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Ancora oggi gli epidemiologi dibattono quindi sulla reale orig | ⚡️︎ #MedicalNews

Ancora oggi gli epidemiologi dibattono quindi sulla reale origine della pandemia e, in realtà, le teorie sono contrastanti: c’è chi afferma che il primo focolaio si ebbe in una base militare in Kansas (dato che i primi casi riportati risalgono agli inizi del gennaio 1918) così come viene ritenuta possibile un’origine cinese della malattia (l’Inghilterra e la Francia crearono rotte migratorie di migliaia di cinesi con l’obbiettivo di render liberi i loro uomini per destinarli al combattimento).
Intanto l’epidemia trovava terreni fertili dove diffondersi: le lunghe code di ragazzi in fila per arruolarsi nei centri di reclutamento delle loro città, intenti a tossire e starnutire uno vicino all’altro, le fabbriche nelle quali i lavoratori erano intimati a lavorare malgrado fossero malati, comunità indigene denutrite e con cattive condizioni igieniche.
I medici suggerirono misure di quarantena, ma furono spesso inascoltati. Dobbiamo infatti pensare che gli scienziati potevano solo ipotizzare la possibilità che fosse un virus a causare tutto questo, la prima osservazione diretta di un agente virale attraverso il microscopio elettronico fu possibile solo nel 1931.
Comunque la psicosi dell’epidemia si diffuse rapidamente ovunque e le persone iniziarono a uscire di casa indossando pesanti mascherine sanitarie. Intanto, i produttori di whisky e scotch pubblicizzavano i loro prodotti come cure sicure contro l’epidemia.

| Contenuto realizzato da Matteo Ricci, Pierluca Maglio e Ilaria Zappitelli
| Revisione a cura di Antonella Moschillo https://www.facebook.com/lamedicinainunoscatto/posts/3357505880955893?__tn__=K-R