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'Dove correte così svelta e frettolosa? le disse il principe, | Fiabe per tutti

"Dove correte così svelta e frettolosa? le disse il principe, guardandola con tenerezza. Fermatevi. Le nozze non si potrebbero fare senza di voi. Sì, io vi amo, io vi ho scelto fra mille bellezze per passar con voi il resto della mia vita; se però voi non direte di no. — Ah, signore! esclamò ella, tanta gloria non è per me. Voi volete scherzare. — Tutt'altro. Ho già parlato a vostro padre; non manca che il vostro consenso. Ma perchè fra noi regni costante la pace, bisogna giurarmi che non avrete mai altra volontà fuor della mia. — Lo giuro, e ve lo prometto. Se avessi sposato l'ultimo del villaggio, avrei con gioia accettato di essergli schiava; tanto più con voi, mio signore e mio sposo."

Fissate così le nozze, fra gli applausi della corte, il principe conduce la sposa nella capanna, dove due damigelle la vestono e l'adornano per l'occasione.

Fulgida di beltà e di ricchezza, emerge finalmente la sposa dall'umile abituro ed è accolta da un'acclamazione entusiastica. Si asside maestosa sopra un gran carro di oro ed avorio, il principe prende posto al suo fianco, i cortigiani seguono in folla.

Tutto il popolo, avvertito della scelta del sovrano, accorre incontro al corteo; fa ressa intorno al carro; poco manca che non distacchi i cavalli. Si arriva alla chiesa; si compie il sacro rito; si scambia la promessa, si chiude la solenne giornata fra danze, giochi, corse e tornei.

Il giorno appresso, tutte le autorità si presentano a palazzo per congratularsi coi novelli sposi. Griselda, circondata dalle sue dame, serbò un contegno da vera principessa. Tanto il cielo l'aveva favorita d'ingegno e di prudenza, che in breve acquistò i modi di una vera sovrana e seppe guidare le sue dame assai più agevolmente che non avesse guidato altra volta le sue pecorelle.

Prima che l'anno spirasse, le liete nozze furono benedette dal cielo col dono di una principessina, bella come un amore, che formò la delizia dei due giovani sposi.

Griselda volle da sè nutrir la bambina. "No, disse, non saprei resistere alle grida supplici della mia creatura; non saprei esser madre a metà della bambina che adoro."

Il principe intanto, sia che fosse meno infiammato dei primi giorni, sia che si facesse vincere dai soliti umori maligni, crede di scorgere non so che doppiezza in tutte le azioni della sposa. La virtù di lei gli pare un tranello; la dolcezza un'ipocrisia; ogni buona parola un artifizio. Guarda, spia, sorveglia, sospetta, tiranneggia; le toglie le vesti sfoggiate, gli anelli, le collane, tutti i ricchi doni di nozze; la chiude in camera, ed è assai se lascia penetrare in questa un po' di luce.

"Si vede, pensava Griselda, ch'ei mi vuol provare. Accetto volentieri la sua crudeltà e la volontà del Signore. Più si soffre, più si è felici."

Ma il principe, non che commuoversi a tanta rassegnazione, diventa più cupo e sospettoso. "Tutti gli affetti di lei, pensa, son concentrati nella piccina; per questo è che non si cura di altro, ed ogni rigore le è indifferente. Per vederci netto, bisogna colpirla in quanto più le sta a cuore."

Un giorno che Griselda con la bimba fra le braccia, le dava latte, accarezzandola e sorridendo, il principe entrò di sorpresa. "Vedo, disse, che le volete bene; eppure bisogna che ve la tolga, per educarla in tempo e perchè non prenda da voi qualche maniera un po' goffa. Per buona sorte, ho trovato una dama fra le più distinte, che le insegnerà tutte le virtù che una principessa deve avere. Preparatevi, perchè tra poco verranno a prenderla."

Ciò detto uscì frettoloso.

Griselda tace, piega la testa, trattiene a stento le lacrime; e quando vede arrivare lo spietato ministro degli ordini sovrani: "È forza obbedire" dice. Poi, presa e baciata la bimba, la consegna fra le mani di quell'uomo e le pare in quel momento di strapparsela dal cuore.

Sorgeva non lontano dalla città un monastero, famoso per l'antichità e per la regola austera che vi regnava. Alla pia badessa del luogo e alle cure delle suore fu consegnata la bimba, senza rivelarne la nascita, insieme con molti anelli di gran valore.