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Il mattino dopo, al risveglio, colse un cespo di insalata catt | Fiabe per tutti

Il mattino dopo, al risveglio, colse un cespo di insalata cattiva e uno di quella buona e pensò: “Mi serviranno a tornare in possesso di ciò che era mio e a punire l’infedeltà.” Li mise nella borsa, scavalcò il muro e si avviò alla ricerca del castello della sua amata. Dopo aver girato un paio di giorni, ebbe la fortuna di trovarlo. Si scurì in fretta il viso, che neanche sua madre lo avrebbe riconosciuto, entrò nel castello e chiese ospitalità. “Sono così stanco- disse -che non posso proseguire”. La strega gli domandò: “Campagnolo, chi siete, e che mestiere fate?”. Egli rispose: “Sono un messaggero del re, che mi ha mandato a cercare l’insalata migliore che vi sia al mondo. Ho avuto la fortuna di trovarla e ce l’ho con me; il sole però scotta troppo e rischia di farmi appassire le foglie più tenere, perciò non so se la porterò più lontano”. La vecchia, sentendo parlare dell’insalata tanto buona, ebbe voglia di assaggiarla e disse: “Caro campagnolo, lasciatemi mangiare un po’ di quell’insalata straordinaria”. “Perché‚ no?- rispose egli -ne ho presi due cespi, ve ne darò uno”. Aprì la borsa e le porse quello cattivo. La vecchia non pensò a un tranello, e la nuova pietanza le faceva venire l’acquolina in bocca, tanto che andò di persona in cucina a prepararla. Quando fu pronta, non poté aspettare che fosse in tavola, ma ne prese subito qualche foglia, e se la mise in bocca. Ma non appena l’ebbe inghiottita, perse l’aspetto umano e corse giù in cortile, trasformata in asina. In cucina, intanto, arrivò la serva, vide l’insalata pronta e volle portarla in tavola, ma per strada, secondo la sua vecchia abitudine, fu presa dalla voglia di assaggiarla e ne mangiò due foglie. Quelle mostrarono all’istante il loro potere magico: diventò un’asina anche la serva e corse fuori dalla vecchia, mentre il piatto d’insalata cadde a terra. Nel frattempo il messaggero se ne stava con la bella fanciulla e, siccome non veniva mai nessuno con l’insalata, e anche lei ne aveva voglia, ella disse: “Chissà che fine ha fatto l’insalata!”. Il cacciatore pensò: “Avrà già prodotto il suo effetto!” e disse: “Andrò in cucina a vedere”. Quando scese, vide le due asine che correvano in cortile e l’insalata per terra. “Bene, bene- disse -quelle due hanno avuto ciò che meritavano!”. Raccolse le foglie avanzate, le mise nel piatto e le portò alla fanciulla. “Vi porto io stesso questa delizia- disse -perché non dobbiate aspettare ancora.- Ella ne mangiò e subito perse il suo aspetto umano come le altre due, e corse in cortile, trasformata in asina. Poi il cacciatore si lavò la faccia, perché‚ le trasformate potessero riconoscerlo, scese in cortile e disse: “Adesso riceverete la ricompensa per la vostra infedeltà”. Le legò tutte e tre a una corda e le condusse via, finché‚ giunse a un mulino, e bussò alla finestra del mugnaio. “Che cosa c’è?” domandò il mugnaio. Egli rispose: “Ho qui tre bestiacce. Se volete prenderle voi, procurar loro lo strame e il foraggio, e trattarle come vi dico io, vi pagherò quel che volete”. “Perché‚ no?- disse il mugnaio. -Ma come devo trattarle?”. Allora il cacciatore disse che l’asina vecchia, cioè la strega, doveva bastonarla tre volte al giorno e non darle mai da mangiare; quella un po’ più giovane, cioè la serva, doveva bastonarla una volta al giorno e darle tre razioni di foraggio; quella più giovane di tutte, cioè la fanciulla, non doveva bastonarla mai e doveva darle tre razioni di foraggio al giorno, perché‚ non poteva sopportare che la bastonassero. Poi tornò al castello e trovò tutto ciò che gli occorreva. Dopo qualche giorno arrivò il mugnaio e disse che, a ricevere solo bastonate e neanche una razione di foraggio, la vecchia asina era morta. “Le altre due- proseguì -non sono morte, e ricevono ogni giorno da mangiare, ma sono così tristi, che non andranno avanti per molto”. Allora il cacciatore s’impietosì, scordò la sua collera e disse al mugnaio di riportarle indietro. Quando giunsero al castello, diede loro da mangiare l’insalata buona, sicché‚ ridiventarono esseri umani.