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Uno spettro si aggira nel giardino Il mattino seguente venne i | Fiabe per tutti

Uno spettro si aggira nel giardino
Il mattino seguente venne il re cui apparteneva il giardino, contò le pere e, vedendo che ne mancava una, domandò al giardiniere dove fosse. Non era sotto l’albero, eppure non c’era più. Il giardiniere rispose: “La notte scorsa è venuto uno spettro senza mani e l’ha mangiata, staccandola con la bocca”. Il re disse: “Come ha fatto ad attraversare l’acqua e dov’è andato?”. Il giardiniere rispose: “Un essere è venuto dal cielo, con una veste candida come la neve, e ha chiuso la cateratta prosciugando l’acqua. Doveva essere un angelo e io ho avuto paura, così non ho fatto domande e non ho chiamato. Poi lo spettro è scomparso di nuovo”. Il re disse: “Questa notte veglierò con te”. Quando fu buio, il re si recò in giardino accompagnato da un prete che doveva rivolgere la parola allo spettro. Si sedettero tutti e tre sotto l’albero e attesero. A mezzanotte la fanciulla uscì dal boschetto, si avvicinò all’albero e mangiò un’altra pera, staccandola con la bocca; accanto a lei c’era l’angelo biancovestito. Allora il prete si fece avanti e disse: “Vieni dal cielo o dalla terra? Sei uno spettro o una creatura umana?”. “No – rispose ella – non sono uno spettro, ma una povera creatura che tutti hanno abbandonata, tranne Dio”. Il re disse: “Se tutti ti hanno abbandonata, io non ti abbandonerò”. La prese con sé nel suo castello, le fece fare due mani d’argento e, poiché era tanto bella e buona, se ne innamorò e la prese come sua sposa.

Il Diavolo ritorna
Un anno dopo, il re dovette partire per la guerra; raccomandò la giovane regina a sua madre, dicendole: -Quando partorirà abbiatene cura e scrivetemi subito”. La regina diede alla luce un bel bambino e la vecchia madre si affrettò a scrivere al re per annunciargli la felice notizia. Ma per via il messo si riposò accanto a un ruscello e si addormentò. Allora venne il diavolo che cercava sempre di nuocere alla buona regina e scambiò la lettera con un’altra in cui si diceva che la regina aveva messo al mondo un mostro. Quando il re lesse la lettera si spaventò e si rattristò profondamente, ma rispose che dovevano avere cura della regina fino al suo ritorno. Il messaggero ripartì con la lettera, ma si riposò nello stesso luogo e si addormentò un’altra volta. Allora tornò il diavolo e gli mise in tasca un’altra lettera nella quale era scritto che uccidessero la regina e il bambino. Quando la vecchia madre ricevette la lettera, inorridì e scrisse al re ancora una volta, ma non ricevette altra risposta, perché ogni volta il diavolo dava al messo una lettera falsa e, nell’ultima, ordinava addirittura di conservare la lingua e gli occhi della regina come prova della sua morte. Ma la vecchia madre piangeva all’idea che fosse versato quel sangue innocente; così mandò a prendere, di notte, una cerva, le strappò la lingua e gli occhi e li mise da parte. Poi disse alla regina: “Non posso farti uccidere, ma non puoi più fermarti qui: va’ per il mondo con il tuo bambino e non ritornare”. Le legò il bambino sul dorso e la povera donna se ne andò con gli occhi pieni di lacrime. Arrivò in una grande foresta selvaggia; si inginocchiò a pregare e le apparve l’angelo del Signore che la condusse a una casetta sulla quale era una piccola insegna che diceva: “Qui si alloggia gratuitamente”.