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Di quando i gatti dominavano la Terra e avevano risch | Favole della buonanotte

Di quando i gatti dominavano la Terra e avevano rischiato l’estinzione, a causa del grande BOH, un’entità sconosciuta che voleva seminare odio sul nostro Pianeta e i suoi abitanti senza un vero motivo: solo perché gli andava di fare così. E l’unico modo per proteggere la Terra, per i gatti, era stato quello di fingere di aver perso i propri poteri, diventando animali domestici: in questo modo avrebbero potuto svolgere missioni segrete in tutto il Cosmo, con l’aiuto delle uniche persone al mondo con il cuore puro: i neonati. Da allora c’erano stati molti neonati che avevano combattuto per la sopravvivenza di tutti noi, prima che la loro memoria venisse cancellata ineluttabilmente: nessuno di loro avrebbe ricordato, in futuro, il grande contributo dato all’intera umanità. Ma i veri eroi non sono proprio quelli che compiono gesti incommensurabili, senza necessità di ricompense? Il grande BOH, generatore di odio e distruzione, aveva un punto debole: odiava le risate dei bambini. Per lui, la risata ingenua e limpida di un neonato era come un fungo velenoso: gli faceva venire un gran mal di pancia che lo faceva scappare via e lo teneva lontano per qualche settimana, riempiendolo di pustole blu e facendogli venire i capelli verdi, dritti come spaghetti da cuocere. In queste condizioni, il grande BOH non poteva fare altro che scappare, di pianeta in pianeta, per chiudersi in silenzio nelle grotte e negli anfratti, finché quel suono celestiale gli fosse uscito dalle orecchie. Nel più completo silenzio, le sue pustolone blu sfiorivano, i capelli tornavano giù fino alle spalle e terminava il mal di pancia. E ricominciava tutto daccapo. I suoi tentativi di spargere odio nel Mondo, i gatti che si risvegliavano dal loro finto torpore per coinvolgere i neonati con le risate più innocenti e vere, le pustole blu, e così via da millenni e millenni. Non si poteva smettere: la Terra avrebbe avuto bisogno per sempre delle risate innocenti dei neonati, e i gatti erano lì per custodirle. Mina, mentre raccontava animatamente questa storia, aveva iniziato ad arrotolare la coperta di Carolina in fondo al lettino. L’aveva aiutata a mettersi il golfino (lezione della nonna: sempre portare un golfino!), le aveva infilato le scarpette e le aveva anche dato una spazzolatina ai capelli: quei ricci di Carolina erano davvero simpatici, ma indomabili! Il controllo spaziale dei 3 Regni, situato su Plutone, aveva diramato un dispaccio: il grande BOH si era di nuovo attivato sulla zona del Mediterraneo. Gatti e bambini, a gran raccolta, avrebbero dovuto disporsi con una formazione a cerchio lungo le coste, per respingere l’odio con la loro risata innocente. Mina conosceva un passaggio segreto: attraverso l’armadio della cameretta, una piccola grata aveva permesso alle due piccole eroine di uscire verso il giardino. Dietro la casetta di plastica di Carolina, un piccolo razzo a misura di bambino le stava già aspettando, alimentato a noccioline. Mina e Carolina avevano preso posto sull’astronave, quando Mina disse, in modo da non ammettere repliche: - Carolina, mettiti sul seggiolino e allaccia le cinture: la sicurezza prima di tutto! Come darle torto: anche mamma e papà le dicevano sempre che per viaggiare si indossano le cinture di sicurezza, altrimenti la macchina non si accende. Carolina nel frattempo era come incantata: non aveva più spiaccicato parola e nemmeno detto «nghe».