2022-12-17 19:54:28
IL PROF VANNI FRAJESE SI AVVICINA AL BERSAGLIO ... SENZA COLPIRLO! »»»» Il professore si è accorto, con due anni e mezzo di ritardo, che certi dati non si conciliano proprio con quelli ufficiali, ed anzi dovrebbero sovvertire la narrazione pandemica. Tuttavia, invece di andare a fondo, ha nascosto la mano dopo aver lanciato il sasso. La sua intervista è andata in onda su Radio Radio, il 26 novembre 2022, il titolo è “
LO STUDIO IGNORATO CHE SMENTISCE TUTTO CIÒ CHE SAPPIAMO DEL VIRUS ▷ FRAJESE: "RICERCA INQUIETANTE".
Non c’è stato seguito sinora, che io sappia.
Ha avuto successo di pubblico con quasi 159.000 visualizzazioni (al 17 dicembre 2022).
Trascrivo quel che ha detto, evidenziando alcuni passaggi:
“Il punto è che noi alla maniera socratica,
dovremmo ammettere di non sapere. Perché è un punto di partenza eccellente in realtà per poi capire qualcosa, trovare un senso di quello che è successo. Per questa ragione vorrei farvi notare una cosa. È uscito nel 2021, ma addirittura è stato accettato nell'ottobre 2020 una pubblicazione che s'intitola "
Unexpected detection of SARS-CoV-2 antibodies in the prepandemic period in Italy" su Tumori Journal, (Apolone G et al.)”
“Cosa dice questo studio? Avevano il sangue, ottenuto da parte di pazienti oncologici, questo prima che ci fosse stato il COVID in Italia, che risulta essere cominciato nel marzo 2020. Cos'hanno fatto? Proprio in questo sangue hanno controllato se c'erano gli anticorpi prima di quanto noi immaginavamo potesse essere.
È uscito fuori che il COVID era presente ad agosto 2019. Che le IgG ed IgM erano presenti già settembre 2019 nel sangue di questi pazienti. Nel sangue delle persone che vivevano a Milano, nel 50% di loro c’erano gli anticorpi presenti ed erano asintomatici.”
“Perché è importante? Perché ogni volta che vengono pubblicati dati di questo tipo, che
viene messo nero su bianco che in realtà il COVID era presente più di sei mesi prima di quanto sappiamo che era iniziato, questo dovrebbe far saltare tutta la storia di Wuhan, per esempio, e del cluster che c’è stato lì. E tra l’altro apre delle domande inquietanti, perché
se era presente in maniera così importante in modo asintomatico precedentemente a quanto noi sapevamo, cosa è successo veramente a Bergamo? Perché ci sono stati tutti quei morti che ci sono stati? Perché le domande a questo punto diventano molto più ampie. È più di un anno che questo articolo è stato pubblicato. Non è stato rilanciato in qualche maniera. Se uno lo rilancia in maniera appropriata, le domande che emergono sono micidiali, sono gigantesche, primo perché
fanno saltare tutte le idee di mortalità con cui ci siamo confrontati fino ad oggi. Perché se c’era 50% a febbraio 2020 di persone che erano infettate maniera asintomatica, chiaramente
i dati di mortalità crollerebbero in una maniera assolutamente micidiale. In secondo luogo fa chiedere, ma se era già tanto presente più di sei mesi prima, cosa sia successo a Bergamo.
L’unica cosa da fare questo punto significa realizzare che noi non sappiamo niente. Questa è una storia che è stata raccontata evidentemente, una narrazione nel momento in cui uno deciso di farla. Al momento in cui noi abbiamo dei dati scientifici che provano che
in realtà la narrazione non è corretta, perché quest’articolo non ha fatto il giro dei quotidiani del mondo, in qualche maniera costringe a rivedere la storia dell’origine del virus completamente. Chissà se qualcuno ne prende atto.”
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