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2022-06-23 22:14:50
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2022-06-23 22:14:43 MOSCA DIVENTA IL PRINCIPALE FORNITORE DI PETROLIO PER PECHINO
La Russia è diventata il principale fornitore di petrolio della Cina, soprattutto a seguito della vendita di greggio a prezzo scontato dopo l’approvazione delle sanzioni occidentali legate alla guerra in Ucraina. Le importazioni di petrolio russo sono infatti aumentate del 55% già da un anno, e hanno raggiunto un livello record lo scorso maggio, sostituendo così l'Arabia Saudita come principale fornitore di Pechino.
Nonostante una domanda affievolita dalla pandemia da Covid e da un rallentamento delle performance economiche, le società cinesi, tra cui il colosso statale della raffinazione Sinopec e la compagnia statale Zhenhua Oil, hanno incrementato i loro acquisti di greggio russo negli ultimi mesi, spinte anche dai forti sconti offerti da Mosca dopo che Europa e Stati Uniti hanno deciso di sanzione il settore energetico russo.
Le importazioni in Cina, che includono forniture in entrata attraverso l'oleodotto Gasdotto Siberia orientale-Oceano Pacifico (ESPO) e via mare, hanno totalizzato quasi 8,4 milioni di tonnellate nel solo mese di maggio, relegando l'Arabia Saudita al secondo posto, con 7,8 milioni di tonnellate.
Foto: Glavgosexpertiza Rossii
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2022-06-23 22:14:06
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2022-06-23 22:13:57 GEORGIA, MANIFESTAZIONI DI MASSA PER L’INTEGRAZIONE EUROPEA
Lunedì 20 giugno attivisti, cittadini e rappresentanti di vari partiti di opposizione si sono riuniti fuori dal Parlamento di Tbilisi per manifestare a favore all'integrazione europea della Georgia. Organizzato dal movimento civico Shame e da una serie di organizzazioni non governative, il raduno ha voluto dimostrare l'impegno dei cittadini georgiani nel processo di avvicinamento all’Europa del Paese caucasico. Oltre che a Tbilisi, dove si sono radunate oltre 120.000 persone, si sono tenute manifestazioni in altre città della Georgia.
Parallelamente, la presidente georgiana Salome Zurabishvili ha rilasciato un videomessaggio ai cittadini, affermando che il paese si trova in un "momento cruciale della storia", dunque appellandosi alla moderazione delle proteste. Zurabishvili ha inoltre richiesto alle forze di sicurezza di garantire l'ordine durante la manifestazione, che era stata annunciata all'inizio del mese e ha avuto luogo, nonostante le richieste presidenziali di rinunciare alla sua organizzazione.
Le manifestazioni hanno seguito la raccomandazione della Commissione europea di concedere alla Georgia una "prospettiva europea", rilasciata la scorsa settimana dopo la revisione della domanda di adesione all'UE presentata dal governo del Paese. La Commissione non ha concesso alla Georgia lo status di candidato all'adesione (a differenza dell’accelerazione della procedura auspicata per Ucraina e Moldova, a condizione dell’attuazione di determinate riforme), delineando anzi una serie di requisiti che Tbilisi dovrà soddisfare entro la fine dell'anno, prima della prossima valutazione dello status.
Foto: Shame Movement
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2022-06-23 22:13:32 22 GIUGNO 1941 - INIZIA L'OPERAZIONE BARBAROSSA
Domenica 22 giugno 1941, alle 4 del mattino, le forze armate naziste attaccarono i confini occidentali dell'Unione Sovietica, dando così il via all'invasione. La sorpresa dell'attacco tedesco fu pressochè assoluta. L'esercito sovietico nelle prime settimane fu rapidamente sbaragliato, anche a causa di mezzi spesso obsoleti e scarsa preparazione di uomini e dirigenti. In 4 giorni, il 50% della flotta aerea sovietica andò distrutta, mentre in un mese 200 dei 340 depositi di rifornimento dell'Armata Rossa caddero in mano tedesca.
Della "Grande Guerra Patriottica" e della sua memoria ne abbiamo parlato, lo scorso anno, in occasione del 80esimo anniversario dell'Operazione Barbarossa nel nostro Dossier, sempre disponibile qui: https://www.osservatoriorussia.com/2021/06/28/grande-guerra-patriottica-tra-storia-e-memoria/
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2022-06-23 22:12:53
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2022-06-23 22:12:44 RUSSIA, 16 NUOVI REATTORI ENTRO IL 2035
La scorsa settimana Rosenergoatom, azienda operatrice delle centrali nucleari russe sotto l’egida del colosso statale Rosatom, ha rilanciato l’ambizioso piano energetico della Federazione Russa, che vuole puntare all’aumento della quota di elettricità nucleare nel suo mix energetico da circa il 20% attuale al 25% entro il 2045, con la costruzione di 16 nuove unità nucleari operative entro il 2035.
Oltre ad alcune unità “standard” (per 6 delle quali i lavori sono già iniziati), Rosenergoatom intende realizzare o completare anche 4 reattori galleggianti (per alimentare i depositi e le miniere dell’Estremo Oriente russo, sul modello dell’Akademik Lomonosov già operativa in Čukotka), uno Small Modular Reactor in Sacha-Jacuzia, l’unità dimostrativa di reattore veloce raffreddato a piombo BREST OD-300 e il BN-1200M, reattore nucleare veloce autofertilizzante a sodio liquido di Generazione IV, tutte considerate avanguardie tecnologiche nel settore.
Il settore nucleare russo sembra continuare, dunque, la sua espansione, anche se la contingenza storica attuale e le sanzioni economiche limitano alcuni degli spazi di manovra del Cremlino. Molti sono, infatti, i contratti per la fornitura di combustibile nucleari annullati o non rinnovati con i Paesi dell’Europa orientale (che a loro volta devono supplire con urgenza a questo cambiamento), così come alcuni progetti sono stati stracciati (come Hanhikivi, in FInlandia) o rischiano ritardi a causa delle limitazioni all’import di materiali e componentistica (ad es. Akkuyu, Turchia). Un ridimensionamento a cui Rosatom cerca di far fronte con altri piani per altri mercati, domestici e internazionali.
Foto: Rosatom
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2022-06-21 10:30:27
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2022-06-21 10:30:27 LA LITUANIA STANZIA UN FONDO PER SUPPORTARE LE AZIENDE COLPITE DALLE SANZIONI CINESI
Le aziende lituane penalizzate dalle ultime sanzioni imposte dalla Cina potranno fare richiesta per prestiti di capitale da parte dello Stato, ha annunciato il ministro dell’economia e dell’innovazione lituano.
Per alleviare gli effetti della mossa di Pechino sarà stanziato un budget di 130 milioni di euro. A seconda della tipologia di business e di azienda, i richiedenti potranno avere accesso a finanziamenti di importo non superiore ai 10 milioni di euro. Potranno accedere ai fondi le aziende la cui quota di import o export con la Cina nel 2021 ha superato il 25% del complessivo. La copertura dovrebbe durare 24 mesi.
La Cina ha imposto sanzioni dure a Vilnius, che riguardano non solo l’export di specifiche categorie merceologiche di provenienza lituana, ma anche il blocco di prodotti europei che integrino componenti made in Lituania e forti limitazioni alla vendita di materie prime cinesi ad aziende lituane.
Vilnius continua quindi a pagare la scelta di consentire l’apertura dell’ambasciata di Taiwan sul suo territorio, decisione che sin dal principio ha scatenato le ire di Pechino.
Per quanto riguarda I prestiti, l’Unione Europea potrebbe contribuire stanziando una parte dei fondi, in quanto le sanzioni imposte dalla Cina rientrano negli scenari per i quali è possibile sbloccare i cosiddetti “direct loans to businesses affected by the actions of third countries”.
“La Lituania è la prima nazione nell’Unione Europea ad aver sviluppato e concordato con la Commissione uno strumento finanziario completamente nuovo, che supporti le aziende colpite da questo tipo di provvedimenti”, ha dichiarato il ministro Ausrine Armonaite. “E’ importante sottolineare che questo strumento non sarà utile solo per le aziende lituane, ma anche per altri Paesi all’interno dell’UE eventualmente penalizzati allo stesso modo in futuro”.
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2022-06-20 22:08:03
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