2021-12-14 20:45:23
Ci scusiamo fin da subito per l'estrema semplificazione, la trattazione richiederebbe molti approfondimenti ma qui – per ovvie esigenze comunicative – possiamo solo esporla in modo "impressionistico".
Il metodo di governo prediletto dalla ragione neoliberale è quello emergenziale (secondo la massima foucaultiana "vivere pericolosamente").
Terrorismo, finanza, debito, pandemia, clima: si sfruttano e amplificano le crisi per imporre e accelerare cambiamenti – coincidenti, secondo i rapporti di forza, con gli interessi di determinati gruppi, con il rafforzamento del dominio e del controllo e con la compressione dei diritti sociali – che difficilmente, in periodi normali, sarebbero accettati di buon grado dalle popolazioni (il "capitalismo dei disastri" descritto dalla Klein).
Così scriveva, nel 1962 in Capitalismo e Libertà*, Milton Friedman (uno dei massimi teorici neoliberali):
«Soltanto una crisi – reale o percepita – produce un vero cambiamento. Quando quella crisi si verifica, le azioni intraprese dipendono dalle idee che circolano […] finché il politicamente impossibile diventa politicamente inevitabile.»
Ora – con l'ennesima forzatura, prorogando oltre i 24 mesi l'emergenza (e dopo trent'anni di crisi) – siamo ormai in quello che può essere definito uno "stato d'eccezione", ove il potere è concentrato in capo all'Esecutivo, i capisaldi del nostro ordinamento vengono meno, le libertà pregiuridiche sono sospese, la legge – continuamente cangiante – diventa arbitrio e il cittadino non ha più la certezza del diritto.
La traiettoria tracciata, sempre difficile da valutare in presa diretta, ci sembra andare nella direzione di un tentativo di superamento delle liberaldemocrazie per un modello globale tecnocratico-autoritaristico a controllo panottico (di cui il green pass è soltanto uno dei prodromi).
Noi non possiamo che denunciare questa deriva, rivendicare l'inviolabilità dei diritti negativi dell'Uomo (qualsiasi sia il fine) e pretendere l'attuazione della nostra Costituzione (che non prevede né lo stato d'emergenza né la primazia di un qualsivoglia diritto su tutti gli altri).
FplC, 14 dicembre 2021* Evidentemente le mutate congiunture geopolitiche (fine della guerra fredda) ed economiche (finanziarizzazione) fanno si che il capitalismo possa mettere in congedo quelle (ingombranti) libertà prima necessarie per la condiscendenza e il consumismo dei popoli occidentali.
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