2021-02-27 13:13:14
Capitolo XL
CONSIGLI ALLE VEDOVE
(da "Filotea. Introduzione alla vita devota" di San Francesco di Sales)
S. Paolo, scrivendo a Timoteo, dice a tutti i vescovi: Onora le vedove che sono veramente vedove. Ora, per essere veramente vedove sono richieste queste tre condizioni:
1. La vedova deve essere non soltanto vedova di corpo, ma anche di cuore, ossia deve aver deciso, con una ferma risoluzione, di mantenersi nello stato di una casta vedovanza; coloro che sono vedove in attesa di risposarsi, sono separate dagli uomini solo quanto al piacere del corpo, ma sono già unite a loro con la volontà del cuore. Se la vera vedova, per sentirsi più stabile nello stato di vedovanza, vuole offrire in voto a Dio il suo corpo e la sua castità, aggiungerà un bell'ornamento alla vedovanza e metterà al sicuro la sua decisione. Infatti, una volta fatto il voto, vedendo che non è più in suo potere lasciare la castità senza lasciare il paradiso, sarà custode così gelosi del suo proposito, che non permetterà nemmeno a semplici pensieri di matrimonio, di fermarsi nel suo spirito anche per un attimo, in modo tale che quel voto costituirà una solida barriera tra la sua anima e ogni progetto che sia contrario alla decisione presa.
S. Agostino consiglia con particolare insistenza questo voto alla vedova cristiana; e l'antico e dotto Origene va molto oltre, perché consiglia alle donne sposate di destinarsi e votarsi alla castità vedovile in caso che i mariti dovessero morire prima di loro; questo perché tra i piaceri sensuali che potrebbero provare nel matrimonio, possano avere anche i meriti di una casta vedovanza con questo voto anticipato.
Il voto rende le opere che ne sono l'oggetto, più gradite a Dio, dà coraggio nell'affrontarle, e non offre a Dio soltanto le opere, che sono il frutto della nostra buona volontà, ma gli fa dono anche della volontà stessa, che è come dire l'albero che produce le opere buone.
Con la semplice castità noi facciamo dono del nostro corpo a Dio, riservandoci la libertà di concedergli in altra occasione, anche i piaceri dei sensi: col voto di castità, invece, gli facciamo un dono assoluto e irrevocabile, senza riservarci la facoltà di cambiare; in tal modo ci rendiamo felicemente schiavi di Colui il cui servizio è molto meglio di tutti i regni. Approvo fino in fondo il parere di quei due grandi uomini, per cui mi piacerebbe che le persone che se la sentono di seguire i loro consigli, lo facessero con prudenza, santità e fermezza, dopo aver bene esaminato il loro coraggio. invocato l'ispirazione celeste e ascoltato il consiglio di qualche saggio e devoto direttore; in tal modo tutto sarebbe fatto con maggior frutto.
2. Inoltre, bisogna che la rinuncia alle seconde nozze si faccia senza secondi fini e con semplicità, per rivolgere con maggiore purezza tutti i propri affetti a Dio, e unire il proprio cuore, con tutte le sue parti, a quello della divina Maestà; anche il desiderio di lasciare ricchezze ai figli o qualche altro progetto urnano, può offrire alla vedova motivo di rimanere nella vedovanza, e probabilmente ne riceverà anche lodi, ma non davanti a Dio, giacché davanti a Dio niente può ricevere lode autentica se non è fatto per Lui.
3. Oltre a ciò, la vedova, per essere veramente vedova, deve vivere staccata dalle gioie dei mondo e privarsene volontariamente. S. Paolo dice che la vedeva che vive nelle delizie è già morta da viva.
Pretendere di essere vedova e poi compiacersi di essere corteggiata, coperta di gentilezze, esaltata; pretendere di essere sempre presente ai balli, alle danze, ai festini; profumarsi, agghindarsi, far di tutto per essere piacente, vuoi dire essere vedova corporalmente viva, ma morta nell'anima. a vuoi che abbia il fatto che l'insegna inalberata per indicare la casa di Adone e dell'amor profano sia composta di piume bianche che si innalzano a guisa di pennacchio, oppure di un velo nero, steso con sapiente maestria come una rete sul volto? Anzi, spesso il nero dona anche più del bianco e mette in maggior risalto i colori.
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