2022-02-07 13:11:01
#tradizione
Apuleio, Le Metamorfosi (o L'Asino d'Oro), Libro Undicesimo.
Tale e così maestosa, spirante i profumi felici d'Arabia, si degnò di parlarmi la dea.
V
«Eccomi o Lucio, mossa alle tue preghiere, io la madre della natura, la signora di tutti gli elementi, l'origine e il principio di tutte le età, la più grande di tutte le divinità, la regina dei morti, là prima dei celesti, colei che in sé riassume l'immagine di tutti gli dei e di tutte le dee, che col suo cenno governa le altezze luminose del cielo, i salubri venti del mare, i desolati silenzi dell'oltretomba, la cui potenza, unica, tutto il mondo onora sotto varie forme, con diversi riti e differenti nomi.
«Per questo i Frigi, i primi abitatori della terra, mi chiamano
Pessinunzia, Madre degli dei, gli Autoctoni Attici Minerva Cecropia, i Ciprioti circondati dal mare Venere Pafia, i Cretesi arcieri famosi Diana Dittinna, i Siculi trilingui Proserpina Stigia, gli antichi abitatori di Eleusi Gerere Attica, altri Giunone, altri Bellona, altri Ecate, altri ancora Ramnusia, ma i due popoli degli Etiopi, che il dio sole illumina coi suoi raggi quando sorge e quando tramonta e gli Egizi, così grandi per la loro antica sapienza, venerandomi con quelle cerimonie che a me si addicono, mi chiamano con il mio vero nome, Iside regina.
«Eccomi, sono qui, pietosa delle tue sventure, eccomi a te, soccorrevole e benigna.
«Cessa di piangere e di lamentarti, scaccia il dolore, grazie ai miei
favori ormai già brilla per te il giorno della salvezza.
«Sta' ben attento, invece, agli ordini che ti do: il giorno che sta per nascere da questa notte, come vuole un'antica tradizione, è consacrato a me. In questo giorno cessano le tempeste dell'universo, si placano i procellosi flutti del mare, i miei sacerdoti, ora che la navigazione è propizia, mi dedicano una nave nuova e mi offrono le primizie del carico.
«Dunque, con animo puro e sgombro da timore, tu devi attendere questo giorno a me sacro.
VI
«Infatti ci sarà un sacerdote. in testa alla processione, che per mio volere porterà intrecciata al sistro una corona di rose. Senza esitare tu fatti largo tra la folla e segui la processione, confidando in me, poi avvicinati a lui come per baciargli devotamente la mano e afferrargli le rose. Vedrai che in un attimo ti cadrà questa brutta pelle d'animale che anch'io già da tempo detesto.
«Non aver paura, ciò che ti dico di fare non è difficile, perché in questo stesso istante in cui ti sono davanti, sono presente anche altrove e al mio sacerdote sto dicendo in sogno le cose che deve fare.
«Per mio comando la folla assiepata ti farà largo e a nessuno, in questa lieta ricorrenza e nell'allegria della festa, ripugnerà quest'orribile aspetto che hai o giudicherà male la tua metamorfosi interpretandola addirittura come un fatto sinistro.
«Ma ricordalo e tienlo bene a mente una volta per tutte, che la tua vita, fino all'ultimo giorno, è ormai consacrata a me.
«Del resto mi pare sia giusto che tu dedichi la tua esistenza a colei che per sua grazia ti ha fatto tornare uomo fra gli uomini. E tu vivrai felice, vivrai glorioso sotto la mia protezione, e quando il tempo della tua vita sarà compiuto e scenderai agli Inferi, anche allora, in quel mondo sotterraneo, nei campi Elisi, dove tu abiterai, vedrai me, come in questo momento, risplendere fra le tenebre dell'Acheronte, regina delle dimore Stigie e continuerai ad adorare il mio nume benigno.
«Che se poi con l'assidua devozione, lo zelo religioso, la castità
rigorosa tu avrai ben meritato della mia protezione, sappi che a me è anche possibile prolungarti la vita di là del tempo stabilito dal tuo destino.»
VII
Posto fine all'augusta profezia l'invitta divinità scomparve.
Iniziazione e Tradizione
47 views10:11