematografica moderna, perché non avrei voluto soddisfare questo insano desiderio di lettura della vicenda reale, ma ora sono convinto che House of Gucci sia un film difficile da penetrare perché sembra davvero tutto falso, in cui non ci sono città, ma solo ambienti ed edifici monumentali, dove la natura per una volta è recintata nella tenuta dove tutto ebbe inizio, emblematicamente rappresentata nella sequenza dove Aldo Gucci presenta a Patrizia la specie di bovini da cui la maison trae la pelle pregiata. Tutta qui la natura. Mentre le case si ingrandiscono e cambiano volto così voracemente che nella sequenza finale, quando Patrizia rientra dopo due anni nella sua Casa Gucci, appare spaesata, non riconosce il suo luogo per come risulta trasformato. Ho cercato di scrivere su questo film che parla delle cose della vita, belle e brutte, ma che non è letteratura, scoprendo la vera essenza del Cinema, forse tralasciando cose più importanti, come ad esempio la trama, forse ho parlato poco degli interni, ho esaminato troppo superficialmente l’importanza degli oggetti d’arte e il loro significato nella storia, forse non ho sottolineato a sufficienza la grande capacità di Scott di riuscire ad ottenere il massimo dai suoi attori, anche quelli meno credibili come ad esempio Camille Cottin che interpreta Paola Franchi la donna di cui Maurizio Gucci si innamora a St. Morirz. Ma probabilmente è questa la forza del film, far comprendere più noi stessi, le nostre vite semplici, i nostri veri amici.
Da non perdere assolutamente.
Voto
Buona visione.
47 views18:01
Aprire / Come
2022-08-01 21:00:25

1 view18:00
Aprire / Come
2022-08-01 21:00:04 #recensioni-reminiscence-frammenti-dal-passato
#NOWTV
Il debutto cinematografico di Lisa Joy, già complice del marito Jonathan Nolan nella serie HBO Westworld, qui addirittura coadiuvata dal mitico Christopher Nolan in veste di produttore, innesta elementi futuristici in una storia poliziesca noir vecchio stile. La pellicola è uno struggente racconto che fa dei ricordi il suo elemento primario, intorno a cui si costruiscono e definiscono tanto i personaggi quanto gli eventi. Il film tenta di offrire una nuova risposta all’umano desiderio di poter rivivere ancora e ancora i propri ricordi più belli, evitando dunque che questi si perdano nell’oceano della memoria. Nick Bannister, un sempre convincente Hugh Jackman, è una sorta di psicoinvestigatore privato, che insieme alla socia Emily Watt, una rediviva Thandie Newton, riesce a scavare nel mondo oscuro e affascinante del passato dei suoi clienti, aiutandoli ad accedere ai ricordi perduti attraverso una macchina dal nome evocativo ‘Reminiscence’. Vivendo ai margini della costa sommersa di Miami, la sua vita cambia per sempre quando incontra una nuova cliente, Mae, l’enigmatica Rebecca Ferguson, che lo contatta per una semplice questione: lo smarrimento di un oggetto. Da quel momento, tutto cambia. Mae scompare e Nick si ritrova coinvolto in una complessa cospirazione. Ossessionato dallo scoprire cosa le è successo, Nick inizia così ad abusare della ‘macchina della memoria’, correndo dei rischi che non piacciono a Watts. Ciò lo porterà a chiedersi fino a che punto ci si può spingere per tenere strette a noi le persone che amiamo. Reminiscence è un thriller classico con diversi elementi rétro ed atmosfere da noir che a volte sprigiona sensazioni di déjà vu che la sceneggiatura maschera bene al punto da farle sembrare citazioni, riuscendo nel non certo facile compito di realizzare un mix soddisfacente e nel complesso scorrevole. Così avremo la sensazione di essere introdotti in un futuro alla Blade Runner oppure alcuni elementi del profilmico, come la corona elettronica che indossano i clienti prima di immergersi nella vasca, possono ricordare Strange Days. In un mondo che per via dei cambiamenti climatici è sempre più diviso in classi sociali, e dove il meglio sembra ormai essere alle spalle di tutti, i ricordi sono l’unico luogo salvifico possibile. Nick Bannister, consapevole del potere della nostalgia, si definisce pertanto come un moderno Caronte che conduce i suoi clienti ai loro ricordi più dolci. Attraverso il suo macchinario Reminiscence, egli permette poi anche a noi spettatori di vedere questi ricordi rappresentati tridimensionalmente. Tutti questi elementi conferiscono al film un fascino estetico a cui è un piacere abbandonarsi. La Joy è certamente attenta nel costruire l’intrigo e nel disseminare indizi lungo il percorso, riuscendo anche spiazzare lo spettatore facendo immaginare conclusioni durante lo sviluppo della storia che poi si riveleranno errate in un finale che tutto ricompone. La splendida fotografia e le ambientazioni dalle atmosfere sfumate ed oscure fanno il resto, un po’ meno la colonna sonora poco aderente all’aesthetic noir.
Da non perdere.
Voto
Buona visione.
2 views18:00
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2022-08-01 13:44:29 https://mubi.com/films/chemical-hunger?utm_source=app_share&utm_medium=ios_app
19 views10:44
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2022-08-01 13:44:29 #MUBI
#fame-chimica
Il Film del Giorno è una bella opera, indipendente, sporca, un film quello di Vari e Bocola, finanziato da una cooperativa su un’idea del ’97, e che solo parzialmente si fa sedurre da quella caratteristica che si riscontra nella maggioranza delle pellicole odierne: ammiccare il pubblico. Non siamo di certo davanti ad un film dalla potenza de L’odio di Kassovitz, ma nel suo piccolo è una bella testimonianza di cinema che sa gettare uno sguardo autentico sulla società, sulla gente e in genere sulla vita; un esempio da vedere senz’altro e da ascoltare con la bellissima colonna sonora che diviene parte integrante della pellicola con le indimenticabili scene in cui Zulù dei 99 Posse invade lo schermo e canta. Buona visione
19 views10:44
Aprire / Come
2022-07-31 22:03:01

38 views19:03
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