2022-01-09 02:06:30
DAL LIBRO DI FABRIZIO CORONA
CAPITOLO 7: FIGHE
IO HO UN MAGNETISMO: GUARDO UNA DONNA E DOPO UN ATTIMO SONO LÌ CHE ME LA FACCIO. UNA DELLE SCOPATE PIÙ BELLE DEGLI ULTIMI TEMPI È STATA ALL'HOTEL PARCO DEI PRINCIPI DI ROMA. NON ME LA POSSO PROPRIO DIMENTICARE. MI STAVO ALLENANDO, ARRIVA UNA RAGAZZA SUDAMERICANA, MI ACCORGO DEL SUO PROFUMO CHANEL, DEL SUO ROLEX DA QUARANTAMILA EURO; MI GUARDA, IO GUARDO LEI, DOPO DUE MINUTI COMINCIAMO A SCOPARE COME DEI PAZZI NEL BAGNO DELL'HOTEL.
POI INIZIAMO A FREQUENTARCI, PIENI DI ENERGIA. FACCIAMO COSE NUOVE OGNI GIORNO, SEMPRE INSIEME: VIAGGI, AMICI, CONCERTI, BAR, TEATRI, ZOO, MOSTRE, SAGRE DI PAESE. CI ARRABBIAMO, CI ANNOIAMO, LITIGHIAMO SOLO PER POI POTERCI ABBRACCIARE PIÙ FORTE.
DECIDIAMO DI CHIAMARE QUESTA COSA AMORE, PERCHÉ È COSÌ CHE SI È SEMPRE CHIAMATA.
TROVIAMO LAVORO NELLA STESSA CITTÀ E ANDIAMO A CONVIVERE: MUTUO A TASSO FISSO, LAVAPIATTI, ARMADIO IKEA, UN GATTO O FORSE UN CANE.
LA MATTINA, QUANDO USCIAMO DI CASA, FACCIAMO FATICA A STACCARCI.
POI IL TEMPO LOGORA INEVITABILMENTE L'ENTUSIASMO DEGLI ESORDI, I SORRISI SONO SEMPRE PIÙ SBIADITI, LA ROUTINE SEMPRE PIÙ TIRANNICA.
QUESTO FINCHÉ NON ARRIVA LUI. O LEI.
E CI RENDIAMO CONTO CHE NELLA VITA FELICITÀ E ANGOSCIA NON SONO MAI STATE COSÌ FORTI E COSÌ INTRECCIATE TRA LORO.
UNO DI NOI DUE DEVE TENERLO SEMPRE D'OCCHIO, DOBBIAMO CONTROLLARE OGNI POPPATA, OGNI PERCENTILE, OGNI MOVIMENTO E RESPIRO.
SE SI METTE A PIANGERE PRECIPITIAMO NEL PANICO, SE SORRIDE È COME SE IL TEMPO SI FERMASSE PER SEMPRE.
TUTTO IL RESTO SCOMPARE: I NOSTRI EGOISMI, I PROGETTI IRREALIZZABILI, LE VELLEITÀ DELLA GIOVENTÙ, LE INCOMPRENSIONI, IL TERRORE DELLA RESPONSABILITÀ.
TUTTO SI DISSOLVE.
TANTO TEMPO PRIMA, QUASI INCONSAPEVOLMENTE, LO AVEVAMO CHIAMATO AMORE. ED IN QUEL MOMENTO CAPIAMO DI AVER AVUTO RAGIONE. PERCHÉ UNA COSA DEL GENERE NON PUÒ AVERE ALTRO NOME.
E INTANTO LUI È LÌ DAVANTI A NOI: LO VEDIAMO CRESCERE, CAMMINARE, CORRERE FINO A PERDERSI ALL'ORIZZONTE.
NEL FRATTEMPO NOI INVECCHIAMO GUARDANDOCI NEGLI OCCHI CHE SI FANNO SEMPRE PIÙ OPACHI, COME LE PAROLE CHE CI ERAVAMO GIURATI ORMAI MILIONI DI ANNI FA.
QUINDI, NEI SECONDI INFINITI PRIMA DI MORIRE, MENTRE LE TENGO LA MANO, I DUBBI CHE AVEVANO TORMENTATO I MIEI SOGNI DI RAGAZZO RIEMERGONO GORGOGLIANDO DAGLI ABISSI DELLA MEMORIA.
DUBBI SU COSA SIGNIFICASSE DAVVERO QUELLA REALTÀ IN CUI ERO STATO CATAPULTATO DAI MIEI GENITORI, VITTIME A LORO VOLTA DI ALTRE GENERAZIONI PERDUTE, INDIETRO NEL TEMPO FINO A UNA SCINTILLA NEL BUIO E AD ATOMI CHE, SENZA SENZA NEMMENO CONSULTARCI, AVEVANO PRESO LA DECISIONE SUPREMA DI LASCIARE CHE FOSSE IL CASO A SCEGLIERE PER NOI.
QUEI DUBBI ERANO POI SPROFONDATI FRA LE CORRENTI DELLA VITA, SMORZATI MA MAI DEL TUTTO SOPITI, SEMPRE IN SOTTOTRACCIA.
E TORNANO ORA, ALLA FINE, PER CHIEDERMI CONTO: È QUESTA BANALITÀ CHE HAI CHIAMATO VITA, CONSUMATA FINO ALL'ESTREMA SCINTILLA IN UN TORPORE DELLA MENTE A CUI HAI DATO IL NOME DI TRANQUILLITÀ, LA RISPOSTA CHE CI DAI? È QUESTO TUTTO QUELLO CHE SAI FARE? E ALLORA LA SENTENZA È GIÀ SCRITTA, E LO SAI: IPOCRISIA, ILLUSIONE, MENZOGNA.
COSÌ SIA -RISPONDO LORO- MA NON ESISTE REGOLA CHE LA MIA MENZOGNA NON POSSA VALERE CENTO DELLE VOSTRE VERITÀ.
QUESTO SONO IO. BASTA UNO SGUARDO E VIA.
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