2022-05-22 22:33:47
Disse San Pio da Pietrelcina: "Il mio Paradiso è fare la volontà dei superiori".
Negli atti dei Processi di Padre Pio, leggiamo:
" Padre Pio amava l’obbedienza incondizionata e responsabile ai Superiori, al Papa e alla Gerarchia ecclesiastica.
La volontà dei Superiori per Padre Pio è quella di Dio, e quindi l’obbedienza è assoluta.
Diceva:
“L’obbedienza è la virtù che ti santifica; è cosa grande l’obbedienza”.
Padre Pio obbedì sempre con profonda umiltà, e la sua obbedienza è stata eroica, perché “in lui c’era l’umiltà” (Summarium p. 571).
Per questo carattere soprannaturale soleva ossequiare i Superiori, i Prelati, inginocchiandosi per ricevere la benedizione.
In quell’atto ripeteva:
“Sono figlio dell’obbedienza”.
Il secondo aspetto dell’obbedienza religiosa è il suo valore santificatore: per santificarsi bisogna obbedire.
Questo pensiero è precisato dall’esclamazione di Padre Pio proferita negli anni difficili del 1961-64:
“Il mio Paradiso è fare la volontà dei superiori”. (Summarium, p. 175).
L’obbedienza permette perciò il progresso nella preghiera; la preghiera esige la virtù dell’obbedienza.
Affermava Padre Pio:
“… se mi ribello ai Superiori, come potrò mettermi alla presenza di Dio per chiedere il suo aiuto?”
(Summarium, p. 251).
Altra caratteristica dell’obbedienza di Padre Pio fu l’eroismo (Positio, II, par. 139, 272, 620 ecc.), o, come dissero altri “totale”, o “olocausto perfetto” (ibid., par. 2023).
L’eroismo consiste non già e solamente nella perfetta esecuzione del comando, ma anche nel sacrificio intellettuale; mi spiego: talora un ordine può risultare impossibile, assurdo, inaccettabile.
Ebbene, il religioso che accetta mentalmente l’ordine ricevuto e lo esegue contro tutte le suggestioni contrarie o le opinioni personali, offre a Dio un sacrificio inestimabile di adorazione.
Padre Pio, possedendo un temperamento emotivo, a certe prescrizioni opponeva un primo impulso di resistenza. Afferma il già citato Padre Funicelli:
“Provava reazioni nell’obbedire, ma si dominava. Gli impulsi di ribellione erano immediati e decisi. Ma, superati in brevissimo tempo i moti reazionari, egli obbediva sempre con serenità e scrupolosità”.
(Summarium, p. 250).
E poco più avanti egli riporta una dichiarazione di Padre Pio:
“Figlio mio, io ho un brutto temperamento. Spesso senza accorgermene, quando non condivido le disposizioni del Superiore, glielo dico chiaro e tondo, anche se poi rispetto scrupolosamente le sue disposizioni. Chiedo ogni giorno a Maria Santissima di avere un po’ di dolcezza e tenerezza nell’obbedire al Superiore della Chiesa” (ibid., p. 256).
Padre Pio obbedì ciecamente, come depone fra’ Modestino:
“Negli anni vissuti accanto al Servo di Dio ho notato in lui un’obbedienza eroica, cieca e pronta a qualsiasi ordine anche minimo” (Positio, III, par. 278);
Padre Pio si rimetteva all’obbedienza, come afferma un altro testimone:
“Mi risulta che Padre Pio è stato sempre obbediente fino allo scrupolo verso tutti gli ordini dei Superiori, anche quando erano ordini pesanti e mortificanti”. (Positio, II, par. 400).
Un solo esempio: don Nello Castello, della diocesi di Padova, era stato sospeso a divinis dal suo Vescovo per presunta ribellione; il povero sacerdote amareggiato si rifugiò a San Giovanni Rotondo per trovare conforto nella prova; andò dunque a confessarsi da Padre Pio che gli disse:
“Figlio mio non posso più confessarti”.
Alle resistenze del sacerdote (che avrebbe pagato per ben dieci anni quella dura punizione), Padre Pio rispose: “Sottomissione”.
(Positio, II, par. 2018).
In occasione del venticinquesimo di Ordinazione sacerdotale a San Giovanni Rotondo si volle preparare la ricorrenza con tutta solennità.
Padre Pio ne era felice e sorrideva; senonché la vigilia della festa un improvviso ordine da Roma smontava tutti i preparativi.
La sera prima fu Padre Pio ad avvicinare Padre Aurelio da Sant'Elia a Pianisi e lo confortò assieme ai confratelli dicendo:
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