2022-06-04 19:25:02
Nell'anglosfera stanno iniziando a smorzarsi i toni trionfalistici e ottimisti delle prime settimane di guerra, ed ora l'editor economico del Guardian scrive: "
La Russia sta vincendo la guerra delle sanzioni".
Vengono evidenziati l'enorme surplus commerciale, la ripresa del rublo e la posizione di forza russa sulle materie prime. Certo,
secondo diverse stime l'economia russa si contrarrà dall'8 al 10% nel 2022, una seria crisi economica, ma non abbastanza per far collassare il sistema-paese - scrive Elliot - che già nel 2023 secondo Goldman Sachs crescerà di oltre il 3%.
Ambrose Evans Pritchard, un altro pezzo grosso del giornalismo economico britannico, era giunto a conclusioni simili
già alla fine di marzo. Viene evidenziato anche come l'Iran abbia retto contro sanzioni anche più pesanti, e infatti
è proprio con l'Iran che la Russia sta sperimentando nuove forme di integrazione che bypassino il sistema finanziario occidentale, da applicare poi nei rapporti con altri stati.
Sebbene la Cina sia nei fatti piuttosto timida nel supporto alla Russia, e stia cercando di non rimanere coinvolta nelle sanzioni, la Russia è tutto fuorché isolata, solo negli ultimi giorni:
- Ad un incontro dell'
Unione Economica Eurasiatica si è apertamente parlato di mettere fine all'egemonia del dollaro
- Il
ministro degli esteri indiano ha speso parole molto dure contro i tentativi occidentali di fermare la partnership economica, militare e diplomatica tra India e Russia
- Il presidente senegalese, e leader in carica dell'Unione Africana, ha discusso in Crimea con Putin la prospettiva di espandere le relazioni commerciali con i paesi dell'organizzazione.
La Russia non è un pariah neanche all'interno della NATO, con la Turchia che chiude il Bosforo alle navi della NATO, stringe nuovi accordi commerciali nel paese e dichiara di non voler partecipare a nessuna sanzione; con l'Ungheria che infine
ottiene (per conto della Germania, anche) l'esenzione degli oleodotti russi dalle sanzioni UE.
USA e UK inviano armi sempre più potenti all'Ucraina, ma nessuno ha l'illusione di una
reconquista del Donbass o della Crimea, quello che si sta cercando di raggiungere è uno stallo militare (che potrebbe anche essere vicino) presupposto per delle inevitabili trattative.
Sleepy Joe ha abbandonato le dichiarazioni sul cambio di regime in Russia, per concentrarsi sul tamponare l'inflazione galoppante negli USA. Macron si "vanta" di aver passato più di 100 ore al telefono con Putin dall'inizio della guerra.
La fatica della guerra sta iniziando a sentirsi, non tanto negli ucraini, che comprensibilmente continuano a voler combattere a oltranza (e in ultimo saranno loro a decidere, sul campo e al tavolo delle trattative, cosa sarà del loro stato) ma in chi sta combattendo una guerra per procura in cui non basta
inviare qualche Stinger a Bin Laden e compari, ma si rischia il tracollo economico con crisi delle materie prime e inflazione già in stato critico a causa delle restrizioni degli ultimi 2 anni, che
in Cina a singhiozzo continuano ancora.
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