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Dalla Parola alla Vita ☀️

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Indirizzo del canale: @dallaparolaallavita
Categorie: Psicologia
Lingua: Italiano
Abbonati: 13
Descrizione dal canale

Una riflessione al giorno, un insegnamento che consente di affrontare la vita con serenità e avvicinarsi a Dio ♥️

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Gli ultimi messaggi

2020-12-02 16:56:47 Dalla Parola alla Vita
02.12.2020
"Conosciamo una triplice venuta del Signore. Una venuta occulta si colloca infatti tra le altre due che sono manifeste. Nella prima il Verbo fu visto sulla terra e si intrattenne con gli uomini, quando, come egli stesso afferma, lo videro e lo odiarono. Nell’ultima venuta «ogni uomo vedrà la salvezza di Dio», e vedranno colui che trafissero. Occulta è invece la venuta intermedia, in cui solo gli eletti lo vedono entro se stessi, e le loro anime ne sono salvate."
"Nella prima venuta dunque egli venne nella debolezza della carne, in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell’ultima verrà nella maestà della gloria.
Quindi questa venuta intermedia è, per così dire, una via che unisce la prima all’ultima: nella prima Cristo fu nostra redenzione, nell’ultima si manifesterà come nostra vita, in questa è nostro riposo e nostra consolazione.
Ma perché ad alcuno non sembrino per caso cose inventate quelle che stiamo dicendo di questa venuta intermedia, ascoltate lui: Se uno mi ama, – dice – conserverà la mia parola: e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. [...]
Poiché sono beati coloro che custodiscono la parola di Dio, tu custodiscila in modo che scenda nel profondo della tua anima e si trasfonda nei tuoi affetti e nei tuoi costumi. Nùtriti di questo bene e ne trarrà delizia e forza la tua anima. Non dimenticare di cibarti del tuo pane, perché il tuo cuore non diventi arido e la tua anima sia ben nutrita del cibo sostanzioso. [...] Come il vecchio Adamo si diffuse per tutto l’uomo occupandolo interamente, così ora lo occupi interamente Cristo, che tutto l’ha creato, tutto l’ha redento e tutto lo glorificherà."
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2020-12-01 16:18:00 Dalla Parola alla Vita
01.12.2020
"Dio, in un certo senso, assumendo l’umanità, la completò, quando riunì nella sua persona due realtà distanti fra loro, cioè la natura umana e la natura divina. Questa conferì la divinità e quella la ricevette. Colui che dà ad altri la ricchezza si fa povero. Chiede in elemosina la mia natura umana perché io diventi ricco della sua natura divina. E colui che è la totalità si spoglia di sé fino all’annullamento. Si priva, infatti, anche se per breve tempo, della sua gloria, perché io partecipi della sua pienezza."
La Parola di oggi ribadisce ancora una volta l'amore immenso del Signore, riprendendo il mistero dell'Incarnazione.
Ma cos'è un mistero? E perché questa parola è così ricorrente nella nostra religione?
Mistero è qualcosa che resta inspiegabile secondo le normali capacità intellettive della mente umana. Nel pensiero Cristiano, il mistero diventa segno dell'opera di Dio. L'uomo dunque, detentore di un'intelligenza creata, minuscola parte dell'intelligenza vera che appartiene a Dio, non può arrivare da solo alla comprensione dei frutti di quest'ultima. E così, Dio è intervenuto più volte nella storia per aiutare l'uomo nel suo processo conoscitivo. Ecco che allora, ogni qual volta si presenta qualcosa che trascende le umane capacità, subentra la Fede. Questa infatti ci permette di assumere come verità le rivelazioni del Signore, proprio perché non c'è alcuna possibilità di poterlo fare con altri mezzi.
Ancora una volta allora, impariamo a fidarci del Signore. Non abbiamo altra scelta se non quella di comprendere che il mistero più grande, da accettare per verità di fede, è l'amore infinito di Dio per noi.
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2020-11-30 17:59:43 Dalla Parola alla Vita
30.11.2020
"Voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito."
Incantevoli le parole della Liturgia di oggi che ci immergono in una dimensione superiore a quella alla quale pensiamo di appartenere. Sebbene ciascuno di noi sia immerso in una specifica realtà storica, sociale e culturale, in verità siamo intimamente lontani da tutto questo. La nostra anima infatti non appartiene al mondo, e di conseguenza non può essere costretta entro i limiti di un contesto così piccolo. Essere "concittadini dei Santi e familiari di Dio" significa proprio questo: essere abitanti di un mondo superiore, nel quale esiste una sola grande famiglia ed un solo grande paese.
Questo enorme privilegio che il Signore ci ha donato ha però una conseguenza immediata: vivere comportandosi come tali, ossia cittadini del "paese" di Dio; un paese dove regna l'uguaglianza, la pace e la fraternità.
Impariamo allora oggi a compiere lo sforzo necessario per elevarci al di sopra di questa realtà fatta purtroppo di guerre, faide, odio e violenza reciproca. Riconosciamoci membri di una sola famiglia e di un'unica comunità, quella del Signore e della Sua Santità condivisa.
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2020-11-27 17:30:12 Dalla Parola alla Vita
27.11.2020
"Piuttosto, fratelli carissimi, con mente serena, fede incrollabile e animo grande, siamo pronti a fare la volontà di Dio. Cacciamo la paura della morte, pensiamo all'immortalità che essa inaugura. Mostriamo con i fatti ciò che crediamo di essere."
La Parola di oggi, tratta da uno scritto di San Cipriano, vescovo e martire, ci fa riflettere su un tema che spesso rifiutiamo di affrontare. Per quanto possiamo essere saldi nella nostra fede infatti, la morte spaventa. D'altronde tutti i cambiamenti spaventano, e la morte sicuramente è il cambiamento più grande che siamo chiamati ad affrontare, e dal quale sicuramente nessuno di noi può tirarsi indietro. Oggi però siamo invitati a fare uno sforzo in più, a sublimare la nostra mente ad un pensiero che vada al di là della nostra ottica meramente umana, e che dia piena risposta alla professione della fede in cui crediamo.
Se viviamo con Gesù, certamente Egli ci vorrà con lui, lì dove regna l'amore interminabile e la gioia che da esso origina.
"Accettiamo con gioia il giorno che assegna ciascuno di noi alla nostra vera dimora, il giorno che, dopo averci liberati da questi lacci del secolo, ci restituisce liberi al paradiso e al regno eterno. Chi, trovandosi lontano dalla patria, non si affretterebbe a ritornarvi? La nostra patria non è che il paradiso."
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2020-11-26 17:44:30 Dalla Parola alla Vita
26.11.2020
"Finché saremo agnelli, vinceremo e, anche se saremo circondati da numerosi lupi, riusciremo a superarli. Ma se diventeremo lupi, saremo sconfitti, perché saremo privi dell'aiuto del pastore. Egli non pasce lupi, ma agnelli."
La Liturgia di oggi riporta le significative riflessioni di San Giovanni Crisostomo. Egli, servendosi della medesima metafora che più volte Gesù stesso ha utilizzato, ci offre un'interpretazione particolare ma allo stesso tempo molto esplicativa: i lupi saranno anche apparentemente più forti, ma non potranno mai contare sull'aiuto del pastore. Gli agnelli invece sono deboli e indifesi solo se presi singolarmente, diventando invincibili nel momento in cui restano insieme agli altri, ma soprattutto insieme al loro pastore. Ecco quindi che proprio la mansuetudine, agli occhi nostri elemento di debolezza, diventa punto di forza per il Signore. Questa ci rende fedeli al nostro unico pastore che è Dio, e la nostra fedeltà viene conseguentemente ripagata con la Sua amorevole premura. "Cristo conosce meglio di ogni altro la natura delle cose. Sa bene che la violenza non si arrende alla violenza, ma alla mansuetudine."
Rimaniamo allora fedeli al nostro pastore buono, e impariamo a considerare la nostra mansuetudine non un elemento di debolezza ma una caratteristica essenziale per resilienza e invincibilità.
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2020-11-25 13:46:29 Dalla Parola alla Vita
25.11.2020
"Dice il Signore: Non guardate all’aspetto, né alla statura. Io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore."
Bellissima la Parola di oggi che ci ricorda, ancora una volta, quanto siamo piccoli in confronto al Signore. Per quanto possiamo svilupparci, progredire, potenziare la nostra intelligenza, rimaniamo sempre uomini, pertanto limitati rispetto all'infinito che è in Dio. Abbiamo cinque sensi e siamo così capaci di percepire gusto e olfatto, di sentire, vedere e toccare. Ma sono solo cinque; e cinque sono quindi le uniche forme della sensibilità che siamo capaci di conoscere. Solo cinque. Lo stesso discorso può essere fatto per tutte le altre funzioni cognitive, di sicuro sconvolgentemente complesse e ancora non del tutto chiarite nei loro meccanismi fisiologici, ma comunque limitate.
Tutto questo per dire che siamo sì esseri superiori, ma non tanto quanto l'essere supremo, che è Dio. Non bisogna pertanto cadere in errore, ritenendosi capaci di comprendere il modo in cui il Signore opera, perché non ne siamo capaci e mai potremo esserlo. E proprio da qui origina la fede, poiché laddove non si può capire ci si può soltanto fidare.
Ecco allora, fidiamoci del Signore, seguiamo gli insegnamenti che Gesù ci ha lasciato e consacriamoci a Lui; così da poter essere un giorno più vicini a quella incomprensibile ed eterna fonte di felicità che ci è stata promessa.
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Aprire / Come
2020-11-24 13:35:05 Dalla Parola alla Vita
24.11.2020
"Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti."
La Parola di oggi ribadisce il concetto dell'unità, ossia la proprietà di quanto è unico ed indivisibile. Questa unità che caratterizza Dio, pur nella Santa Trinità, si estende anche alla Chiesa e, di conseguenza a noi. L'umanità certamente non può essere definita unica in quanto formata da un solo elemento, perché non è così. Noi siamo ormai quasi 8 miliardi! Eppure l'umanità è unica, o meglio, così dovrebbe essere, in quanto insieme di elementi omogenei, accomunati dal medesimo fine (la creazione del bene comune) e dalla medesima missione salvifica di Cristo.
Dice infatti San Paolo: "a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune. [...] Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole. Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo."
Riscopriamo allora oggi il valore dell'unità che ci congiunge. Le diversità che ogni giorno vediamo non sono altro che una diversa manifestazione esteriore dell'unico grande Spirito d'amore, che è Dio.
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Aprire / Come
2020-11-23 17:04:10 Dalla Parola alla Vita
23.11.2020
"In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere»."
Il Vangelo di oggi ci invita tutti a rispondere ad una domanda: chi siamo noi? E chi vogliamo essere? Da un lato i ricchi, con la loro vita agiata, a compiere i propri doveri e godere della spensieratezza. Dall'altro la vedova, con tutto il suo dolore, derivante non solo dalla condizione di solitudine, quanto anche dallo stigma sociale ed economico.
Certamente ognuno di noi desidera essere fra i primi, se non altro per poter affrontare con più leggerezza le infinite difficoltà della vita.
Ebbene, Gesù oggi ci fa capire che la vita apparentemente perfetta dei ricchi manca però di una cosa fondamentale, che dà senso a tutto il resto: la carità. Quella carità che invece ha dimostrato di possedere la vedova, donando tutto ciò che possedeva.
Professare lo spirito di carità, diretta estrinsecazione dell'amore di Dio, significa infatti dare completamente se stessi. Sí, perché qui non si sta parlando solo di beni materiali, anzi. Ciò che il buon Dio vuole che doniamo è l'intera nostra vita. E siccome non siamo tutti uguali, chi più possiede è chiamato di conseguenza a dare di più.
Impariamo allora oggi a donarci completamente, così come ha fatto la vedova. Fidandoci completamente del Signore, non avremo paura di rimanere senza nulla, perché nell'istante stesso in cui crederemo di aver perso tutto, ci ritroveremo ad aver acquistato invece molto di più.
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Aprire / Come
2020-11-21 17:12:44 Dalla Parola alla Vita
21.11.20
"Più fallace di ogni altra cosa è il cuore e difficilmente guaribile; chi lo può conoscere?"
Nella Parola di oggi troviamo quello che più volte ciascuno di noi ha avuto modo di constatare nel corso della propria vita. Quanto sarebbe semplice affrontare ogni cosa se solo il nostro cuore funzionasse diversamente! Se fosse trasparente, lineare, logico, potremmo sicuramente affidarci a lui con tranquillità nelle scelte, piccole e grandi, che la vita ci propone. Se solo fosse sincronizzato con la razionalità del nostro pensiero di sicuro non ci troveremmo in quelle situazioni di difficile ambiguità che tutti più volte abbiamo sperimentato. Se fosse sempre coerente nel tempo non avvertiremmo mai alcun sentimento di paura per il futuro. Ed invece non è affatto così: il nostro cuore è criptico e, per quanto ci si possa impegnare, nessuno può riuscire pienamente a decifrarlo.
Nessuno se non il Signore; Egli infatti conosce perfettamente il linguaggio del nostro cuore, tanto che quest'ultimo è proprio il luogo riservato all'incontro con Lui.
Impariamo allora oggi a frequentare più spesso questo luogo, a trasformare l'incomprensibilità del nostro cuore in una possibilità di dialogo continuo con Dio, e sarà Lui a suggerirci di volta in volta la preziosa chiave di lettura che tanto ci manca.
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Aprire / Come
2020-11-20 15:22:40 Dalla Parola alla Vita
20.11.2020
"Noi dobbiamo sviluppare continuamente in noi e, infine, completare gli stati e i misteri di Gesù. Dobbiamo poi pregarlo che li porti lui stesso a compimento in noi e in tutta la sua Chiesa."
La Liturgia di oggi riporta le parole di un sacerdote, San Giovanni Eudes, proclamato Santo all'inizio del secolo scorso. Egli afferma che noi uomini dobbiamo completare nella nostra vita i misteri di Gesù: "infatti i misteri di Gesù non hanno ancora raggiunto la loro totale perfezione e completezza. Essi sono certo completi e perfetti per quanto riguarda la persona di Gesù, non lo sono tuttavia ancora in noi che siamo Sue membra, e nemmeno nella Sua Chiesa, che è il Suo corpo mistico. Il Figlio di Dio desidera una certa partecipazione e come un'estensione e continuazione in noi e in tutta la Sua Chiesa del mistero della Sua incarnazione, della Sua nascita, della Sua infanzia, della Sua vita nascosta. Lo fa prendendo forma in noi, nascendo nelle nostre anime per mezzo dei Santi Sacramenti del battesimo e della divina eucarestia. Lo compie facendoci vivere di una vita spirituale e interiore che sia nascosta con Lui in Dio. [...] Egli desidera comunicare a noi la condizione gloriosa e immortale che Egli possiede in cielo. Ottiene questo fine facendoci vivere con Lui e in Lui di una vita gloriosa e immortale. Questo lo farà quando lo avremo raggiunto in cielo."
Impariamo allora ad entrare pienamente nel mistero di Gesù, partecipando alla realizzazione di ciò che ha annunciato e ricalcando le orme che ci ha lasciato, prima fra tutte quella della misericordia.
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