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​​'Ciavemo la porchetta signori!' La Porchetta di Ariccia è | Italian Street Food.

​​"Ciavemo la porchetta signori!"

La Porchetta di Ariccia è un'eccellenza della cucina Romana a base di suino. La sua carne bianca e rosata è caratterizzata dal colore marrone delle spezie con cui viene preparata. Sono le spezie: aglio pepe e in particolare il rosmarino a donargli anche quel gusto particolare e saporito. La particolarità della porchetta di Ariccia è la sua crosta di colore marrone che rende croccante questo piatto stratosferico. La porchetta si consuma da sempre tagliata a fette. Può rappresentare un succulento secondo piatto oppure essere gustata come farcitura di panini, meglio se accompagnata da pane casereccio.
La cottura, effettuata ad una temperatura tra i 160 e i 280°C, può durare da un minimo di tre ad un massimo di sei ore. Una volta cotta non è però ancora pronta. È infatti tempo della raffreddatura in locali appositi, per alcune ore. Poi vengono eliminati i grassi e la crosta prende la sua compattezza.
Nelle tipiche “fraschette” della zona dei Castelli Romani, è possibile ancora oggi degustare la porchetta locale, con tagliere di formaggi e salumi, accompagnati da vino dei Castelli.

Pare che già nel periodo Romano gli imperatori ne facessero largo uso come uno dei piatti più prelibati. Ma la sua storia deriva da molto prima, già nelle popolazioni dei latini. Sono state infatti rinvenute statue con divinità aventi in mano la celebre figura del maialino, probabilmente risalenti agli etruschi. Ma il valore odierno della Porchetta lo dobbiamo ai Porchettari che, fin dalla prima Sagra della Porchetta di Ariccia, nel 1950, portano avanti con passione e dedizione ciò che è il patrimonio culinario (e quindi artistico e culturale) delle proprie origini. Da allora, ogni anno in settembre nel centro storico di Ariccia si tiene la sagra, tra pane con la porchetta, vino e usi e costumi di ciò che era.
Molte figure illustri nel corso della storia ne hanno parlato; già nel 1802 il tedesco Seume, autore del libro “L’Italia a piedi”, passando per Ariccia, manifestò il proprio disappunto per il principe Chigi, il quale aveva fatto abbattere le querce secolari del suo parco per far pascolare meglio i porci bradi, progenitori delle famose porchette. E invece da cosa proviene il suo nome? Sin dalle origini, viene lavorata e cotta solo la carne di individui di sesso femminile aventi le carni più tenere.

E come se fossimo nel 1957 insieme a Carlo Emilio Gadda in quel di Ariccia ad ascoltare tra le voci "La porca, la porca! Ciavemo
o la porchetta signori!", non possiamo far altro che lasciarvi con l'acquolina in bocca...fino a domani!

#lazio