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– Bisogna alzarsi! – le disse; – per questa notte potrai dormi | Fiabe per tutti

– Bisogna alzarsi! – le disse; – per questa notte potrai dormire nel cassetto. I poveri fiori sono ammalati e hanno bisogno di riposare!
La bambola aveva un’espressione molto contrariata e non rispose nemmeno una parola, tanto si sentiva offesa; ma la piccola Ida la depose nel cassetto, poi mise i fiori nel lettino e li coprì bene con la coperta azzurra. Chiuse anche le cortine di seta celeste affinché la luce non desse loro fastidio, quindi si allontanò in punta di piedi. Ma per tutta la sera non fece che pensare a quanto lo studente le aveva raccontato e, prima di andare a dormire, volle fare una visitina anche ai fiori della mamma, stupendi giacinti e tulipani, freschi e belli nei vasi di cristallo.
– So che andrete al ballo, questa notte – bisbigliò la piccola Ida con aria d’intesa; ma i fiori non mossero una foglia, come se non avessero capito.

Poi Ida andò a letto e, prima di addormentarsi, pensò a lungo alla festa da ballo nel castello del re. “I miei fiori saranno andati di certo” pensava.
Si risvegliò durante la notte dopo un sogno confuso, in cui aveva veduto i fiori, lo studente e anche il consigliere dal largo cappello nero. Tutto era silenzioso nella casa; il lumino da notte spandeva una diafana luce; il babbo e la mamma dormivano profondamente. “Chissà se i miei fiori sono ancora nel lettino di Sofia?” pensò la piccola Ida “Come mi piacerebbe saperlo”. Sedette sul letto e tese l’orecchio. Le pareva che dal salotto giungesse un suono di pianoforte, ma così leggero, come non le era mai capitato di udire.
– Sono certo i miei fiori che ballano – concluse – Oh, come mi piacerebbe vederli! Oh, se entrassero qui!.
Ma i fiori non vennero e il suono del pianoforte continuava dolce e leggero. Infine la piccola Ida non poté più resistere: scivolò dal lettino e, piano piano, si avvicinò in punta di piedi verso la porta socchiusa del salotto. Come era meraviglioso ciò che vide! Le lampade erano spente, è vero, ma i raggi della luna entravano dalla finestra e ogni cose sembrava illuminata a giorno. I giacinti e i tulipani della mamma stavano allineati su due file: tutti i vasi erano vuoti. Poi i tulipani si inchinarono davanti ai giacinti e li presero per mano; quindi incominciarono un allegro girotondo interrompendolo spesso con variazioni e figure graziosissime. Al pianoforte era seduto un grosso giglio giallo che la piccola Ida aveva veduto in giardino durante l’estate. Anzi, ricordava che lo studente aveva commentato: “Guarda come quel giglio assomiglia alla signorina Carolina”. Tutti si erano burlati d lui, ma la piccola Ida aveva notato che il giglio assomigliava davvero in modo sorprendente a quella signorina.