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La sposa bianca e quella nera Una Favola dei Fratelli #Grimm | Fiabe per tutti

La sposa bianca e quella nera

Una Favola dei Fratelli #Grimm
n.74 Tot.

Un giorno una donna andò nei campi a tagliare il fieno con la figlia e la figliastra. Andò loro incontro il buon Dio, con l’aspetto di un mendicante, e domandò: – Dove passa la strada che conduce al villaggio? -. – Cercatevela da solo! – rispose la madre e la figlia soggiunse: – Se avete paura di non trovarla, prendetevi una guida! -. La figliastra invece disse: – Ti condurrò io, pover’uomo: vieni con me -. Allora il buon Dio si adirò con la madre e la figlia, volse loro le spalle e le maledì, che diventassero nere come la notte e brutte come il peccato. Con la povera figliastra, invece, fu misericordioso, la seguì e quando furono vicini al villaggio, la benedì e disse: – Scegli tre cose e te le concederò -. Allora la fanciulla disse: – Desidero diventare bella come il sole -. E subito fu bianca e bella come il giorno. – Poi vorrei un borsellino che non si vuoti mai. – Il buon Dio le diede anche il borsellino, ma disse: – Non dimenticare il meglio, figlia mia! -. Ella disse: – Come terza cosa, desidererei andare in Paradiso dopo la mia morte -. Le fu promesso anche questo e il buon Dio si allontanò.

Quando la matrigna tornò a casa con la figlia e vide che erano diventate tutt’e due brutte e nere come il carbone, mentre la figliastra era bianca e bella, la cattiveria si inasprì nel suo cuore e non pensava ad altro che a farle del male. Ma la figliastra aveva un fratello di nome Reginaldo; ella lo amava molto e gli raccontò tutto quanto le era successo. Un giorno Reginaldo le disse: – Cara sorella, voglio farti un ritratto, per averti sempre davanti agli occhi; perché‚ il mio amore per te è così grande, che vorrei sempre guardarti -. La fanciulla rispose: – Purché‚ tu non lo faccia vedere a nessuno -. Egli fece dunque il ritratto alla sorella e lo appese in camera sua, nel castello del re, dov’era cocchiere. E tutti i giorni si fermava davanti al ritratto e ringraziava Dio per la fortuna della sua cara sorella. Il re presso il quale egli serviva aveva da poco perduto la moglie; ella era stata così bella che non si poteva trovare un’altra che lo fosse altrettanto e il re era molto afflitto. Nel frattempo i servitori di corte avevano notato che il cocchiere si fermava ogni giorno davanti al bel ritratto, ne furono invidiosi e lo riferirono al re. Questi si fece portare il ritratto e vide che assomigliava in tutto alla moglie morta, anzi era ancora più bello, sicché se ne innamorò perdutamente. Domandò al cocchiere chi fosse e quando questi disse che si trattava di sua sorella, il re decise di non volere altra sposa all’infuori di lei. Diede al giovane carrozza, cavalli e splendide vesti d’oro e lo mandò a prendere la sua sposa. Quando Reginaldo giunse con il messaggio, la sorella ne fu felice; la ragazza nera, invece, andò su tutte le furie per la gelosia e disse alla madre: – A che servono tutte le vostre arti, se non potete procurarmi una simile fortuna! -. Allora la vecchia disse: – Sta’ tranquilla che te la procurerò -.