2022-07-09 23:45:17
I VACCINATI HANNO UN'IMMUNITÀ DEBOLE E SONO CONTAGIOSI PER PIÙ TEMPO
Oggi vi presento un po' di preprint che con ogni probabilità saranno pubblicati tra qualche settimana/mese, questi studi ci danno ragione su ogni cosa.
1) L'IMMUNITÀ NATURALE PREVIENE QUASI TOTALMENTE LA MALATTIA GRAVE
L'immunità offerta dall'infezione naturale è in grado di prevenire la reinfezione lieve, sia con varianti pre-omicron, sia con la variante Omicron. L'efficacia dell'immunità naturale è 85.5% (95% CI: 84.8-86.2%), e dopo 6 mesi circa del 70%. Con Omicron invece è del 38.1% (95% CI: 36.3-39.8%), per quanto riguarda la malattia grave l'efficacia è del 97.3% (95% CI: 94.9- 98.6%), superiore a qualsiasi vaccino si potrà mai concepire. Lo studio che porta questi dati è questo, ed ha anche un disegno sperimentale robusto: si tratta di tre studi di coorte che vanno a simulare dei trial clinici randomizzati. Questo pattern di immunità (decrescere nel tempo per la contrazione dell'infezione, mantenersi stabile per la condizione grave) è tipica dei virus che producono sintomi influenzali, il che dimostra, come è stato spiegato in questo post, che il sars-cov2 resterà endemico e dovrà essere trattato come una patologia al pari di tutte le altre.
2) LE CELLULE T SI MANTENGONO STABILI NEL TEMPO
In questo altro studio che ha esaminato per un anno le Igg e le cellule t helper specifiche per la spike sviluppate dopo l'infezione naturale, ha notato che gli anticorpi declinano con il tempo, ma il numero delle cellule t helper si mantiene elevato anche dopo un anno, e anche in coloro che hanno sviluppato l'infezione in modo asintomatico. La cosa più interessante di questo studio è che le cellule t helper capaci di avere effetto sulla spike si trovavano anche in persone che non sono mai state contagiate. Questo significa che le cellule t helper che sono prodotte per gli altri coronavirus stagionali possono fornire una protezione per la malattia grave anche contro il sars-cov-2,
anche senza mai essere stati contagiati da esso.
3) IL VACCINO, INVECE, NON DÀ ALCUNA PROTEZIONE
In questa review si propone di stimare il decadimento della "protezione" offerta dal vaccino.
Dopo 9 mesi dalla terza dose l'efficacia del vaccino cala ad un valore compreso tra 11.7% e il 22.2%.
Ipotizzando di far vaccinare i non vaccinati che non l'hanno fatto, dopo solo 6 mesi dalla seconda dose l'efficacia del vaccino sarebbe del 13%. Questo significa che il ricatto vaccinale per non intasare le terapie intensive era privo di senso, dal momento che l'efficacia del vaccino è quasi nulla. Le stime effettuate riguardano l'infezione sintomatica.
Verso quella asintomatica l'efficacia è sempre stata 0.
4) LA SEVERITÀ DELLE RESTRIZIONI È ASSOCIATA AL NUMERO DI MORTI
Questo studio mostra che esiste un'associazione tra l'aumento del numero di morti da covid e l'aumento della severità delle restrizioni. Più morti ci sono, più aumentano le restrizioni. Da questo si possono concludere due cose:
a) I politici non avevano alcun piano e le restrizioni non avevano alcun fondamento scientifico, hanno agito semplicemente "di pancia" lasciandosi prendere dalla loro ipocondria.
b) Le restrizioni hanno portato ad un aumento delle morti a causa delle scarse condizioni sanitarie imposte dal clima emergenziale (Ipotesi non esaminata nello studio).
Le due ipotesi non si escludono.
CONCLUSIONI
In questi studi (1, 2, 3) è stato visto che i tridosati rimangono positivi per più tempo sia rispetto ai bidose sia rispetto a i non vaccinati. I non vaccinati guariscono prima dall'infezione e sono contagiosi per meno tempo rispetto ai tridosati.
Come ipotesi per il futuro: coloro che da non vaccinati si contageranno svilupperanno una immunità naturale in grado di bloccare la trasmissione del virus. I vaccinati, invece, affetti da imprinting immunitario non saranno capaci di sviluppare anticorpi per le varianti che loro stessi continueranno a selezionare, e saranno ad un perpetuo rischio di reinfezione ed essendo positivi per più tempo saranno loro i veri untori.
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