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Vivere in ossequio di Gesù Cristo

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《Vivere in ossequi di Gesù Criso》,
offre quotidianamente ai suoi lettori spunti di meditazione e di preghiera.
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Gli ultimi messaggi 7

2022-06-16 21:20:46 IL "PADRE NOSTRO" CONTEINE TUTTO
Da “Salita al Monte Carmelo” di San Giovanni della Croce, Dottore della Chiesa (III, 48):

“Alcune (persone) pregano più per conseguire quanto vogliono loro che per onorare Dio. Senza dubbio sanno che, se Dio vorrà, sicuramente concederà quella grazia che chiedono, altrimenti non la concederà; tuttavia per l’attaccamento alla loro volontà e la gioia vana che mostrano in tutto questo, moltiplicano troppo le preghiere per raggiungere il loro scopo. Forse sarebbe meglio se indirizzassero tali preghiere a cose più importanti, come ad esempio una vera purezza della loro coscienza, un impegno concreto per quanto riguarda la loro salvezza e la relativizzazione di tutto ciò che non tende a questo scopo primario. In questo modo otterranno non solo quanto è più importante per loro, ma sarà accordato anche tutto ciò che è utile. Pur senza chiederlo, otterranno quanto domandano molto meglio e di più che se avessero impiegato tutta la loro devozione.

Ciò è quanto il Signore promette allorché afferma nel vangelo: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33). Questo è il desiderio, questa è la domanda che gli piace di più. Per ottenere le richieste che abbiamo nel nostro cuore non c’è mezzo migliore che riporre la forza della nostra preghiera in quelle cose che piacciono di più a Dio; in tal caso, infatti, ci concederà non solo ciò che chiediamo, cioè la salvezza, ma anche ciò che secondo lui è utile e buono per noi, anche se non glielo chiediamo […]. Tutto questo spiega perché, quando preghiamo, dobbiamo indirizzare a Dio tutta l’energia e la gioia della nostra volontà, senza andare in cerca di cerimonie nuove, non approvate né usate dalla Chiesa cattolica […].

Quanto alle altre cerimonie riguardanti la preghiera o certe devozioni, non ci si attacchi a riti o modi di pregare diversi da quelli che ci ha insegnato Cristo (cfr. Lc 11,1-2). È fuori dubbio che, quando i discepoli chiesero al Signore che insegnasse loro a pregare, egli rivelò loro tutto quanto occorreva perché fossero ascoltati dal Padre eterno, di cui conosceva molto bene la volontà. In quell’occasione insegnò loro solo le sette domande del Padre nostro, che comprendono tutte le nostre necessità spirituali e temporali, e non già tantissime altre preghiere e cerimonie. Anzi, in un’altra circostanza, disse loro che, quando pregavano, non dovevano parlare molto, perché il Padre celeste sa molto bene ciò di cui hanno bisogno (Mt 6,7-8); soltanto raccomandò loro, insistentemente, di perseverare nella preghiera, cioè nel Padre nostro, dicendo che «è necessario pregare sempre, senza stancarsi» (Lc 18,1).

Non insegnò molte formule di domanda, ma raccomandò di ripetere spesso quelle sette, con fervore e attenzione; in esse, infatti, è racchiusa tutta la volontà di Dio e ciò che conviene a noi. Per questo, quando nostro Signore si rivolse tre volte al Padre eterno, sempre pregò con le stesse parole del Padre nostro, come osservano gli evangelisti: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!» (Mt 26,39)”.

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@paginacarmelitana
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2022-06-16 15:55:46
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2022-06-16 15:55:42 L'EUCARISTIA: MEMORIALE DELLA PASSIONE
Dall’”Ufficio del Corpus Domini” composto da San Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa:

“L'Unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi, da uomini, dèi. Tutto quello che assunse, lo valorizzò per la nostra salvezza. Offrì infatti a Dio Padre il suo corpo come vittima sull'altare della croce per la nostra riconciliazione. Sparse il suo sangue facendolo valere come prezzo e come lavacro, perché, redenti dalla umiliante schiavitù, fossimo purificati da tutti i peccati. Perché rimanesse in noi, infine, un costante ricordo di così grande beneficio, lasciò ai suoi fedeli il suo corpo in cibo e il suo sangue come bevanda, sotto le specie del pane e del vino.

O inapprezzabile e meraviglioso convito, che dà ai commensali salvezza e gioia senza fine! Che cosa mai vi può essere di più prezioso? Non ci vengono imbandite le carni dei vitelli e dei capri, come nella legge antica, ma ci viene dato in cibo Cristo, vero Dio. Che cosa di più sublime di questo sacramento? Nessun sacramento in realtà è più salutare di questo: per sua virtù vengono cancellati i peccati, crescono le buone disposizioni, e la mente viene arricchita di tutti i carismi spirituali. Nella Chiesa l'Eucaristia viene offerta per i vivi e per i morti, perché giovi a tutti, essendo stata istituita per la salvezza di tutti.

Nessuno infine può esprimere la soavità di questo sacramento. Per mezzo di esso si gusta la dolcezza spirituale nella sua stessa fonte e si fa memoria di quella altissima carità, che Cristo ha dimostrato nella sua passione. Egli istituì l'Eucaristia nell'ultima cena, quando, celebrata la Pasqua con i suoi discepoli, stava per passare dal mondo al Padre. L'Eucaristia è il memoriale della passione, il compimento delle figure dell'Antica Alleanza, la più grande di tutte le meraviglie operate dal Cristo, il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini”.

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@paginacarmelitana

(J. de Juanes, L'ultima cena)
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2022-06-16 15:02:43 Non si ringrazia il #peccato, così si portano i #gay alla perdizione

A che gioco giocano la diocesi di Bologna e il suo vescovo? E' inutile dire che quella di Budrio fosse “solo” una Messa di ringraziamento. Ringraziamento di che? La Chiesa che «non benedice né può benedire il peccato» può invece offrire a Dio il Sacrificio di ringraziamento per il peccato? E’ qui che emerge tutta l’ipocrisia farisaica di certi pastori, che, anziché richiamare le pecore, le conducono orgogliosamente sulla via della perdizione.

» https://lanuovabq.it/it/non-si-ringrazia-il-peccato-cosi-si-portano-i-gay-alla-perdizione
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2022-06-16 13:08:06
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2022-06-16 13:08:03 Devoto io t'adoro, nascosta Deità,
che sotto questi segni ti celi in verità.
A te con tutto il cuore mi sottometto in pace
ché contemplando te il mondo intero tace.

La vista, il tatto e il gusto rimangono all'oscuro,
all'udito soltanto credere è qui sicuro.
Del Figlio dell'Altissimo io credo alla parola:
alla mia fede basta questa certezza sola.

Nascosta sulla croce fu la divinità
ma qui si cela insieme anche l'umanità.
Entrambe io credente professo fermamente,
e chiedo ciò che chiese il ladro penitente

Come Tommaso apostolo le piaghe io non vedo
eppur ti riconosco mio vero Dio e credo.
Che sempre più io creda, Signore Gesù Cristo,
che sempre più io speri e t'ami finch'esisto

O vero memoriale della crocifissione,
pane vivo e vitale offerto in comunione:
concedi alla mia anima che sempre di te viva
e gusti la dolcezza che sol da te deriva.

O pio Pellicano, Gesù nostro Signore,
l'anima mia impura monda col tuo cruòre.
Una goccia soltanto del sangue che hai versato
basta per liberare il mondo dal peccato.

Gesù che ora in terra contemplo sotto un velo
quando si compirà quello cui tanto anelo?
Che io a faccia a faccia un dì nell'aldilà
ti veda e sia felice per tutta eternità. Amen.

(San Tommaso d'Aquino, Dottore della Chiesa)

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Il testo originale:

Adoro Te devote, latens Deitas,
Quae sub his figuris vere latitas:
Tibi se cor meum totum subiicit,
Quia te contemplans totum deficit.

Visus, tactus, gustus in te fallitur,
Sed auditu solo tuto creditur.
Credo quidquid dixit Dei Filius:
Nil hoc verbo Veritatis verius.

In cruce latebat sola Deitas,
At hic latet simul et humanitas;
Ambo tamen credens atque confitens,
Peto quod petivit latro paenitens.

Plagas, sicut Thomas, non intueor;
Deum tamen meum te confiteor.
Fac me tibi semper magis credere,
In te spem habere, te diligere.

O memoriale mortis Domini!
Panis vivus, vitam praestans homini!
Praesta meae menti de te vivere
Et te illi semper dulce sapere.

Pie pellicane, Iesu Domine,
Me immundum munda tuo sanguine.
Cuius una stilla salvum facere
Totum mundum quit ab omni scelere.

Iesu, quem velatum nunc aspicio,
Oro fiat illud quod tam sitio;
Ut te revelata cernens facie,
Visu sim beatus tuae gloriae. Amen.

**

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(Tiziano, Stendardo processionale del Corpus Domini, Urbino)
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2022-06-16 11:08:47
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2022-06-16 11:08:32 Quante sono le anime anche buone che si accontentano di andare in Paradiso senza saper che questa loro volontà di una propria esclusiva salvezza, già forse le perde! Chi è prescelto non può rinunciarvi soprattutto per gli altri. Agli altri giunge la grazia attraverso di te. In che modo? Attraverso quali vie? Tu non lo sai. Comunque, nella stessa misura in cui sei chiamato alla perfezione, sei anche chiamato a rappresentare tutta quanta la Chiesa, tutta quanta la creazione, a portarla nel tuo cuore, con le tue mani, ad offrirla come tua offerta, a salvarla con te”.

(Breve pausa di silenzio)

***
Mio Dio, ti offro tutte le azioni che farò oggi, con le intenzioni e per la gloria del Sacro Cuore di Gesù. Voglio santificare i battiti del mio cuore, i miei pensieri e le mie opere più semplici, unendoli ai suoi meriti infiniti, e riparare le mie colpe gettandole nella fornace del suo amore misericordioso. O mio Dio, ti domando per me e per coloro che mi sono cari la grazia di compiere perfettamente la tua santa volontà, di accettare per tuo amore le gioie e le pene di questa vita passeggera, affinché noi siamo un giorno riuniti in Cielo per tutta l'eternità.

(Santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo)

***

V.: Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male, e ci conduca alla vita eterna.
R.: Amen.

V.: Benediciamo il Signore.
R.: Rendiamo grazie a Dio.

***

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@paginacarmelitana
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2022-06-16 11:08:32 NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA SOLENNITÀ DEL SACRO CUORE DI GESÙ – II GIORNO – AMARE DIO PER GLI ALTRI

V.: Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo.
R.: Amen.

V.: Vieni, Santo Spirito!
R.: Vieni per Maria. Amen, alleluia!

V.: Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo.
R.: Come era nel principio, e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

***
Dalla Prima Lettera di San Giovanni Apostolo (4,10)

“In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”.

(Breve pausa di silenzio)

***

Da “La Mistica della Riparazione” del Servo di Dio Divo Barsotti, Sacerdote:

“Ma di che riparazione si parla? E per quali motivi siamo impegnato in questa riparazione? Intanto risulta dalle parole stesse di Gesù a S. Margherita Maria: ella deve supplire dinanzi a Gesù tante altre anime che non lo amano. La riparazione, prima di tutto, esprime un nostro dovere di supplenza, e questo ci sembra veramente cristiano. Nell’andare verso Dio non siamo mai soli, non possiamo mai scioglierci dalla comunità, non possiamo mai pretendere di fuggire soli col Solo; il nostro dovere, quanto più ci accostiamo a Dio, è quello di rappresentare tutti gli altri che sono lontani. Se Gesù ti dice: «Almeno tu amami», non intende con questo rinunziare all’amore di coloro che non lo amano, ma vuole che col tuo amore per lui tu compensi l’amore che i tuoi fratelli gli negano, che il tuo amore supplisca per loro, che tu lo ami per loro.

«Almeno tu amami!». «Mi ami tu più di questi?» domanda Gesù a Pietro. L’amore che il Signore chiede non sottrae l’anima al mondo, non la divide dai fratelli; al contrario. È questo amore che la unisce di più agli uomini, la fa più responsabile per tutti. Pietro, per questo amore, riceve una missione di universale paternità, la missione di guidare tutto il gregge di Cristo, e finalmente riceve la promessa di morire com’è morto Gesù: non solo il martirio, ma la partecipazione più piena alla Passione e alla Morte del Cristo, in una morte che dovrà essere atto di offerta per il mondo intero. «Signore, non imputar loro questo peccato». È la preghiera di Stefano, ed è la preghiera di Pietro, perché il martirio cristiano mai potrebbe essere soltanto testimonianza d’amore per gli uomini, per quelli stessi che ti danno la morte.

Sembra che tutto ciò risponda ad un disegno preciso della provvidenza di Dio: i molti si salvano per i pochi, tutti si salvano per uno solo. Gesù, l’Unico, salva la moltitudine immensa; dopo di lui, ma con lui, i pochi salvano i molti. È una verità che si adatta ad ogni generazione umana: i veri cristiani saranno sempre il sale della terra, la luce del mondo. Saranno sempre un piccolo gregge. Ma sarà per questo piccolo gregge, per questo pugno di sale, per questa luce sul moggio che tutto il mondo sarà illuminato, che sarà impedita la corruzione universale e la rovina degli uomini. Mistero che non osiamo nemmeno contemplare tanto ci fa paura, perché ci dice la nostra responsabilità precisa: siamo degli eletti da Dio. Ci rendiamo conto che non rispondere non è soltanto mettere in pericolo l’anima nostra, ma è mettere in pericolo la salvezza di innumerevoli anime, è defraudare tutta l’umanità, tutta la creazione, di una forza divina, di un potere di salvezza, di un dono di amore che attraverso i prescelti dovrebbe raggiungere gli altri?

Dio certamente ci ama, se ci chiama presso di sé, ma tuttavia la chiamata non è limitata a noi soli; la chiamata di Dio ci separa dagli altri, ma per renderci solidali con essi, padri di tutti come Abramo. La chiamata di Dio strappa Abramo alla sua tribù, lo porta fuori dalla sua città, ma per farlo padre di tutti i credenti. Se non rispondiamo al Signore, non mettiamo in pericolo soltanto la nostra perfezione, la nostra santità: se ci accontentassimo soltanto di una nostra salvezza forse non ci potremmo salvare.
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2022-06-15 23:44:19
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