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Decadenza Chevenava nestofeniese saccente fronda anasometrica | Il Ladro Di Fuoco

Decadenza

Chevenava nestofeniese saccente fronda anasometrica indotta dal senso intoico,
Gode stolto nel sorriso la lettinivaga.

Ardito è colui che di intelletto ne forma comprensioni inestofaiche,
indipendenti nostici parolieri,
prisiche sucessioni suscitano stupore.

Necramante onaioidica onnisfera ricorda ogni passo, mutilata la gioia quand'essa sarà cosciente.

Intropaica, nascosta nel fulcro della logica, scorse inganno l'allor scaltro, che sovente negherà l'obrobrio verbale.

Broutici sorridenti,
ancora voi che nell'emozionale atto poggerete corone di saccenza,
volti storti dall'esinocomio, udiche novenche stupide.

Chi s'è scorto or gode e sorride,
neprasico è l'essere che attento ancora si dedica allo sforzo.
Il senso incompreso, infistulato dal lessico forgiato sillabale e di vocale forma.

Or ora che le comprensioni son sempre più capaci, ne da ragion al mio spirito.
Sol pochi comprendenti, porgo a voi sostanziali onorificenze.
Dettano in voi orgoglio nell'esser essenza ragionevole.

Povero lo stolto che concentra l'afasia nel'osseo cranio,
pensiero rivolto a scrutar ancora la consapevolezza nel capir la burla.

La stupidità sovrana che scorge il sentimento del corpo,
segnale indissolubile che nasce dalle viscere,
Oh sì, è quello che mi dà ragione,
la ratio della vostra decadenza.