2021-12-07 00:58:48
engono progressivamente ceduti ai fattori ed ai mezzadri che li avevano condotti fino ad allora, dando vita alla caratteristica frammentazione del territorio che ancora oggi caratterizza le Langhe, facendole assomigliare, per questo motivo, alla francese Borgogna.
Nei primi decenni del 900 il Barolo diviene così celebre, tra gli appassionati, che iniziano vari tentativi di imitazione e contraffazione. Nel 1909, il Consorzio Agrario definisce i confini di produzione di questo grande vino, proprio per incentivarne e tutelarne la produzione. Nel 1927, sulla Gazzetta Ufficiale viene pubblicato il “Decreto sui vini tipici”, che delimita ufficialmente la zona del Barolo; nello stesso anno vengono inoltre definite le zone geologiche delle aree di produzione del Barolo, evidenziando le zone a maggior vocazione che oggi conosciamo: La Morra, Verduno, Castiglione Falletto, Monforte, Grinzane, Barolo, etc. Nel 1934, nasce ad Alba il
Consorzio per la difesa dei vini tipici Barolo e Barbaresco; nel 1966, il Barolo ottiene la doc e nel 1980 arriva la docg.
Il Barolo si palesa quindi in tutte le sue potenzialità (e potenza), ma oggettivamente rimane molto conosciuto solo nella nicchia degli appassionati e degli addetti ai lavori che lo apprezzano, lo adorano per la sua tannicità, schiettezza, a volte scambiata per scontrosità, ma il grande pubblico internazionale non lo conosce e non lo apprezza ancora. Ecco quindi nascere, agli inizi degli anni 80 del 1900, un fenomeno del tutto particolare e unico nella storia della viticoltura italiana: sono i
Barolo Boys. Si tratta di un gruppo di giovani viticoltori che si pone la domanda sul perché in Langa si facciano tanti sacrifici per produrre un vino, il Barolo, che viene riconosciuto solo dagli esperti, mentre in Francia si producono vini così costosi e rinomati in tutto il mondo… Iniziano così a sperimentare soluzioni nuove, e quindi contrarie alla rigida tradizione langarola, per produrre e affinare il Barolo: approdano così alle famigerate
barriques, piccole botti di rovere che incidono profondamente sul profumo e sul gusto del vino. Nei primi anni 90 si presentano così sul mercato americano ed effettivamente il pubblico, la critica, i ristoratori d'oltreoceano, impazziscono subito per questi nuovi prodotti che sono un’esplosione di profumi e gusti, al naso e al palato: il Barolo "moderno" è il nuovo re dei vini! Nel contempo inizia in patria, inevitabile, una guerra tra le due fazioni di produttori, i
Tradizionalisti e i Modernisti. Una guerra di idee, certo, ma non per questo meno combattuta che continua ancora oggi, a 40 anni di distanza. Sicuramente il fronte dei modernisti, attualmente, è in parte ritornato sui suoi passi e la loro rivoluzione, dal punto di vista enologico, non ha avuto gran seguito, però è innegabile che tutti, in Langa, abbiano goduto dei frutti di quella "mossa". L’attenzione catturata a livello internazionale è andata anche a beneficio di altri vini e soprattutto del turismo, in generale, ponendo quest'area nel gotha delle zone vinicole più importanti del pianeta.
Le caratteristiche del BaroloIl Barolo è dotato di un grande potenziale di invecchiamento e può tranquillamente riposare in cantina anche oltre 15-20 anni. Anche se molte etichette di Barolo possono essere gustate già a partire dalla loro uscita in commercio, un lungo affinamento in bottiglia favorirà la completa maturazione, permettendo alle "durezze" gustative di smussarsi, al bouquet olfattivo di ampliarsi ed ai tannini di farsi più vellutati, eleganti e meno ruvidi. Le emozioni che si provano nel bere un buon calice di Barolo e, ancora meglio, uno correttamente invecchiato, sono uniche e indescrivibili!
Ha un colore rubino trasparente, che vira verso l’aranciato, mano a mano che passano gli anni. L’altra caratteristica inconfondibile è il bouquet così elegante, etereo, ricco di piccoli frutti rossi, fiori appassiti, spezie, cuoio, liquirizia, ma è soprattutto il legame con la terra a rendere unico il Barolo. Al palato è elegante e sobrio al contempo, non è un vino esplosivo, gioca le sue carte s
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