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Dalla Parola alla Vita ☀️

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Indirizzo del canale: @dallaparolaallavita
Categorie: Psicologia
Lingua: Italiano
Abbonati: 13
Descrizione dal canale

Una riflessione al giorno, un insegnamento che consente di affrontare la vita con serenità e avvicinarsi a Dio ♥️

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Gli ultimi messaggi 2

2020-11-19 09:57:00 Dalla Parola alla Vita
19.11.2020
"Siate ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere per un po’ di tempo afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell’oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime."
La Liturgia odierna ci ricorda uno dei compiti più belli, ma anche purtroppo più trascurati, cui sono chiamati i cristiani tutti: essere portatori di gioia.
Viviamo un un mondo intriso di difficoltà, un mondo che ci vede ogni giorno sul piede di guerra, più o meno pronti a combattere la nostra battaglia contro i tanti problemi della vita. In un quadro del genere è decisamente arduo trovare spazio per la gioia, così che questa viene relegata in piccoli punti sparsi qua e là, a testimonianza delle fievoli vittorie.
A questo punto però appare chiaro che il problema non sta nel mondo, nelle sue sfide, nelle difficoltà quotidiane ma in noi. La gioia infatti non la si può trovare in altro se non se stessi; e non deve essere considerata pertanto un punto di arrivo. Essa piuttosto deve rappresentare il punto di partenza, la base solida su cui costruire l'intera nostra vita. Ma da dove origina questa gioia interiore? Dalla fede. La fede consente di riconoscersi figli di Dio, di percepire il Suo patto d'amore indissolubile, di pregustare il traguardo della felicità eterna e, al contempo, compiacersi della realtà, pur nella sua precarietà.
Impariamo allora oggi a cercare la vera gioia nel nostro cuore, a farla emergere ed alimentarla, affinché diventi la fonte continua del nostro pieno benessere spirituale.
27 views06:57
Aprire / Come
2020-11-18 13:24:29 Dalla Parola alla Vita
18.11.2020
"Ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta; poiché sta scritto: Voi sarete santi, perché io sono santo"
La Parola di oggi ci fa riflettere sul concetto di santità. Tante volte ascoltiamo ed utilizziamo questo termine, ma cosa vuole dire realmente? Innanzitutto la santità è condizione propria di Dio, essenza stessa di Dio ed espressione della perfezione che appartiene solo a Dio. Di conseguenza, tutto ciò che è estensione di Dio acquista la medesima proprietà, riflettendo in parte quella divina condizione di perfezione.
Ecco allora perché i Santi sono chiamati Santi: essi hanno fatto della propria vita un'estensione della Santità di Dio. A questo punto però, è essenziale comprendere che la santità non è un dono riservato a pochi eletti, a coloro che ricordiamo e veneriamo come Santi, anzi. "Voi sarete santi", laddove "voi" comprende la totalità degli esseri umani.
Tutti quindi possiamo e siamo chiamati ad essere santi; ma come facciamo effettivamente a realizzarci come tali? Contrariamente a quello che comunemente si pensa, non è affatto necessario compiere miracoli o altre opere straordinarie; occorre piuttosto vivere l'ordinario con lo spirito di carità che il Signore ci ha donato.
Impegnamoci allora d'ora in poi a porre come scopo della nostra vita la santità, aprendo il nostro cuore allo Spirito Santo e consentendo a Quest'ultimo di muovere l'intera nostra esistenza.
24 views10:24
Aprire / Come
2020-11-16 13:42:47 Dalla Parola alla Vita
16.11.2020
_In un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e che questo corpo mortale si vesta di immortalità."
La Parola di oggi ci pone faccia a faccia con la cruda verità dei nostri limiti: prima di tutto la corruttibilità dell'essere umano in quanto tale, poi la natura mortale dello stesso.
Questi due aspetti hanno da sempre alimentato le nostre più grandi paure. Essere corruttibili vuol dire infatti essere deboli, facilmente malleabili, instabili, dunque inclini a commettere errori e a soffrire per essi. Essere mortali vuol dire invece non avere un'altra possibilità, non poter tornare indietro e rimediare a quegli errori e quelle sofferenze sperimentati. Ecco però che il Signore ci dice oggi di non avere paura, perché Egli è sempre pronto ad assisterci, ad aiutarci ad operare quella trasformazione che ci consentirà di "vestirci di incorruttibilità e immortalità". Per riprendere le parole di un Santo: "La grazia prima opera, come dono divino, il rinnovamento di una risurrezione spirituale mediante la giustificazione interiore. Verrà poi la risurrezione corporale che perfezionerà la condizione dei giustificati. L'ultima trasformazione sarà costituita dalla gloria. Ma questa mutazione sarà definitiva ed eterna. Proprio per questo i fedeli passano attraverso le successive trasformazioni della giustificazione, della risurrezione e della glorificazione, perché questa resti immutabile per l'eternità."
Operiamo allora oggi la scelta più importante della nostra vita, cioè scegliamo la trasformazione della vita stessa, dissolvendo una volta per tutte la nube grigia della paura.
35 views10:42
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2020-11-14 11:21:21 Dalla Parola alla Vita
14.11.2020
"In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
Il Vangelo di oggi ci ricorda, ancora una volta, quanto sia fondamentale curare il più possibile la Preghiera. Addirittura Gesù, per convincere e meglio divulgare il proprio messaggio, si serve, come di consuetudine, di una parabola altamente esplicativa. Ma come è possibile "pregare sempre senza stancarsi mai"?
La Preghiera è sostanzialmente comunicazione e, al giorno d'oggi, conosciamo bene la complessità che si cela dietro questo termine. Comunicare non è soltanto parlare ed ascoltare, ma è piuttosto l'insieme di tutto ciò che è idoneo a mettere in connessione due o più entità. Pregare quindi non significa ripetere formule, frasi, brani. Certamente non sarebbe possibile mettere in pratica, in questi termini, l'invito di Gesù. Non possiamo pensare infatti di poter vivere continuamente proferendo preghiere: lavorare, mangiare, curare i rapporti interpersonali diventerebbero imprese impossibili.
Pregare significa configurare la propria anima di modo che possa rimanere sempre connessa con il Signore. Presupposto fondamentale: amare il Signore. L'amore è l'essenza della connessione stessa. L'amore è ciò che ci consente di svolgere la nostra normale routine quotidiana e al contempo pregare; perché quando si ama, si ama sempre, indipendentemente da ciò che si sta facendo.
Accogliamo allora oggi il messaggio di Gesù: aggrappiamoci con tenacia all'amore che ci lega a Lui e saremo sempre in comunione con Dio nella Preghiera.
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2020-11-12 17:21:56 Dalla Parola alla Vita
12.11.2020
"Amate la giustizia, voi che governate sulla terra, rettamente pensate del Signore, cercatelo con cuore semplice. Egli infatti si lascia trovare da quanti non lo tentano, si mostra a coloro che non ricusano di credere in lui."
La Liturgia odierna rivolge a tutti noi un invito: cercare il Signore. Malgrado apparentemente semplice operare questa ricerca, sicuramente più difficile è però riuscire poi effettivamente a trovarLo.
Come possiamo allora impostare la nostra ricerca di modo che ci conduca dritti al nostro obiettivo?
La Parola di oggi ci dà un suggerimento: "cercatelo con cuore semplice". La semplicità è quindi una qualità indispensabile. Essere semplici significa essere fatti di una sola componente, l'amore, che non lascia così possibilità ad altri elementi negativi di inquinare e generare complessità. In altre parole semplicità significa purezza; e non deve sorprendere allora la sesta beatitudine, laddove è detto: beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Ecco, l'unico modo per effettuare una ricerca proficua di Dio è conservare la purezza del proprio cuore, quella purezza che ciascuno di noi ha ottenuto col Sacramento del Battesimo.
Conservare la purezza richiede un lavoro continuo, fatto di esercizio delle virtù, di coltivazione di doni e frutti dello Spirito Santo, di Preghiera.
Impegnamoci allora ogni giorno a preservare quanto più possibile la purezza del nostro cuore. Solo così non avremo difficoltà a trovare il Signore, a vederLo con gli occhi del cuore nel prossimo, nel bene, in tutto ciò che c'è di bello intorno a noi.
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2020-11-11 18:32:13 Dalla Parola alla Vita
11.11.2020
"Tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre."
La Parola di oggi ci offre un comando concreto: dedicare ogni cosa della nostra vita al Signore.
In realtà questa non dovrebbe neppure essere una novità. Da credenti Cristiani sappiamo bene che tutto ciò di cui disponiamo, a partire da noi stessi, appartiene al Signore. Ebbene, nonostante questo, il buon Dio vuole che, con la piena libertà che ci ha concesso, aderiamo e ci conformiamo alla Sua volontà.
Pensare in quest'ottica, cioè con la convinzione di mettere Gesù al centro della nostra vita, destinatario primo di ogni nostra azione, è un metodo che può assisterci ed aiutarci a scegliere il bene.
Quello che sto facendo può far piacere a Dio? Se si, procedo con gratitudine; se no, cambio strada con la certezza della buona guida del Signore.
Sforziamoci allora di anteporre questo schema mentale ad ogni nostro pensiero, parola, opera, cosicché possiamo avere la probabilità, se non addirittura la certezza, di cooperare alla creazione di quel bene comune che ci rende sempre più vicini a Dio.
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Aprire / Come
2020-11-10 17:28:57 Dalla Parola alla Vita
10.11.2020
"Se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità."
Anche la Liturgia di oggi, con parole semplici ed esplicite, rappresenta una nuova ed efficace sollecitazione. Siamo chiamati infatti a dare testimonianza dell'amore che crediamo di provare per Dio; e dobbiamo farlo con i fatti, senza nasconderci dietro l'apparenza delle parole.
Come possiamo allora accogliere questa esortazione? È difficile dimostrare il proprio amore a qualcuno se questo qualcuno non è fisicamente tangibile. Anzi, proprio per questo, appare sicuramente più semplice comunicarlo a parole, magari nell'intimità della Preghiera. Ebbene Gesù, che ha sperimentato in tutto e per tutto i limiti e le difficoltà della condizione umana, ci ha dato la soluzione: "tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me". Dimostrare con i fatti l'amore per Dio significa quindi amare il prossimo, chiunque esso sia. Il buon Dio sa bene che ci sono tante differenze tra di noi, Egli stesso le ha volute per renderci bisognosi gli uni degli altri; ma c'è una cosa che, più di tutte, è garante della nostra uguaglianza: la dignità personale.
Non ci potrà mai essere giustizia sociale se non si rispetta questa dignità; e ciò che bisogna capire è che i giudici siamo noi. Ogni volta che voltiamo le spalle a qualcuno, o peggio ancora ci poniamo con indifferenza, emettiamo sentenze che ci rendono sempre più diversi e lontani da quello spirito di carità che il Signore domanda.
Impariamo allora oggi, consapevoli di quanto premesso, ad aprire il nostro cuore al prossimo, ogni qual volta la vita ci offre l'occasione di poterlo fare.
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2020-11-09 18:00:24 Dalla Parola alla Vita
09.11.2020
"Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!"
La Parola di oggi ci chiama a riflettere sul ruolo del nostro corpo: materia sì, ma intimamente e saldamente connessa con lo Spirito.
Materia e Spirito sono le due entità che caratterizzano il dualismo della vita umana. Credenti o meno, nessuno di noi mette in dubbio questa doppia natura, laddove la materia fisica incontra l'astrattismo dell'animo, forgiandosi a vicenda. La cultura occidentale in particolare ha portato avanti per secoli questa concezione, tanto da essersi radicata profondamente nel nostro pensiero. Ma, se ci si ferma a ragionare, la domanda sorge spontanea: questo dualismo è reale? È concepibile l'esistenza di due essenze opposte, distinte e separate, che si sintetizzano nelle varie manifestazioni del Mondo? Se Dio è uno solo e permea ogni cosa del Mondo, come può esserci una divisione all'interno di esso?
Probabilmente sarebbe più ragionevole considerare materia e Spirito come poli opposti di un continuum infinito. Gesù stesso, con la Sua doppia natura, potrebbe essere espressione di questa continuità; e di riflesso anche noi, Sua immagine e somiglianza.
Ecco che allora il nostro corpo non è soltanto materia ma Tempio, luogo di sacralità in cui si loda il Signore, luogo nel quale Egli stesso vive nella Sua gloria.
Impariamo allora oggi, al di là delle controversie filosofiche, ad avere rispetto del nostro corpo e a far sì che possa diventare veramente quel luogo consacrato nel quale compiacersi in comunione con Dio.
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Aprire / Come
2020-11-07 15:43:19 Dalla Parola alla Vita
07.11.2020
"Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?"
Nel Vangelo di oggi Gesù, con l'onestà che ha sempre contraddistinto il Suo parlare, ci mette di fronte ad una dura verità: il nostro comportamento non può essere ambivalente.
Spesso infatti, senza neanche rendercene conto, siamo portati a sminuire eventuali azioni o pensieri sbagliati, perché, a nostro avviso, "di poco conto". Incriminiamo la corruzione eppure chi di noi non si è mai concesso a piccoli favoritismi? Condanniamo il furto ma quante volte abbiamo cercato di circuire, nel nostro piccolo, il sistema per tornaconto personale? Biasimiamo gli oltraggiatori della fede eppure siamo i primi ad imprecare, anche per futilità. Critichiamo chi governa ma spesso non siamo capaci di gestire le intricate situazioni della quotidianità; e così via. Ecco, Gesù ci chiama a riflettere proprio su questo: perché chi è giusto è giusto sempre; chi è onesto è onesto sempre; chi è fedele è fedele sempre.
Impegnamoci allora a vivere ogni istante della nostra esistenza incarnando quello Spirito di carità che viene da Dio e che a Dio ci riconduce. A tal proposito, belle e significative sono le parole di Sant'Ambrogio, quando dice:
"Bisogna che la tua vita sia un passaggio continuo, che tu compia una passaggio dalla corruzione all'incorruzione, dalla mortalità all'immortalità, dai turbamenti alla quiete. Non ti disgusti perciò il nome della morte; ti allietino, invece, i benefici di un transito felice. In realtà che cosa è la morte se non la sepoltura dei vizi e la risurrezione delle virtù?"
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Aprire / Come
2020-11-06 17:57:37 Dalla Parola alla Vita
06.11.2020
"Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la prova della vostra fede produce la pazienza. E la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla.
La Parola di oggi fa riflettere su un aspetto abbastanza particolare ma estremamente rimarchevole nel pensiero Cristiano: la pazienza.
Etimologicamente il termine pazienza è connesso ai verbi soffrire, patire, sopportare. Pazienza è infatti quella disposizione dell'animo alla sopportazione, alla tolleranza, alla consapevole mitezza.
Come possiamo impregnarci di pazienza? Come possiamo sopportare le tante sofferenze fisiche e spirituali che la vita ci propone ogni giorno?
Ebbene, il primo passo da compiere è improrogabilmente il riconoscimento che soltanto un vero sforzo interiore può far nascere in noi la pazienza, e non possiamo in alcun modo sperare di trovarla altrove. Non a caso la Chiesa considera la pazienza quale frutto dello Spirito Santo, insieme ad amore, gioia, pace, longanimità, bontà, benevolenza, mitezza, fedeltà, modestia, continenza e castità. Ecco allora che viene da sé quanto sia importante dare dedito nutrimento, nell'intimità della nostra anima, allo Spirito Santo, affinché possa fruttificare copiosamente e permetterci di gustare finalmente la pazienza.
Impariamo allora oggi a fortificare il nostro essere, ad affrontare il male senza impulsività e superficialità ma piuttosto con la profonda resilienza che solo lo Spirito Santo può concederci nel renderci pazienti.
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