2022-02-05 14:01:45
La discriminazione nella discriminazioneI giornali più venduti, in pieno bispensiero orwelliano, titolano che l'Italia riapre. In realtà sono recentemente aumentate le restrizioni, per condurre un'esistenza normale bisognerà continuare a esibire – pressoché ovunque – il lasciapassare e, tra pochi giorni, un'infinità di persone saranno ancora più escluse dalla società.
Naturalmente tutto questo non turba la maggioranza; per i più la percezione è diversa: non ci pensano o, addirittura, per alcuni, è (miserrimo) motivo di godimento.
Gli ultracinquantenni non vaccinati, dal 15 febbraio, oltre a venir multati, non potranno più accedere al posto di lavoro (e al salario). È qualcosa che ha dell'incredibile, pensando che accade proprio – e solo – in quella che formalmente è
una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
È assurdo che si possano calpestare in questo modo diritti e dignità di un milione e mezzo di esseri umani (che non potranno nemmeno più avere sostentamento).
Nella nostra Costituzione, all'articolo 3, si legge:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.Si parla di pari dignità, di libertà, di eguaglianza e del compito della Repubblica nel rimuove gli ostacoli all'effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all'organizzazione del Paese (all'articolo 4, inoltre, si stabilisce che
la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto).
Tra una decina di giorni, invece, verrà impedito all'ennesimo gruppo di nostri concittadini di poter lavorare, di potersi realizzare, di poter "partecipare".
Verrà tolta loro la dignità.
Tutto questo per delle ragioni ammantate di scientificità ma che di sanitario e scientifico non hanno assolutamente nulla (vedasi l'estensione "illimitata" del pass, oltre il termine dell'emergenza, per chi ha tre dosi di un "vaccino" – blandamente e brevemente efficace – che non blocca né l'infezione né la trasmissione del virus).
Nella "fantastica" Italia dei "migliori" molti di noi verranno ancor più discriminati e calpestati.
Se siete tra i tanti che non si indignano sappiate che il problema più serio, però, non lo hanno i vessati: lo avete Voi (ed essere in molti non vi dà ragione).
FplC, 5 febbraio 2022
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