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Storie brevi e assurde 📖✏

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Indirizzo del canale: @storiebrevi
Categorie: Letteratura
Lingua: Italiano
Abbonati: 62
Descrizione dal canale

In questo canale pubblicherò una serie di storie brevi ma di impatto ideate da me in stile lovecraftiano e non.

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Gli ultimi messaggi 2

2018-08-21 23:30:14 Macchina ~

"Sono una macchina, sono bella. Con tua sorella potrei far... comunella. Sono un po' scrofa e birichina, mannaggia a te ti porto in Cina!"

"Molto divertente Ed." Rise Michael.
"Ma quindi?" Aggiunse con tono sarcastico.

Ed non seppe che dire se non un insicuro. "Le è piaciuto?".

Questa volta Michael rise più forte. "Sì davvero! Davvero un ottimo teatrino. Ma lasci che adesso le faccia un inchino."

Si inchinò con far buffo poi tornò serio e disse: "Avanti il prossimo."

Ed a quel punto si infuriò. Tirò fuori dalla tasca un uovo marcio e glielo tirò.
Tutto sporco... quel porco... si mise a piangere.
"Hai idea di quanto costava questo completo!?"
La risposta fu un bel culetto all'aria rivolto all'interlocutore da parte di Ed. Poi prese un estintore e gli sparò tutto il contenuto addosso.

"Beh che dire..." aggiunse infine rivolto al pubblico. "Spero lo spettacolo vi sia gradito."

Michael ormai svenuto e uno scroscio di applausi.

Certo che in giro vi è proprio gente bizzarra.
471 viewsedited  20:30
Aprire / Come
2018-08-20 02:00:30 Un sapere superiore ~

"Quanto è difficile?"
"Tanto." Mi rispondeva.
"Ma è possibile?"
"No."
Già, non è possibile comprendere. Pensavo, mentre attraversavo i corridoi adornati dagli antichi affreschi. Mi trovavo nella vecchia dimora ormai disabitata di mio padre, a cui era appartenuta prima di lui ai suoi antenati.

Un tempo dedita alle feste e alle baldorie, luogo di incontro per le celebrità e meta preferita di ogni avventuriero. Ora ridotta a polvere e macerie.

Il castello, a detta di mio padre, nascondeva un segreto. Ma non mi fu dato di comprendere quale.

Arrivai al salone dei banchetti. Le tavole impolverate. Le ampie finestre crepate, le impalcature pericolanti. Ogni cosa lasciava intendere l'abbandono.
Lo attraversai indifferente.

"Alcune cose non hanno bisogno di essere comprese." Così mi diceva...
Non ho mai capito a cosa si riferisse.

Le sale da letto. Uno spettacolo a dir poco rammaricante anch'esso. Lenzuola sgualcite, mobili marciti e mangiati dai tarli, ragnatele.. insetti..
La stanza di mio padre: vuota.

È tutto buio. Sono solo ma non ho paura. Molti anni sono passati da che non ci ho rimesso piede. Forse una vita. Ma per me è pur sempre un ritorno a casa. La stessa sensazione di quando, da fanciullo, dopo molti giorni in assenza dei genitori torni a casa dal babbo e dalla mamma... la mamma.
Quale madre ho mai avuto se non questa casa?

Percorsi la cucina. Era ampia esattamente come la ricordavo. Ovviamente anche quì dentro era tutto messo a soqquadro.
Qualche osso qua e la mangiucchiato dal tempo, qualche chiazza maleodorante.
Una persona esterna ne sarebbe stata solamente inorridita. Ma io concentrandomi potevo ancora sentire i vecchi aromi e profumi provenienti dalle pentole e che aleggiavano nell'aria, empiendomi di soddisfazione nel pensare che tutto quel ben di Dio era anche servito per me.
Poi il mio sguardo si posò sulla credenza. Luogo spesso dedicato alla riserva dei dolci.

Ogni volta che mi capitava qualcosa di brutto mio padre mi dava un dolce e mi chiedeva: "Non ti è tutto più chiaro adesso?".
"Per nulla." Gli rispondevo. Ma lui sorrideva.

Poi ricordai improvvisamente. A papà piaceva una cosa in particolare. Un quadro appeso nell'atrio, in un punto poco visibile da chi passava per quelle vie. Nascosto dietro una colonna. Raggiunsi il luogo dove speravo di trovarlo ma non trovai nulla.
Ora che ci penso mi raccontava sempre un sacco di scemenze.
Non esisteva nessun quadro, era lui che mi diceva che ce ne sarebbe stato bene uno in quel punto, e mi descriveva bene come se lo immaginava.

Poi decisi di andare al salone degli ospiti, ma non riuscii a trovarlo, giravo e giravo ma a nulla valse. Fino a che mi convinsi che non dovesse esserci nemmeno quello.

Dopo un attenta riflessione riguardo al prossimo itinerario mi indusse a percorrere la scalinata che porta in cima alla torre. Mentre la percorrevo la trovai stranamente molto più piccola e breve di quello che pensassi, in poco tempo ero già in cima. Dovetti rimanere sbalordito nel constatare quanto fossi in realtà poco distaccato dal suolo, mi sarei aspettato la vista di un ampio paesaggio e un'altezza guardando in basso da capogiro. Invece, buffamente, mi pareva quasi fossi pochi metri sopra la terra.

"Nemmeno tu comprendi, ma almeno tu hai più immaginazione..."

Uno strano sentore pervase il mio cuore, le immagini dell'infanzia si succedevano davanti ai miei occhi sempre più nitide, eppure ciò che ricordavo non riusciva a corrispondere per nulla a ciò che vedevo.

Così, non mi fu difficile comprendere, che in quel castello, nemmeno una sala da ballo esisteva, ne una da pranzo. Gli atri erano anfratti, le scalinate dei gradini.

Non ci fu alcun ballo, nessun evento o festa ebbe mai luogo, nessuna celebrità venne. Nulla di nulla...

E io...

Ma mi misi a ridere, in quanto, non aveva alcuna importanza questo.

E fu così che mi resi conto di trovarmi nudo, steso in una vecchia sperduta capannetta di legno. Con una strana sensazione al petto.

"Non potremo mai sapere perché proviamo questo bruciore."
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Aprire / Come
2018-08-03 22:52:31 Volevo scrivere un'altra storia ma mi è uscita sta roba boh
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Aprire / Come
2018-08-03 22:51:31 19xx ~

Nel ventesimo secolo assistei ansimante a uno spettacolo in degno.

Il mio cuore si contorceva di dolore mentre quella scena si dispiegava ai miei occhi.

Un uomo era tenuto sotto tiro da diversi fucili.

Io ero morto ma lui rideva.
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Aprire / Come
2018-06-12 15:00:08 Il patto

Fradicio per la pioggia incessante e madido di sudore l'attaccabrighe notturno si ripuliva le mani sporche dal sangue. I vestiti erano laceri e sporchi e i capelli lunghi aggrovigliati e spettinati. Aveva il fiatone, ma un languido sorriso gli si dipinse sul volto: dopotutto non era andata così male quella notte.
Si mise la mano nella tasca del giubbotto estraendo e mirando compiaciuto qualche banconota. Poi alzandosi in piedi, barcollando, cercò di rimettersi in viaggio.

L'unica luce proveniva da qualche pallido e insicuro lampione o da qualche fracassante locale notturno.

Mentre procedeva tra le spoglie vie della città vide in lontananza tra la nebbia avvicinarsi qualcuno nella sua direzione. Quindi si nascose ad attenderlo per un'imboscata, poco più avanti rispetto a un lampione, dove l'oscurità regnava sovrana.

Nonostante lo aspettasse da diverso tempo, però, il passante non arrivava, ne i suoi passi si udivano. Così decise di dare un occhiata al di là del muro direttamente sulla via, ma con gran stupore si accorse di trovarselo faccia a faccia.
Anziché aggredirlo però l'attaccabrighe restò impietrito e col fiato sospeso.
Colui che si trovava al suo cospetto era un tipo bizzarro quasi quanto lui, aspetto trasandato ma al contempo curato, capelli mossi ma ordinati, viso deciso e attento che col suo sguadro magnetico squadrava l'ormai non più impavido avventore. Si sarebbero potuti dire simili se non fosse per delle sottili differenze nel portamento e nell'aspetto che li facevano sembrare totalmente appartenenti a un altro mondo.

Poi, a un tratto, il viandante gli sorrise e pose con calma e naturalezza una mano nella sua tasca prendendogli il maltolto. "Grazie" gli disse poi, e se ne andò tranquillo. Mentre avanzava, la luce dorata dei lampioni pareva fosse quella di una stella e i folti capelli sciolti al vento sembravano così asciutti e perfetti.

Avrebbe voluto dire qualcosa il nostro attaccabrighe, avrebbe voluto fermarlo e chiedergli spiegazioni, ma come poteva?

Quell'uomo che stava osservando era così bello, nobile ed eterno nel suo intercedere, così fantastica invece la sua apparizione. Il mondo sembrava dispiegarsi al suo passaggio rendendo, così, quella via qualcosa di più bello per quel giorno.

"Quell'uomo così perfetto, ero veramente io?" Si domandò infine.

Poi si allontanò, intonando una vecchia canzone di infanzia.
286 views12:00
Aprire / Come
2018-06-02 01:01:52 Accudito anche quel giorno dalla cultura emanata dai suoi suadenti manoscritti l'uomo comune stava placidamente seduto quel giorno. Accanto una finestra socchiusa collegava al sovrastante mondo esterno. Studi, calcoli e meccanismi complessi, soluzioni e soddisfazioni, la mente è occupata e il piacere va e viene ogni tanto ritmato dagli affollati pensieri.
Poi l'uomo medio si destò, colto da un lampo improvviso e pose lo sguardo al di là dello squarcio sul mondo aperto al suo fianco. Sembrò che la luna quella notte gli ricordasse qualcosa.
Ma sorridendo e scuotendo il capo si rimise al lavoro.
204 views22:01
Aprire / Come
2018-05-18 01:21:47 Un mare di illusi silenzi e riprovevoli affanni di certuni incolti che solcano le vie senza guida. È tutto questo che rimane della nostra gente?
L'abbiamo accudita, fatta crescere e giocato assieme. Ma alla fine alcun retto consiglio è giunto alle loro orecchie. E le sporche vie son lastricate di menzogne.

Il mio piano non era davvero questo. Il nostro piano era grande, ma le aspettative irrealizzabili.

Tutti i fiori appassiscono, così come i sogni dei poveri folli.
246 views22:21
Aprire / Come
2018-05-11 01:02:37 "Credo andrò verso nord comunque, lì l'erba cresce più in fretta... "

Rispose un individuo alla domanda.
Ma di lui non si seppe più nulla.
220 views22:02
Aprire / Come
2018-05-11 00:52:30 Così tanto dipende
da
una carriola rossa
lucida d’acqua
piovana
accanto
ai polli bianchi

~W.C Williams
190 viewsedited  21:52
Aprire / Come
2018-04-11 21:39:28 Il mago che rimuove ~

C'è un luogo sperduto in mezzo ai monti più alti impervi, che si mostra di notte agli impavidi avventurieri che hanno perso tutto. Non ha oro con sé che vi capita in mezzo, ne volontà alcuna. Tale luogo è abitato da un mago, e lo trova solo chi l'aspettativa ha deluso e la buona sorte ormai abbandonata. Gli eroi dalla forza ormai prosciugata, i cercaoro in cerca di sogni ma con sola polvere in mano, un guerriero fallito. Tutti pervengono un giorno dal mago che i suoi segreti oscuri ama sussurrare.
Segreti che parlano e sconfitta, della accettazione della fredda realtà che rimanda a noi i nostri limiti, dove l'aspettativa e i sogni trovano la morte.

In molti falliscono e muoiono a tale rivelazione. Ma alcuni comprendono e rinascono spezzando il limite invisibile che li separa dal compimento. E allora si trasformano in fenici dorate che solcano i cieli, ammirate dai più umili e modesti, rispettati dai più e ricchi e potenti che, con invidia, vorrebbero esser loro.
235 views18:39
Aprire / Come