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La fine A volte la più innocente delle curiosità è creatrice | Storie brevi e assurde 📖✏

La fine

A volte la più innocente delle curiosità è creatrice delle più grandi catastrofi.
Non era passato molto tempo da quando il blob di luce fluorescente ed elettrica fluttuava sui tetti delle abitazioni. Arrivò per caso un giorno senza preavviso, incurante di ogni cosa dell’uomo, o del tempo, della terra, del cosmo. Semplicemente si posò nell’aria senza alcun obiettivo apparente. Non era brutta ma nemmeno favolosa, trasparente, acquosa, alcuni la chiamavano medusa, in effetti vi assomigliava, coi suoi fili pendenti dalla sua cupola. Si era iniziata a creare l’abitudine in alcuni abitanti di iniziare a guardarla la sera prima di dormire qual volta fosse possibile vederla dalle loro abitazioni, quasi come fosse una seconda luna. Se all’iniziò ebbe causato molto stupore e disagio, ormai era diventata una abitudine, insieme alle tante altre cose inspiegabili della vita di tutti i giorni se n’era semplicemente aggiunta un’altra e come tale accettata per quello che era.
Un giorno si era trovata a galleggiare di fianco a un traliccio. Era sera e tirava un leggero vento. Due ragazzini la videro e decisero di scalare la torre per andare a vedere da vicino il blob. Erano amici da parecchio tempo e si divertivano a fare le cose più sconsiderate assieme, erano amati e ben voluti dalla loro famiglia e dalla comunità, conducevano una vita normale, tranquilla così come quella della maggior parte delle persone della regione. Nessuno era particolarmente colpevole ne meritevole, così com’è sempre stato. La regione godeva di un clima temperato, l’economia era giusta per vivere bene, c’erano anche delle colline e dei fiumi sparsi qua e là, poco inquinamento.
I ragazzini avevano cominciato ad arrampicarsi. Si erano assicurati di aver ben allacciato le scarpe prima di salire. Uno dei due era più titubante ma l’altro lo convinse. Scalare un traliccio è meno difficile di quanto sembri e in poco tempo i due si ritrovavano ad aver fatto metà del percorso che li separava dal blob. Da quella distanza lo si riusciva a vedere con più dettaglio, aveva dei simpatici colori che si alternavano all’interno sotto forma di vivaci sprizzi elettrici.
Continuarono a salire finché non giunsero in prossimità della medusa. I tentacoli si muovevano senza sosta ma con un ritmo tranquillo e costante, anch’essi fluorescenti. Bastò poco. Con una mano uno dei due si reggeva mentre l’alta come a seguire un dolce richiamo tendeva verso la sfera. C’era tanto in ballo nel mondo in quel momento, tante cose da fare e altre che si consumavano. Il ragazzo infine la toccò.