2022-05-17 12:01:34
Ci sono nuovi sviluppi in Libia, ma prima ricapitoliamo la situazione.
Ad agosto 2020, dopo un decisivo intervento militare turco,
le due parti dichiarano un cessate-il-fuoco ed avviano un processo politico, che culmina nella nomina di un primo ministro -
Abdul Dbeibeh - riconosciuto da entrambe le fazioni.
Questo situazione ad interim sarebbe dovuta essere normalizzata definitivamente con delle elezioni a gennaio 2021, che però non si tennero a causa di sabotaggi interni alla commissione elettorale mascherati da misure anti-covid.
Durante tutto l'anno successivo, continuano scontri a bassa intensità - anche
all'interno delle fazioni - ma senza svolte decisive, e si attendono ancora le elezioni.
Il 10 febbraio 2022 però avviene un tentativo di golpe contro Dbeibeh, il cui convoglio viene colpito in un imboscata. Il primo ministro sopravvive, ma la camera dei rappresentanti - sostenuta dal maresciallo Haftar e dalla coalizione internazionale (Egitto, monarchie del golfo, Russia, Francia) che lo supporta - nomina un nuovo primo ministro:
Fathi Bashaga.
L'ONU continua a riconoscere Dbeibeh, che si attesta a Tripoli con il supporto delle milizie precedentemente legate a Serraj e della Turchia. Bashaga si attesta a Bengasi: Si ripropongono gli stessi identici schemi della precedente guerra civile, ma ancora si combatte a bassissima intensità.
Oggi il nuovo sviluppo:
Bashaga tenta di forzare la mano ed entrare a Tripoli con il supporto di una milizia locale, ma viene fermato militarmente e si ritira.
Che sia l'inizio di un'altra fase calda di questa interminabile guerra civile?
In tutto ciò l'Italia resta a guardare, e a subire, come da 11 anni a questa parte.
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