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Griselda Una fiaba di #Perrault n.60 Tot. A piedi degli alti | Fiabe per tutti

Griselda
Una fiaba di #Perrault

n.60 Tot.

A piedi degli alti monti, dai quali il Po scaturisce e si versa per le campagne, viveva un principe giovane e prode, che era la delizia del suo paese. Il cielo gli aveva fatto, fin dalla nascita, ogni dono più raro, come se proprio si trattasse d'un gran re.

Era robusto, svelto, valoroso; amava le arti, la guerra, i grandiosi disegni, le prodezze, la gloria, quella sopratutto di rendere felice il suo popolo.

Un'ombra però oscurava quel bel carattere: in fondo in fondo al suo cuore, pensava il principe che tutte le donne fossero perfide e infedeli; anche la più virtuosa gli sembrava un'ipocrita, una superba, una nemica spietata, sempre ansiosa di tiranneggiare l'uomo disgraziato che le capitasse alle mani.

La pratica del mondo, dove tanti sono i mariti schiavi o ingannati, accrebbe ancora quest'odio profondo. Giurò dunque il principe, che se pure il cielo avesse a posta per lui formato un'altra Lucrezia, mai e poi mai avrebbe preso moglie.

Così, dopo avere impiegato la mattina agli affari di stato, protetto i diritti della vedova e dell'orfano, abolito un'antica imposta di guerra, se ne andava a caccia il resto del giorno, dove i cinghiali e gli orsi, per feroci che fossero, gli davano meno fastidio che non avrebbero fatto le donne, da lui sempre evitate.

I sudditi nondimeno, ansiosi di assicurarsi un successore non meno buono di lui, lo premuravano sempre perché s'ammogliasse.

Un giorno se ne vennero tutti a palazzo per tentare un ultimo sforzo. Prese la parola uno dei più eloquenti, e disse tutto ciò che si può dire in casi simili: che il popolo era impaziente di veder assicurato un erede al trono; che già si figurava di scorgere un astro nascente, e che questo avrebbe brillato d'una luce senza pari.

Rispose il principe in modo semplice e piano:

"Son lieto e commosso del vostro zelo, che mi è prova dell'amore che mi portate; e vorrei subito contentarvi, se non pensassi che il matrimonio è un certo affare, in cui la prudenza non è mai soverchia. Osservate bene tutte le ragazze: finchè stanno in famiglia, sono virtuose, docili, modeste, sincere; ma appena maritate, la maschera non serve più, ed eccole mostrarsi nel loro vero carattere. Questa diventa una bigotta brontolona; quella una fraschetta ciarliera, sempre in cerca d'amanti; una terza si atteggia a far la saputa; un'altra ancora si dà al gioco, perde danari, gioielli, mobili, vestiti e manda la casa in rovina.

"In un sol punto, si somigliano tutte, nel volere a tutti i costi dettar la legge. Ora io son convinto che nel matrimonio non si può esser felici, quando si comanda in due. Se dunque voi bramate darmi moglie, trovatemi una fanciulla che sia bella, punto superba, non vanitosa, obbediente, paziente, senza volontà; ed io vi prometto di sposarla."

Ciò detto, il principe balzò in sella e si slanciò a spron battuto verso la pianura dove i compagni di caccia lo aspettavano.

Traversati campi e sentieri, li trovò alla fine che giacevano sull'erba. Tutti si alzano e fanno squillare i corni. Corrono e abbaiano i levrieri; i cani di punta scuotono il guinzaglio e tirano i servi che li tengono a fatica; galoppano e nitriscono i cavalli; rintrona la foresta, e in essa si sprofonda e scompare tutta la brillante e rumorosa brigata.

Fosse caso o destino, il principe prese un sentiero traverso dove nessuno lo segui; più corre, più si allontana dai suoi, fino a che non sente più neppure lo strepito dei cani e dei corni.

Si trovò così in un posto remoto ed ombroso, qua e là inargentato da un corso di acqua. Tutto intorno era silenzio; e mentre egli si lasciava andare all'incanto malinconico del bosco, ecco che una deliziosa apparizione gli colpisce gli occhi e gli fa battere il cuore.

Era una pastorella che guardava il suo gregge, standosene in riva d'un ruscello e facendo con mano esperta girare il suo fuso.

Il cuore più selvaggio ne sarebbe rimasto invaghito. Bianca come un giglio, con una bocca infantile, e due occhi più azzurri e più luminosi del firmamento.