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– Entra, fratello, e riposati quanto vuoi – rispose il capocuo | Fiabe per tutti

– Entra, fratello, e riposati quanto vuoi – rispose il capocuoco, e Ivan, dalla sua panca, poté osservare il personale di cucina che preparava le pietanze dello zar.
Chi manipolava la pasta, chi rimestava, chi puliva i pesci, che faceva rosolare l’arrosto: cuochi e cuoche aggiungevano nelle vivande erbe aromatiche e spezie di ogni genere: ma di sale neanche l’ombra. Quando il pranzo fu pronto, tutti uscirono per imbandire la mensa e Ivan, rimasto solo, aperse il suo sacchetto e gettò rapidamente un pizzico di sale nelle pentole e nei tegami. Poi sgattaiolò fuori e tornò alla sua nave.

Grandi affari
Quel giorno, a tavola, lo zar ebbe una serie di sorprese: la minestra era squisita, il pesce aveva un sapore delicato e persino il dolce era più buono del solito. Allora chiamò i cuochi.

– È la prima volta che assaggio cibi così gustosi! Come li avete cucinati?
– Come al solito, maestà – risposero i cuochi – Non riusciamo a capire neppure noi perché oggi il pranzo sia riuscito così bene.
– Però – esclamò ad un tratto il capocuoco – in cucina c’era uno straniero, che, adesso, è tornato alla sua nave. Forse egli ne sa qualcosa.
– Venga subito alla mia presenza – comandò lo zar; non appena Ivan si presentò, gli chiese con voce irata:
– Che cosa hai aggiunto nelle mie vivande?
Ivan si gettò in ginocchio: – Perdonatemi, maestà: ho messo nei cibi un pizzico di sale. Dalle nostre parti si usa così.
– È meraviglioso! – esclamò lo zar – Comprerò io tutto il tuo sale. Quanto chiedi?
– Poco: per ogni misura di sale, voglio una misura d’oro e una misura d’argento.
– È un prezzo conveniente. Fa scaricare la nave mentre io preparerò il compenso.
Così fu fatto. Per scaricare il sale occorsero tre giorni, e altrettanti per caricare l’oro e l’argento. La stiva fu tanto piena che non ne sarebbe entrato un grammo di più. Il giovane Ivan era già pronto a spiegare le vele, quando al porto giunse la figlia dello zar accompagnata dalle damigelle.
– Straniero, non ho mai visitato una nave – disse la fanciulla – posso veder questa?
Ivan fu ben contento di fare da guida alla bella principessa, ma mentre la conduceva sul ponte, il cielo si oscurò e sul mare scoppiò una violenta burrasca. Trascinata dal vento, la nave ruppe gli ormeggi e fu spinta a tale distanza che quando ritornò il sereno, la terra non si vedeva più.

Viaggio di ritorno
La principessa si mise a piangere, e Ivan cercò di consolarla:
– È il destino che vuole così: ti farò conoscere il mio paese e se vorrai ci sposeremo.
Ivan era un bel giovane: la principessa sorrise. Il viaggio continuò allegramente, e dopo molti giorni furono avvistate altre due navi. Erano i fratelli di Ivan che facevano ritorno in patria. Ivan li salutò con gioia, e ingenuo e semplice com’era, presentò loro la bella principessa e mostrò le sue ricchezze, convinto che i fratelli ne avrebbero gioito con lui.
Ma i fratelli invece divennero verdi per l’invidia e il dispetto e guardarono il giovane con occhi cattivi: poi presero a confabulare tra loro. Quella notte, mentre Ivan dormiva, Vassilij e Fedor lo afferrarono e lo gettarono in mare. Poi comandarono minacciosamente alla principessa di non fiatare e ripresero il viaggio verso casa.